Ci sono manifestazioni in cui è importante esserci e il corteo antifascista del 29 aprile è una di queste. Si tratta infatti di riaffermare un punto fermo, di ribadire un principio, cioè che Milano ripudia le ideologie nazifasciste, negazioniste e razziste e che non ci può essere spazio e legittimità per chi ne ri-propone i discorsi, i simboli e le pratiche.
A Milano da qualche anno abbiamo abbassato un po’ troppo la guardia. E abbiamo sbagliato. C’erano state la grande kermesse antifascista in piazza della Scala del 5 aprile 2009 e le mobilitazioni della primavera del 2010, ma poi era un po’ come se avessimo pensato che fosse sufficiente liberare Palazzo Marino da coloro che garantivano la complicità istituzionale per risolvere il problema. Non era così, ovviamente, e non poteva nemmeno esserlo.
Beninteso, in questi ultimi anni gli antifascisti e le antifasciste milanesi hanno fatto molte cose buone, ma spesso ognuno per i fatti suoi e il più delle volte rincorrendo le iniziative dei gruppi nazifascisti. E così, proprio quando l’Europa è scossa da un nuovo vento di destra, ci troviamo meno preparati di quello che dovremmo essere.
La consapevolezza che non si può andare avanti così, che bisogna dire basta, forse si sta facendo largo. Ancora in maniera insufficiente, certo, ma qualche segnale nuovo c’è, come la crescente e positiva attenzione in aree diverse, per storia, collocazione ed età, rispetto al corteo del 29 aprile.
Già, quel 29 aprile, che per anni abbiamo sottovalutato e che nel frattempo è diventato qualcosa di più e di diverso di una semplice commemorazione –la cui piena legittimità non è in discussione-, per sfociare in una vera e proprio sfilata nazifascista di carattere sempre più nazionale, dov’è permesso più o meno tutto. Siamo arrivati al punto che la stessa Questura, per “consuetudine”, considera ormai de facto quella data monopolio dei gruppi nazifascisti e che è diventato persino un problema poter commemorare Gaetano Amoroso, deceduto nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1976 in seguito a un’aggressione neofascista.
Non ripeto qui tutta la storia di questi mesi e di queste settimane, del come siamo arrivati al 29 aprile (a questo proposito vedi il mio post di settimana scorsa), e mi limito dunque a fare la fotografia della situazione attuale.
Primo, la Questura ha autorizzato il solito corteo nazifascista, che partirà alle h. 20 da p.le Susa, sebbene diffidando gli organizzatori dall’esibizione di simboli e gesti di natura fascista e nazista. Difficile che questo divieto, frutto peraltro della mobilitazione istituzionale, venga rispettato, anche perché da mesi la galassia nera sta lavorando a una prova di forza, portando gente da altre regioni italiane.
Secondo, il corteo antifascista, dopo molte tribolazioni, è stato infine autorizzato dalla Questura con il seguente percorso: Porta Venezia - Viale Majno - Piazza Tricolore - Corso Concordia - Piazza Risorgimento. A riconferma delle strane “consuetudini”, al corteo è allo stato incredibilmente negato l’arrivo in piazzale Dateo, cioè nelle immediate vicinanze di via Goldoni, dove verrà deposta a una corona in memoria di Gaetano Amoroso.
Insomma, il 29 aprile è importante esserci, per evidenti motivi che trascendono la stessa giornata. E dobbiamo e possiamo essere in tanti e tante. L'appuntamento è alle h. 19 in piazza Oberdan.
La pagina facebook del Comitato “Nazisti no grazie!” la trovate qui.
L’evento fb dedicato al corteo del 29 qui.
La locandina del corteo da utilizzare in rete la trovate invece allegata a questo post (cliccare sull’icona in fondo).
Quindi, cliccate, condividete, fate girare e, soprattutto, partecipate al corteo.
Ci vediamo in piazza!
Luciano Muhlbauer