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DOTE SCUOLA: CAMBIARE TUTTO PER NON CAMBIARE NULLA. IL SOLITO TESORETTO PER LA SCUOLA PRIVATA
di lucmu (del 21/04/2008 @ 16:53:27, in Scuola e formazione, linkato 1443 volte)
Un “debutto” e una “novità”, anzi un “tesoretto” che Regione Lombardia consegna alle famiglie lombarde. Il forse-Ministro e tuttora Presidente della Regione Lombardia, Formigoni, non ha risparmiato parole roboanti per annunciare che da oggi, 21 aprile, possono essere presentate le domande per la “dote scuola”.
Peccato però che quelle parole faticano terribilmente a trovare un qualche riscontro nella realtà dei fatti, poiché l’unico debutto è quello del termine “dote”. Infatti, le tre tipologie di doti introdotte, in applicazione della legge regionale n. 19/2007, altro non sono che un nome nuovo per finanziamenti vecchi, di provenienza sia statale, che regionale.
E così, la “dote per la permanenza nel sistema educativo”, destinata a quel 91,45% di studenti lombardi che frequentano la scuola pubblica, riunisce semplicemente i diversi contributi statali per i libri di testo e per gli assegni e le borse di studio. In altre parole, la Regione, in quanto ente erogatore, non ci mette un soldo e si limita unicamente a cambiare denominazione a finanziamenti vincolati dello Stato.
Per quanto riguarda i fondi regionali, cioè quelli decisi autonomamente dalla Giunta Formigoni, va anzitutto sottolineato che le quantità economiche erogate corrispondono quasi esattamente a quanto stanziato l’anno precedente. In secondo luogo, si riproduce pari pari la pesante discriminazione delle famiglie i cui figli frequentano la scuola pubblica. Infatti, la “dote di merito”, destinata agli studenti meritevoli delle scuole statali e private, è finanziata con appena 4,2 milioni di euro, mentre la “dote per la libertà di scelta” -cioè il vecchio “buono scuola”-, destinata in maniera esclusiva a quel 8,55% di studenti lombardi che frequentano le private, dispone uno stanziamento di ben 46 milioni di euro.
Cioè, per avere diritto a qualche sostegno da parte della Regione, le famiglie della scuola pubblica devono versare in condizioni economiche sfavorevoli e i figli sono tenuti a dimostrare un ottimo rendimento scolastico, mentre le famiglie delle private possono disporre anche di redditi superiori –fino a 200mila euro di reddito dichiarato al fisco!- e il rendimento scolastico dello studente può essere anche pessimo o nullo.
Insomma, più che di una novità si tratta di un’operazione pubblicitaria, tesa a vendere fumo alla grandissima maggioranza delle famiglie lombarde, mentre i soliti amici del Presidente, cioè le scuole private, si accaparrano quasi tutto il finanziamento pubblico della Regione.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer