Un “debutto” e una “novità”, anzi un “tesoretto” che Regione Lombardia consegna alle famiglie lombarde. Il forse-Ministro e tuttora Presidente della Regione Lombardia, Formigoni, non ha risparmiato parole roboanti per annunciare che da oggi, 21 aprile, possono essere presentate le domande per la “dote scuola”.
Peccato però che quelle parole faticano terribilmente a trovare un qualche riscontro nella realtà dei fatti, poiché l’unico debutto è quello del termine “dote”. Infatti, le tre tipologie di doti introdotte, in applicazione della legge regionale n. 19/2007, altro non sono che un nome nuovo per finanziamenti vecchi, di provenienza sia statale, che regionale.
E così, la “dote per la permanenza nel sistema educativo”, destinata a quel 91,45% di studenti lombardi che frequentano la scuola pubblica, riunisce semplicemente i diversi contributi statali per i libri di testo e per gli assegni e le borse di studio. In altre parole, la Regione, in quanto ente erogatore, non ci mette un soldo e si limita unicamente a cambiare denominazione a finanziamenti vincolati dello Stato.
Per quanto riguarda i fondi regionali, cioè quelli decisi autonomamente dalla Giunta Formigoni, va anzitutto sottolineato che le quantità economiche erogate corrispondono quasi esattamente a quanto stanziato l’anno precedente. In secondo luogo, si riproduce pari pari la pesante discriminazione delle famiglie i cui figli frequentano la scuola pubblica. Infatti, la “dote di merito”, destinata agli studenti meritevoli delle scuole statali e private, è finanziata con appena 4,2 milioni di euro, mentre la “dote per la libertà di scelta” -cioè il vecchio “buono scuola”-, destinata in maniera esclusiva a quel 8,55% di studenti lombardi che frequentano le private, dispone uno stanziamento di ben 46 milioni di euro.
Cioè, per avere diritto a qualche sostegno da parte della Regione, le famiglie della scuola pubblica devono versare in condizioni economiche sfavorevoli e i figli sono tenuti a dimostrare un ottimo rendimento scolastico, mentre le famiglie delle private possono disporre anche di redditi superiori –fino a 200mila euro di reddito dichiarato al fisco!- e il rendimento scolastico dello studente può essere anche pessimo o nullo.
Insomma, più che di una novità si tratta di un’operazione pubblicitaria, tesa a vendere fumo alla grandissima maggioranza delle famiglie lombarde, mentre i soliti amici del Presidente, cioè le scuole private, si accaparrano quasi tutto il finanziamento pubblico della Regione.
Forse le parole roboanti sono utili a dare la percezione che la regione fa qualcosa, anche se la stragrande maggioranza delle famiglie non ottiene un bel nulla, anzi ha una regressione classista. Siccome questa regressione è ghettizzata, possono vivere nell'illusione tipica dell'infatuazione da gioco: qualcuno vince sempre, quindi conviene giocare e tentare la fortunata possibilità. La possibilità di diventare ricchi e godere dei privilegi è un potente narcotico che annebbia le capacità di discernere: voi che vi sbattete valete meno degli abbondanti stormi rapaci pirelloneschi; tentate caparbiamente di contrastarli, in questa allegra regione. Quando poi c'è da fare la conta collezionano valangate di preferenze estirpate proprio a quelle stesse sf**ate famiglie.
di
Pino Timpani
(inviato il 22/04/2008 @ 01:42:45)
# 2
a parte le critiche alla gestione del buono scuola e, ancor più alla modalità "x la libera scelta", vorrei evidenziare come quest'anno gli studenti della scuola statale siano stati ancor più penalizzati. Gli anni scorsi la circolare del "buono scuola" passava anche attraverso le comunicazioni scolastiche mentre, quest'anno, l'unico avviso è arrivato da una lettera della Regione Lombardia che invita a connettersi al sito della regione e, previa richiesta di registrazione, poter tramite il sito stesso effettuare la domanda. Il discrimine consiste nel fatto che le scuole paritarie, come gli anni precedenti, possono far da tramite fra famiglia e regione mentre le statali no. Oltretutto se non si possiede una firma digitale usando la carta dei servizi della Regione, non si può inviare la domanda via internet ma bisogna stamparla e consegnarla ad uno dei preposti uffici comunali. Come sapere quali? chiamando il centralino comunale 020202 che spesso, come
... continuo: successo a me, sbaglia a fornire indicazioni e orari di apertura degli uffici (quindi dà gli appuntamenti sbagliati). Chi non ha un computer, oppure pazienza e testardaggine, cosa fa? Rinuncia alla "dote scuola"...!