La crisi morde e il Governo se la prende con gli immigrati. Questo e non altro è il senso dell’odierno decreto legge, il quale viene fatto nel nome della lotta alla violenza sessuale, ma che poi risulta essere un semplice anticipo del “pacchetto sicurezza”, con la legalizzazione delle ronde e l’allungamento della detenzione amministrativa nei Cie fino a sei mesi.
Le due norme citate non sono soltanto inutili ai fini della sicurezza pubblica, ma palesemente dannose. Legalizzare le ronde vuol dire che gruppi di cittadini si possono costituire in associazione, richiedere contributi pubblici mediante una convezione con i Comuni e, infine, pattugliare il territorio. Non ci vuole molto per capire che, data l’aria che tira, saranno anzitutto settori contigui alle forze politiche di destra o estrema destra ad utilizzare a man bassa questa possibilità e a “vigilare” contro gli stranieri tout court. Altro che sicurezza, qui siamo alla produzione sponsorizzata con denaro pubblico di insicurezza!
L’allungamento del periodo di detenzione amministrativa nei Cie (ex-Cpt) non è solo un atto odioso, ma è anche gravemente lesivo dei principi dello stato di diritto, poiché prevede che persone che non sono accusate di aver commesso reati possano essere rinchiuse per sei mesi. E per giunta quelle persone, che appunto non vedranno mai un giudice ordinario, saranno detenute in strutture inadatte per lunghi periodi di permanenza e dove vige una sorta di omertà di Stato che non ritroviamo nemmeno nelle carceri di massima sicurezza.
No, la sicurezza non c’entra un fico secco. E nemmeno la repressione dell’infamia dello stupro c’entra. Il tema è tutt’altro, cioè un Governo che ha rinunciato a misure forti e determinate di fronte alla crisi economica intende affrontare gli effetti sociali della crisi, che dispiegheranno la loro potenza negativa nei prossimi mesi, indicando un nemico, un untore, un responsabile e buttandola in “sicurezza”.
Quanto fatto oggi è solo un indecente antipasto di quello che succederà con l’approvazione del cosiddetto “pacchetto sicurezza” al vaglio della Camera. Lì si alzerà ulteriormente il tiro contro lo “straniero” con una serie di divieti, multe, tasse e pene speciali e con l’introduzione del reato di clandestinità, compreso per quegli immigrati che diventeranno “clandestini” in seguito a un licenziamento, magari dopo lunghi anni di lavoro e di soggiorno regolare.
Ecco perché diventa ancora più importante partecipare alla manifestazione, proposta dalla Cgil e già programmata per domani a Milano (ore 14.00, P.ta Venezia) contro il “pacchetto sicurezza”.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
qui sotto puoi scaricare il testo completo del Decreto Legge del 20 febbraio