L’impugnativa, da parte del Governo, della legge regionale sul trasporto aereo, approvata in Consiglio regionale il 6 novembre scorso, era non solo annunciata, ma soprattutto scontata fin dall’inizio. E questo Formigoni lo sapeva benissimo.
Infatti, uno dei motivi che avevano portato Rifondazione, insieme a Sd e Verdi, ad astenersi su quel testo, era proprio rappresentato dalle lampanti illegittimità rispetto al quadro normativo nazionale ed europeo, segnalate altresì da fonti autorevoli audite in fase di discussione. Eppure, il centrodestra lombardo, in particolare l’assessore Cattaneo, di stretta osservanza formigoniana, aveva forzato lo stesso l’approvazione, come se l’impugnativa fosse l’obiettivo vero dell’operazione politica.
Peraltro, la vigenza o meno della legge regionale n. 29/2007 non influisce minimamente sui destini di Malpensa, poiché si tratta di una legge-volantino. Anzi, se ogni regione italiana approvasse e applicasse effettivamente dispositivi simili, ne conseguirebbe il caos. Infatti, a suo tempo, il presidente della Regione Veneto, Galan, aveva tenuto a specificare che a lui di Malpensa non gliene fregava niente, perché doveva promuovere l’aeroporto di Venezia.
Insomma, la legge in questione ci pare rispondere piuttosto a esigenze di lotta politica tra gli schieramenti e riprodurre quella filosofia particolaristica che è corresponsabile delle odierne, drammatiche difficoltà dell’aeroporto di Malpensa. Cioè, la crescita delle infrastrutture aeroportuali senza programmazione e nel predomino degli interessi particolari. E questa situazione, di un aeroporto ogni 50 chilometri al nord, non è soltanto responsabilità dei vari governi nazionali, ma altresì della classe dirigente lombarda, che ha brillato per miopia e autoreferenzialità.
A Malpensa, calcolando anche l’indotto, sono a rischio tra 10 e 20 mila posti di lavoro, in base a quanto finora si sa del piano Air France, che oggi orienta le scelte di Alitalia. A noi pare che tale prospettiva, insostenibile e inaccettabile, meriti un impegno serio e responsabile e non semplicemente un indegno gioco dello scaricabarile. Quindi, se Air France dovesse confermare questi esiti disastrosi, allora non possiamo considerare un tabù la ricerca di partner alternativi, con i quali verificare delle soluzioni sostenibili e accettabili per la Lombardia e per l’Italia e, soprattutto, per i lavoratori. Ma, contestualmente, il Governo e le Regioni devono assumersi finalmente la responsabilità di definire un piano nazionale e regionale del trasporto aereo, che consenta di programmare il futuro e uscire dall’anarchia.
Chiediamo quindi al presidente Formigoni di recarsi alla riunione del “Tavolo Milano” con questo spirito e con questi impegni, archiviando da subito la propaganda e lo scontro politico per altri fini.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer