Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 11 genn. 2008 (pag. Milano)
Minacce, negazione dei diritti sindacali minimi, lavoro irregolare e condizioni di salubrità e sicurezza considerati un optional sono il pane quotidiano che accompagna il duro lavoro degli operai del centro logistico di Cascina Nuova, nel comune di Lacchiarella (Milano). E così, ieri una quarantina di loro, aderenti al sindacato SdL intercategoriale, hanno incrociato le braccia e presidiato i cancelli.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso e portato allo sciopero è stato l’ennesimo sopruso a danno di un delegato sindacale interno, fatto allontanare dal posto di lavoro, con tanto di intervento dei carabinieri, unicamente perché aveva risposto a una telefonata. Dall’altra parte, questo sembra essere il trattamento normale riservato a ogni lavoratore che osi fare attività sindacale, visto che di recente due rappresentanti sindacali (Rsa) della Cisl sono stati addirittura licenziati in tronco, sempre in base a delle quisquilie.
Intimidire e licenziare è cosa assai semplice da quelle parti, poiché praticamente tutti gli operai lavorano per delle cooperative, nella fattispecie per l’Uniter e la C.C.C. Scarl, in qualità di soci-lavoratori. Quindi, ti dichiaro non più socio e il gioco è fatto, senza fastidiosi articoli 18. A tutto questo si aggiunga che la grande maggioranza degli operai sono immigrati non comunitari e quindi più ricattabili, o considerati tali, di altri.
In fondo, con lo sciopero gli operai non chiedono la luna, bensì cose molto più elementari, cioè il rispetto delle norme di legge e dei diritti sindacali. Infatti, sembra che non basti fare la segnalazione delle numerose irregolarità alle autorità competenti, perché qualcuno intervenga, come dimostra per esempio il fatto che l’Asl non si è ancora fatta vedere, nonostante una denuncia formale del sindacato di otto giorni fa.
Ora qualcuno deve assumersi le proprie responsabilità, a partire dal noto gruppo Standa-Billa. Ebbene sì, perché il centro logistico funziona da magazzino per i punti vendita del gruppo, anche se nessuno dei 300 operai risulta essere un dipendente Standa-Billa. Ma il gioco è sempre lo stesso e ormai molto in voga, persino nelle pubbliche amministrazioni. Cioè, non assumo nessuno in maniera regolare, ma appalto ed esternalizzo il “servizio” a delle cooperative e, quindi, non vedo, non sento e non parlo.
La situazione di Lacchiarella non rappresenta un’eccezione, ma piuttosto uno specchio di quello che avviene in maniera sempre più vasta nell’intera economia del nostro territorio. Delle autentiche zone franche, dove leggi e contratti semplicemente non esistono. Eppure, nessuno sembra curarsene, anzi, è molto più comodo e redditizio fare finta di niente, salvo poi inventarsi le campagne di criminalizzazione degli immigrati.
Gli operai che ieri hanno trovato il coraggio di scioperare e denunciare meritano che gli si dia ascolto e che si impedisca che domani subiscano nuove intimidazioni. Ecco perché chiediamo alle autorità di vigilanza di svolgere i necessari controlli e alla Standa-Billa di porre fine all’omertà e di assumersi tutte le responsabilità del caso.