Nella sanità lombarda –e non solo- termini come “razionalizzare” e “modernizzare” hanno il più delle volte un sapore puramente economico. E questo è il caso anche della riorganizzazione in atto presso l’ospedale pubblico Niguarda di Milano, dove la direzione sanitaria prevede di accorpare l’attuale reparto di cardiologia pediatrica (Struttura Complessa di Cardiologia Pediatrica – Sccp) al dipartimento materno-infantile.
Certo, ci sarebbe senz’altro un risparmio economico, ma purtroppo a farne le spese saranno i livelli di assistenza e i piccoli pazienti. Infatti, la cardiologia pediatrica è una disciplina ad alta specializzazione e si occupa prevalentemente di cardiopatie congenite (cioè malformazioni al cuore presenti sin dalla nascita) e la grande maggioranza dei ricoveri è dovuta ad interventi chirurgici o procedure di cardiologia interventiva. Non è dunque un caso che la Sccp, operativa sin dal 1981, faccia attualmente parte del dipartimento cardiologico e cardiochirurgico e non certo della pediatria generale, con la quale ha poco in comune.
In altre parole, questo accorpamento, qualora realizzato, ridurrebbe sì i costi economici per l’ospedale, ma al prezzo dello smantellamento di un reparto di grande valore, riconosciuto anche sul piano nazionale, e dell’assistenza per bambini cardiopatici.
E siccome a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, all’attento osservatore non può sfuggire che nell’area metropolitana milanese ci sono strutture sanitarie private che offrono prestazioni in cardiologia pediatrica, come ad esempio l’Irccs Policlinico San Donato, e che si vedrebbero sicuramente avvantaggiate dal drastico ridimensionamento al Niguarda. Infatti, com’è risaputo, il sistema di rimborso a tariffe vigente in Lombardia fa sì che gli interventi chirurgici siano le prestazioni sanitarie più remunerative per gli ospedali privati.
Già nel 2007 i genitori dei pazienti della Sccp avevano dato vita a un Comitato Genitori al fine di difendere l’esistenza del reparto, ma la direzione sanitaria del Niguarda ha sempre liquidato le loro preoccupazioni con un “le mamme non capiscono”.
Sulla questione è stata presentata un’interrogazione parlamentare il 12 giugno scorso (sen. Baio e Bossoli) e oggi è stata depositata un’interpellanza in Consiglio regionale (Muhlbauer, Agostinelli, Squassina O., Squassina A., Monguzzi).
qui sotto puoi scaricare il testo dell’interpellanza sul Niguarda