Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 22 sett. 2005 (pag. Milano)
Che le centinaia di ragazzi e ragazze che frequentavano la scuola araba di Via Quaranta fossero semplicemente vittime di una campagna politica che nulla c’entra con la scuola in sé era chiaro sin dall’inizio. Altrimenti sarebbe difficile comprendere perché il Comune di Milano procedesse alla chiusura a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, dopo anni di noncuranza. Ma era successo che alla fine di agosto il signor Magdi Allam scatenasse la sua penna, non per parlare di istruzione o di integrazione, ma per additare la scuola di Via Quaranta come una sorta di allevamento di futuri kamikaze, senza peraltro preoccuparsi minimamente di portare uno straccio di prova a sostegno del suo teorema.
Insomma, un’occasione politica ghiotta per un centrodestra milanese che ormai da lunghi mesi punta sistematicamente sulle campagne d’ordine in salsa xenofoba per cercare di recuperare consensi in vista delle elezioni. E non poteva certo mancare la Lega Nord, sempre più simile a Le Pen, che ora rilancia, gridando all’invasione islamica e promuovendo per venerdì un presidio in Via Quaranta, con tanto di rappresentanti istituzionali comunali e regionali, all’evidente ricerca dell’incidente di piazza e di un po’ di pubblicità. Da lì, da questo clima politico inquinato, nasce il problema e nascono le difficoltà per trovare soluzioni o dei semplici terreni di dialogo.
È quel clima, quelle campagne xenofobe e razziste che vanno debellate per poter ristabilire le condizioni che permettano il dialogo e la ricerca di soluzioni vere e realizzabili. E va fatto al più presto, prima che la situazione si incancrenisca e produca effetti a valanga.
Di una soluzione positiva Milano ha urgente bisogno, anzitutto perché è inaccettabile che centinaia di bambini finiscano esclusi da ogni istruzione scolastica, ma anche perché potrebbe essere l’occasione per aprire finalmente un dibattito serio sul futuro di una città che è già multietnica e multiculturale. Come si fa a non vedere la realtà, cioè che i migranti rappresentano oltre il 10% della popolazione milanese, considerando soltanto quanti sono in regola con il permesso di soggiorno, e che ormai uno studente su tredici nelle scuole della città è di origine straniera? E dove pensano di arrivare il signori della “tolleranza zero” con una politica che crea soltanto ghettizzazione, esclusione e insicurezza per tutti?
E qui le responsabilità delle forze politiche dell’opposizione sono grandi. Troppi i silenzi e gli imbarazzi, troppe le reticenze in queste ultime settimane. Forse è giunto il momento di far sentire la propria voce, di farsi parte attiva e non lasciare il campo alle provocazioni leghiste e razziste.