Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su Liberazione del 11 maggio 2006
Speravamo che la vicenda di Rumesh, il giovane comasco ridotto in fin di vita dalla revolverata di un vigile urbano il 29 marzo scorso, diventasse perlomeno occasione per qualche riflessione sulle politiche di militarizzazione della polizia locale, cioè dei vigili urbani. Ahinoi, pare che il nostro ottimismo fosse del tutto fuori luogo, considerato che piovono iniziative sempre più inquietanti.
Così succede che un consorzio milanese per la tutela ambientale, il Consorzio Parco delle Groane, e l’Iref, ente dipendente dalla Regione Lombardia che si occupa di formazione per l’amministrazione pubblica, organizzano tra il 10 e il 31 maggio un corso di formazione per comandanti e ufficiali della polizia locale, intitolato “Fenomeno religioso e rischio”.
Scorrendo il programma del corso, sembra trovarsi di fronte ad un addestramento per agenti dell’antiterrorismo. A parte qualche excursus sul tema delle sette sataniche, il seminario formativo si concentra sull’analisi dei nessi tra religione islamica e terrorismo, della “nuova guerra mondiale”, di organizzazioni come Al Qaeda e Hamas e della “questione palestinese e irachena”. Di conseguenza, tra gli obiettivi enunciati troviamo anche l’individuazione delle “realtà (gruppi, centri, movimenti, aggregazioni) islamiche in Italia”.
Ma non finisce qui, poiché la gestione del corso è stata affidata ad un istituto torinese, il Cesnur -Center for studies on new religions-, fondato e diretto dall’avvocato Massimo Introvigne, membro influente di “Alleanza Cattolica”, cioè la più importante organizzazione della destra integralista italiana. E, per chiudere il cerchio, possiamo aggiungere che sulla rivista “Cristianità”, organo di “Ac”, troviamo anche scritti di Lorenzo Cantoni, attuale presidente dell’Iref.
Per capirci meglio, “Ac”, che annovera tra i suoi dirigenti anche l’ex sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano, nacque alla fine degli anni ’60 in stretto rapporto con l’organizzazione anticomunista brasiliana “Tradizione, Famiglia e Proprietà”, famosa per i suoi legami con le dittature militari del Brasile e del Cile. Non a caso la storia di “Ac” si era poi intrecciata regolarmente con quella del neofascismo nostrano, mentre la sua ideologia di riferimento può essere definita vandeana, poiché individua nella rivoluzione francese la fonte di tutti i mali del nostro tempo.
Insomma, a parte i rapporti equivoci tra enti pubblici e interessi privati, siamo di fronte ad un corso di formazione in chiave anti-islamica, gestito da integralisti cattolici. Evidentemente a certi apologeti del securitarismo non basta più la semplice militarizzazione e ora puntano ad imporre ai vigili urbani l’ideologia dello scontro di civiltà.
Rifondazione Comunista ha già presentato due interrogazioni e chiesto la sospensione immediata di questo allucinante corso, finanziato peraltro con fondi pubblici. Ma quello che stupisce e preoccupa di più non è il silenzio assordante della Giunta Formigoni, ma quello di tutti gli altri. Forse in questi anni la follia securitaria ha scavato troppo a fondo e tutto viene considerato “normale”.
A noi pare invece che di normale non ci sia proprio nulla e che la militarizzazione dei vigili urbani vada arrestata al più presto, per restituire alla polizia locale le sue funzioni proprie, in questi anni sempre più marginalizzate.