Oggi è approdata in VII commissione consiliare la deliberazione che definisce le modalità di erogazione del buono scuola per l’anno scolastico 2005-2006, licenziata dalla Giunta regionale il 29 dicembre scorso. Un provvedimento identico a quelli degli ultimi quattro anni, che rinnova lo scandalo del lauto finanziamento pubblico a favore delle scuole private e di famiglie di ceto medio-alto, mentre la stragrande maggioranza delle famiglie lombarde si vede esclusa da ogni tipo di sostegno per l’istruzione. Una vera e propria operazione da Sceriffo di Nottingham, tanto più stucchevole quanto è stato sostanzioso –del 21% - il taglio di risorse per l’istruzione ai danni degli enti locali, operata dall’ultima legge Finanziaria del governo.
Basta d’altronde analizzare velocemente i dati relativi all’anno scolastico 2004-2005, per capire che di autentico scandalo si tratta. La Regione Lombardia, infatti, aveva stanziato 42 milioni di euro per il buono scuola, destinati all’ 8,47% degli studenti lombardi che frequentano le scuole non statali (di questi il 6,27 prende effettivamente il buono scuola), e soltanto poco più di 7 milioni per il diritto allo studio, destinati al restante 91,53% degli studenti. Ovvero, siamo di fronte ad un investimento medio pro capite di 666,49 euro per gli alunni delle scuole private e di 7,04 euro per quelli che frequentano la scuola pubblica.
Ma non è tutto. Oltre il 50% (22 mln) di questi 42 milioni di euro è stato assegnato a famiglie con un reddito annuo dichiarato tra 40 e 186 mila euro. Altro che sostegno a famiglie bisognose! Si aggiunga a ciò che l’analisi dei dati ha rilevato che 954 beneficiari del buono scuola dichiarano un reddito annuo praticamente sotto lo zero, cioè oscillante tra -116mila euro e 1960,26. Pertanto, il Prc ha sollecitato un supplemento di controllo regionale della veridicità della situazione familiare dichiarata, come peraltro prevede la normativa nazionale sull’ISEE.
Infine, la Giunta Formigoni aveva motivato l’introduzione del buono scuola con la “libertà di scelta” delle famiglie. Ebbene, i dati relativi agli ultimi quattro anno dimostrano che non vi è stato un traghettamento di alunni dalla scuola pubblica a quella privata, ma semplicemente quello di denaro pubblico, cioè di tutti, alle scuole private e ai ceti abbienti.
Rifondazione Comunista chiede che lo scandaloso sistema di erogazione del buona scuola venga abolito e che si apra immediatamente il confronto istituzionale al fine di giungere ad un modello che ristabilisca la parità di diritti dei cittadini, privilegi l’orientamento delle risorse a favore della famiglie a basso reddito e sostenga la scuola pubblica.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer