Diminuzione significativa dei fondi per l’edilizia popolare e riduzione ancora più accentuata degli investimenti destinati all’aumento dell’offerta abitativa, in particolare quella rivolta alle fasce sociali più disagiate. È questo il succo del programma regionale per l’edilizia residenziale pubblica (Prerp) 2006-2008, predisposto dalla giunta Formigoni e ora in discussione nella competente commissione consiliare.
Per dirla con i numeri il programma triennale precedente disponeva di quasi 1.200 milioni di euro, mentre ora di appena 410 milioni. Prima, il 67% dei fondi era destinato alla realizzazione e riqualificazione di alloggi, ora soltanto il 54%, e la quota destinata alle case a canone sociale si è ridotta addirittura dal 64% al 30%. Cioè, in tre anni e in tutta la Lombardia si prevede che le Aler potranno aumentare l’offerta abitativa per le fasce più bisognose di misere 824 nuove unità.
Ma la cosa davvero incredibile è che tutto questo avviene esattamente nel momento in cui nelle aree metropolitane lombarde, in primis quella milanese, si sta marciando diritto verso una nuova emergenza abitativa, fatta di crescenti difficoltà di accesso alla casa per i ceti popolari e gli immigrati, di contratti di quartiere che nel capoluogo non funzionano proprio e di riqualificazioni che non arrivano mai. E così rimangono inascoltate anche le più recenti inchieste sul fabbisogno abitativo, nonché le segnalazioni sia dell’Anci Lombardia che dei sindacati inquilini, i quali hanno fatto rilevare che quello che maggiormente manca è esattamente l’edilizia sociale.
Beninteso, non viviamo sulla luna e sappiamo bene che c’è un grave e irrisolto problema di finanziamento dell’edilizia residenziale pubblica dopo la fine dei fondi ex-Gescal e che la Regione da sola non può certo risolverlo. Ma fa davvero specie, per usare un eufemismo, che il governo regionale lombardo, di fronte all’aggravarsi della questione abitativa, dica di non poter trovare più di 410 milioni di euro - peraltro comprensivi dei fondi statali! -, mentre per lo stesso triennio 2006-2008 ha messo in bilancio senza battere ciglio la bellezza di 470 milioni per la sua nuova sede amministrativa.
Non è dunque un mero problema di ristrettezza economica ma soprattutto di priorità. A noi pare che il diritto alla casa per i lombardi, siano essi nati qui o appena arrivati, sia ben più importante della nuova e superlativa sede di Regione Lombardia, considerato altresì che il Pirellone è stato appena ristrutturato e messo a nuovo. Quindi, se davvero non ci sono altri capitoli di bilancio a cui attingere, cosa di cui ci permettiamo di dubitare, allora Formigoni rinunci alla sua nuova e per nulla urgente torre di cemento.
comunicato stampa di Luciano Muhlbauer