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VIGILI URBANI: C’È DEL MARCIO SUI COLLI BERGAMASCHI. PRESENTATA INTERPELLANZA
di lucmu (del 07/01/2008 @ 16:00:24, in Sicurezza, linkato 1618 volte)
C’è del marcio sui colli bergamaschi, o meglio, nel Consorzio del Corpo di Polizia Intercomunale dei Colli, costituito nel 2000, che riunisce i vigili urbani di sette comuni alle porte di Bergamo. La denuncia viene da un’organizzazione sindacale che sicuramente non può essere accusata di estremismo, la Uil, ed è stata promossa anche una vertenza sindacale.
Oggi, abbiamo depositato in Regione un’interpellanza all’assessore alla polizia locale, chiedendogli di promuovere con urgenza gli opportuni accertamenti, relativi anche all’uso dei finanziamenti regionali, e di intervenire per porre fine allo scandalo dei vigili-squillo.
Alle magnificenze proclamate sul sito internet del Consorzio, corrisponderebbe infatti una realtà molto diversa, fatta di sprechi di risorse e, soprattutto, di un’estesa precarizzazione dei rapporti di lavoro dei vigili urbani. Ovvero, un turn-over di personale pazzesco, riguardante in questi anni 30 persone sulle 35 in organico, vigili mandati in servizio senza aver nemmeno svolto la formazione obbligatoria di base e costose apparecchiature inutilizzate perché nessuno ha mai imparato a maneggiarle. Ci sarebbero poi tanti altri fatti, come la violazione della privacy, l’uso prolungato della nuova caserma senza avere l’agibilità e un ampio parco auto chissà perché non impiegato a dovere.
Il Consorzio si presenta come uno specchio fedele di quanto sta avvenendo da un po’ di tempo nelle polizie municipali della Lombardia. Cioè, una progressiva trasformazione in una sorta di polizie dei sindaci, emarginando le funzioni proprie e tipiche del corpo, che intanto nessun altro svolge più. E così, se da una parte imperversa la precarietà del lavoro e i consigli comunali sono esclusi da qualsiasi possibilità di controllo reale, dall’altra il Consorzio si mostra più che zelante nell’elevare multe a tappeto e in controlli asfissianti di giovani e immigrati. Infatti, l’illegittima legge regionale sui phone center, contestata non solo da tutte le sezioni del Tar della regione, ma anche dall’Autorità nazionale garante della concorrenza, qui è stata applicata in maniera talmente integralista da provocare la chiusura forzata di praticamente tutte le attività.
Un fulgido esempio di come l’ideologia securitaria provochi di tutto, tranne che sicurezza, sia per gli agenti, che per la cittadinanza.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
qui puoi scaricare l’interpellanza