Quattro anni fa la grande partecipazione allo sciopero dei migranti del primo marzo sorprese molti e molte, forse persino le quattro donne che l’avevano ideato. Centinaia di migliaia di uomini e donne, migranti e italiani vecchi e nuovi, riempirono le strade di una sessantina di città. Fu un successo, un salutare grido collettivo di ripudio del razzismo.
Ne è passata di acqua sotto i ponti da allora e nel frattempo la crisi e le politiche d’austerità hanno scavato in profondità, sconvolgendo le vite di autoctoni e migranti. Paradossalmente oggi le campane xenofobe sembrano suonare con meno vigore rispetto al 2010. Probabilmente i quotidiani proclami leghisti, postfascisti e a volte persino democratici erano diventati troppi e con l’incalzare della crisi sociale hanno finito per produrre un effetto overdose. A Milano, dove si erano inventati addirittura la vergogna del coprifuoco in via Padova, un anno dopo il primo sciopero dei migranti gli elettori avrebbero votato in massa per voltare pagina e farla finita con la politica dell’odio.
Ma non illudiamoci troppo, perché l’acqua continua a scorrere sotti i ponti. Le pubbliche lacrime per i morti al largo di Lampedusa o per l’infamia dei centri di detenzione chiamati Cie durano il tempo che durano e non si traducono mai in fatti concreti e tangibili, mentre a destra in molti pensano che stia tornando il tempo dei vecchi amori. La Lega che governa la Lombardia annuncia nuove discriminazioni negli accessi ai servizi e Salvini in Europa stringe apertamente alleanze con i neofascisti francesi del Front National. D’altronde, in giro per l’Europa l’effetto overdose non c’è mai stato e xenofobia, razzismo ed estrema destra non hanno fatto che crescere in questi anni. E vi risparmio l’elenco che tutti conoscete.
Insomma, momenti come il primo marzo, finiti negli ultimi anni un po’ nell’ombra, diventano di nuovo importanti, molto importanti, perché sarebbe un grave errore aspettare passivamente che il peggio si materializzi. Anzi, il peggio va combattuto sul nascere, da subito. Ovunque, anche a Milano.
Per questo vi invito a partecipare sabato 1 marzo al corteo che partirà alle h. 14.30 da p.le Loreto (ang. v. Padova) e terminerà in Duomo. Di seguito trovate l’appello ufficiale e qualche link.
Luciano Muhlbauer
------------------------------------------------
DIRITTI PER I/LE MIGRANTI = DIRITTI PER TUTTI E TUTTE
Manifestazione cittadina a Milano
1 marzo 2014 - ore 14.30 - Piazzale Loreto/angolo via Padova
Il 1 marzo è diventato uno degli appuntamenti simbolo dell’antirazzismo. Anche quest’anno vogliamo ribadire a gran voce che garantire i diritti dei e delle migranti vuol dire garantire i diritti di tutta la società.
Solo insieme, migranti ed autoctoni, possiamo rispondere al clima di razzismo e di paura, che alcuni esponenti di istituzioni, partiti politici o mass media vogliono affermare nel paese.
Solo insieme possiamo costruire una risposta alla crisi e a chi fomenta la guerra tra poveri facendo crescere la solidarietà per rendere concreto il sogno di una società di convivenza, in cui tutte le persone possano godere degli stessi diritti, senza distinzioni basate sulle diversità.
Per ciò chiamiamo tutti e tutte a manifestare il Primo Marzo a Milano contro ogni forma di razzismo e per i diritti dei e delle migranti.
Vogliamo far risuonare per le strade di Milano le nostre richieste:
· La chiusura immediata dei Centri di Identificazione ed Espulsione e la chiusura definitiva del Centro di via Corelli a Milano
· Una nuova legge sull’immigrazione
· Svincolare il permesso di soggiorno dal lavoro
· Il diritto di cittadinanza per le bambine e i bambini nati e/o cresciuti in Italia
· Il diritto di voto per i/le migranti che risiedono in Italia
· Il diritto al lavoro per tutti e tutte come previsto dalla Costituzione e parità di diritti fra cittadini
· Il diritto al reddito per tutti e tutte
· Una legge per il diritto d’asilo e reali politiche di accoglienza
· No alla discriminazione nell'acceso ai diversi servizi
· Garantire l'esercizio della libertà di culto
MILANO SENZA FRONTIERE