FORMAZIONE PROFESSIONALE: FORZATURE E OMBRE SUL BANDO PER I POLI FORMATIVI
La Formazione Professionale lombarda, si sa, è un grande ginepraio da quando la Giunta Formigoni ha instaurato il sistema degli accreditamenti. A rendere la situazione ancora più complessa è poi intervenuta la determinazione del centrodestra lombardo di volere a tutti i costi anticipare la riforma Moratti per mezzo della cosiddetta “sperimentazione”. E così può succedere di trovarsi di fronte a degli atti amministrativi che lasciano francamente sbigottiti, com’è il caso del decreto dell’assessorato regionale alla Formazione numero 1755.
Il decreto risale al 17 febbraio scorso e bandisce un “Invito alla presentazione di candidature” per la realizzazione di Poli formativi. Fin qui nulla di strano, si direbbe, se non fosse per due elementi che destano viva preoccupazione, considerato altresì che sono in ballo oltre 11 milioni di euro.
Anzitutto, nelle pieghe di un semplice decreto del direttore generale si annida in realtà una forzatura politica inaccettabile, poiché si colloca l’intera formazione tecnico-superiore nel “nuovo sistema ordinamentale del secondo ciclo”. Essa entrerebbe così a far parte da subito di quella sperimentazione della riforma Moratti che la Conferenza Stato-Regioni, soltanto pochi mesi fa, aveva invece deciso di far slittare all’anno scolastico 2007-2008.
In secondo luogo, il metodo adottato per selezionare i beneficiari degli 11mln di euro disponibili per i progetti di Polo Formativo ci lascia piuttosto perplessi. Infatti, l’assessorato ha definito una procedura molto sui generis, in cui si “invitano” i candidati a presentare domanda in tempi iper-ravvicinati, cioè entro il 10 marzo prossimo, al fine di verificare il possesso della “condizione di ammissibilità”. E a coloro i quali supereranno questa sorta di pre-selezione sarà “riservata” la partecipazione a un “successivo” e non meglio specificato “dispositivo regionale” relativo all’assegnazione del finanziamento. In altre parole, un meccanismo farraginoso che consegna un’unica certezza: bisogna fare tutto molto in fretta! Ma non era più semplice e trasparente ricorrere allo strumento del bando? E perché l’assessorato ha deciso di scavalcare le Province?
Insomma, troppe forzature e troppe ombre sul decreto 1755. Pertanto, Rifondazione Comunista ha oggi chiesto formalmente all’assessore Guglielmo di ritirarlo.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
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