Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 14 giugno 2006 (pag. Milano)
In Consiglio regionale è andato in scena il secondo atto di uno spettacolo indecente. Dopo una settimana il centrodestra, con la forza dei numeri, anche se non con quella della ragione e della decenza, ha vinto l’ostruzionismo delle opposizioni e approvato un provvedimento di modifica della legge regionale n.12/2005 sul territorio, apparentemente innocuo, ma che tra le sue pieghe nasconde due orrori politici.
Il primo avrà come effetto immediato e concreto il via libera ad una vera e propria ondata di speculazione edilizia sulle aree verdi di Monza. Per capirci, stiamo parlando di quasi un milione e ottocentomila metri cubi, di cui 388mila interessano direttamente una società controllata da Paolo Berlusconi. La mossa della maggioranza formigoniana anticipa e vanifica infatti l’imminente approvazione del nuovo piano di governo del territorio da parte del Consiglio comunale di Monza, che avrebbe bloccato lo scempio.
Il secondo interviene invece sulla normativa che regola i mutamenti di destinazione d’uso degli immobili, imponendo d’ora in poi l’obbligo del “permesso di costruire” per il solo caso di un mutamento finalizzato a luogo di culto. In altre parole, se vuoi trasformare il tuo capannone in una bisca non c’è problema, ma se per caso ti salta in mente di andarci a pregare devi chiedere l’autorizzazione del sindaco! Sebbene la nuova norma si riferisca a tutti i culti, risulta evidente che i principali destinatari siano le persone di fede islamica, che non dispongono ancora di una consolidata e riconosciuta rete di luoghi di preghiera.
Un’alleanza tra i furbetti del mattone e gli xenofobi che riproduce il più classico dei malcostumi politici: lo scambio di favori. Protagonisti Forza Italia e Lega Nord, nel ruolo di comparse disciplinate An e Udc, a celebrare il rito l’assessore leghista Boni e a benedire tutta l’operazione il sempre più narcisistico Formigoni. Cioè, al fratello del capo di Forza Italia va l’affare e in cambio la Lega si porta a casa un ulteriore strumento per le sue campagne xenofobe e razziste.
Un centrodestra lombardo che sin dalla sua vittoria elettorale di un anno fa mostra mille contraddizioni e un Presidente della Regione impegnato da due mesi a parlare di se stesso e di stravaganti referendum personali. Sono questi alcuni degli ingredienti che rendono la terza legislatura formigoniana peggiore delle precedenti. E così può succedere che si promuovano aspre battaglie politiche per favorire degli interessi privati a discapito di quelli di interi territori oppure che all’incapacità di delineare una politica qualsiasi rispetto ad una società in cambiamento si faccia corrispondere un susseguirsi di norme stupide e discriminatorie.