Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 19 maggio 2007 (pag. Milano)
Sarà perché tra una settimana si vota per le amministrative o perché Sarkozy sembra piacere anche dalle parti del nascituro Partito Democratico, ma rimane il fatto che le tesi della destra in materia di sicurezza si rivelano terribilmente contagiose. E così il sindaco di Torino, Chiamparino, si scopre proibizionista sulle droghe leggere, quello romano, Veltroni, inizia a prendersela con i rom e, last but not least, il Ministero degli Interni firmerà domani un patto sulla sicurezza con la Moratti.
Un successo che forse sorprende lo stesso sindaco meneghino, la cui campagna propagandistica sulla sicurezza, che, in fondo, era nata sull’onda dei fallimenti della sua amministrazione, sembra ora assurta a modello da imitare.
Il “patto per la sicurezza” riproduce lo strabismo politico che da tempo regna a Milano e per il quale ogni problema è soltanto un problema di ordine pubblico. Il fenomeno dell’immigrazione e l’affacciarsi di una società multietnica, i ghetti insalubri in cui sono confinate le popolazioni rom, in larga parte non più nomadi da tempo, la prostituzione, il consumo di stupefacenti eccetera eccetera, tutto quanto ridotto a mera questione di polizia da sbattere periodicamente in prima pagina.
E come se non bastasse, anche le misure di ordine pubblico previste non scherzano quanto a strabismo. Così arriva un’apposita task force composta da polizia, carabinieri, finanza e polizia municipale per rincorrere i piccoli venditori abusivi nei mercati, mentre regna il più completo menefreghismo per quanto riguarda il contrasto dello sfruttamento del lavoro nero e dell’elusione delle misure di sicurezza negli innumerevoli cantieri. Infatti, il Comune di Milano dedica a questo compito soltanto tre dei suoi tanti vigili urbani e non chiede nemmeno una mano al Governo. Sarà perché in questo caso si toccherebbero interessi forti vicini a Sindaco e Vicesindaco?
A noi pare che questo strabismo sempre più bipartisan non prometta nulla di buono. A Milano il degrado è conseguenza diretta di anni di noncuranza e di abbandono delle periferie, di smantellamento del welfare e di prevalenza di una politica cittadina che mette al centro gli affari immobiliari, a scapito delle esigenze e dei diritti delle persone. Finché non si affronterà questo nodo, le condizioni di vivibilità e di sicurezza percepita continueranno a deteriorarsi e le centinaia di agenti di polizia in arrivo potranno ben poco, se non consentire al sindaco Moratti di proseguire sulla strada della demagogia. Ci saremmo aspettati che queste cose le dicesse qualche illustre sindaco di centrosinistra, invece di rincorrere i temi della destra, ma evidentemente ci siamo sbagliati.