Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Abbiamo perso, su tutta la linea. In Lombardia ha perso Ambrosoli e ha vinto Maroni. Quindi continueranno a governare gli stessi che lo fanno già da 18 anni e che solo qualche mese fa erano stati costretti alle elezioni anticipate da scandali e ‘ndrangheta. E ha perso la sinistra, cioè ha perso Etico a Sinistra, ma anche Sel, ambedue investiti e prosciugati dall’onda del movimento 5 stelle e ambedue non entrano in Consiglio regionale. Insomma, abbiamo perso noi, ho perso io.
Non c’è nulla di peggio che dare la colpa ad altri quando si perde. Non serve dire che i lombardi e gli italiani non capiscono una mazza quando ridanno fiducia ai Berlusconi, alla Lega e agli affaristi formigoniani. Ed è sbagliato, molto sbagliato inveire contro i 5 stelle, perché se molti uomini e donne di sinistra hanno deciso, magari anche all’ultimo istante, di votare loro e non noi, allora la colpa non è di Grillo, dei Maya o del campo scivoloso, ma soltanto della nostra inadeguatezza.
La sinistra esce a pezzi, asfaltata e rimane soltanto l’esigenza di rifare tutto. Sì, rifare tutto, perché lo 0.96% di Etico e l’1,8% di Sel sono lo specchio di qualcosa che non va nel profondo. In politica non esiste cassazione, c’è al massimo il giudizio d’appello e mi sa tanto che a questo giro ce lo siamo giocato. Ne riparleremo più avanti, a mente più fredda, non solo in Lombardia, beninteso, perché il problema, com’è sotto gli occhi di tutti, è ben più ampio e riguarda la sinistra tutta, in ogni sua articolazione, politica, sociale e di movimento. È in ultima analisi il problema dell’inadeguatezza dentro la crisi italiana e europea.
Per ora mi fermo qui e mi prendo qualche giorno per ricaricare le batterie e riflettere.
Ma prima di chiudere davvero devo e voglio fare un’altra cosa, la cosa più importante in questo momento: ringraziare tutte quelle e tutti quelli che hanno condiviso con me questa strana, brutta e velocissima campagna elettorale. Ringrazio chi si è recato al seggio e ha votato Etico, scrivendo a fianco il mio nome. Nonostante l’H e il misero risultato della lista, l’avete fatto in 2724, secondo i dati ufficiosi della Prefettura. Ringrazio in particolare quante e quanti in questa campagna ci hanno messo la faccia, il tempo e l’impegno, che ci hanno creduto, che si sono sbattuti, in rete o nelle strade, persino sotto la neve. E ringrazio ovviamente quelle e quelli che hanno costituito il cosiddetto staff, perché sono stati grandi e ci hanno messo anima, cuore e competenza.
A presto.
Luciano Muhlbauer
Questo è l’ultimo appello al voto, ma forse quello più importante, perché l’unica certezza che abbiamo è che l’esito delle elezioni regionali verrà deciso nelle ultime ore. E non si tratta di un esito qualsiasi di un’elezione qualsiasi, bensì della risposta alla domanda se in Lombardia dopo lunghissimi 18 anni vogliamo porre fine al letamaio formigoniano-leghista oppure se vogliamo che tutto continui come prima per altri 5 anni. Tradotto in concreto, questo significa che dobbiamo scegliere se far vincere Ambrosoli oppure Maroni. Tertium non datur a questo giro!
In altre parole, la campagna elettorale non finisce alle ore 24.00 di oggi venerdì 22 febbraio, bensì alle ore 14.59 di lunedì 25 febbraio, cioè un minuto prima della chiusura delle urne! Beninteso, per le liste e per i candidati finisce ovviamente oggi a mezzanotte, come vuole la legge e com’è giusto che sia, ma per il resto dell’umanità lombarda questa volta non è così. Anzi, fino all’ultimo minuto dobbiamo cercare di convincere amici e amiche, parenti, conoscenti, colleghi e colleghe, compagni e compagne o anche gente incontrata per caso che è necessario andare a votare e votare bene. Cioè, che bisogna andare a votare per mandare a casa chi in Lombardia occupa il potere e la cosa pubblica da 18 anni e per fare questo è necessario che Ambrosoli abbia almeno un voto in più di Maroni.
Spiegatelo a tutti e tutte, soprattutto a chi travolto dal disgusto o dallo sconforto non vuole andare a votare o a chi pensa che la cosa giusta da fare sia impugnare la scheda elettorale come un randello e un vaffa. No, ritengo sbagliato, molto sbagliato sottrarsi alla domanda delle domande e far finta che in Lombardia non esista un serissimo problema di bonifica democratica e di chiusura di un ciclo politico che ha trascinato nel fango l’istituzione pubblica. No, non è indifferente se vincono ancora Lega-Cl-berlusconiani-postfascisti oppure no. Nel primo caso, tutto continua come prima e le belle parole sparse in campagna elettorale rimarranno soltanto parole, nel secondo caso almeno abbiamo la possibilità di tradurle in qualche fatto.
E invitiamo a votare ETICO A SINISTRA, perché se vogliamo discontinuità con il passato non basta cacciare Maroni e Formigoni, ma dobbiamo avere anche una sinistra forte. E se poi votate a Milano, città o provincia, è anche possibile esprimere la preferenza al sottoscritto, scrivendo in stampatello MUHLBAUER a fianco del simbolo di ETICO, sul quale avrete messo una croce (vedi come si vota).
Che sia chiaro, questo non è un appello ordinario, di quelli che si fanno sempre all’ultimo momento prima del voto. No, questo è un appello straordinario e serissimo, perché questa volta davvero ci giochiamo tanto, questa volta è sul serio possibile liberare la Lombardia e darci un po’ di ossigeno, a patto però che usiamo il nostro voto e che lo usiamo bene. A questo giro, appunto, tertium non datur: o vince Ambrosoli oppure vince Maroni!
Luciano Muhlbauer
In allegato il facsimile della scheda per le elezioni regionali che troverai domenica e lunedì al seggio, con una simulazione del voto. Basta fare come nel facsimile e così voterai per far vincere Ambrosoli ed esprimerai il voto di lista per Etico e la preferenza per me, cioè per Luciano Muhlbauer.
È iniziata l’ultima settimana di campagna elettorale, quella decisiva. Già, perché siamo letteralmente al testa a testa tra Maroni e Ambrosoli e gli indecisi sono ancora molti, ma ultimamente (avete notato?) il capo leghista è vistosamente meno pimpante e un po’ più preoccupato di prima.
Ebbene sì, perché stavolta possiamo farcela davvero a chiudere con questi 18 anni di occupazione del potere e a mandare a casa Lega-Cl-berlusconiani-postfascisti. Ma dobbiamo impegnarci, sbatterci, parlare con chi ci sta attorno, convincere, perché mai come questa volta la voglia di non andare a votare o di usare il voto come un vaffa è forte. Comprensibilmente, aggiungo, considerati il triste spettacolo offerto dal sistema politico e la durezza dell’impatto della crisi occupazionale.
Ma -perché c’è un ma grande come una casa- qui in Lombardia la domanda alla quale tutti dobbiamo rispondere è estremamente concreta ed è una soltanto: vogliamo che il letamaio formigoniano continui, con la faccia di Maroni, oppure vogliamo cercare di cambiare? In altre parole, dobbiamo scegliere tra una certezza, la continuità incarnata da Maroni, e una possibilità, quella di aprire una fase nuova con la vittoria di Umberto Ambrosoli. E tra quella certezza e quella possibilità non ho dubbi e scelgo la possibilità. Ritengo, anzi, che sia un errore imperdonabile chiamarsi fuori e dichiararsi indifferenti di fronte alla prospettiva di altri cinque anni di ciellini, leghisti, berlusconiani e postfascisti!
Possiamo vincere, ma non basta vincere. Perché la possibilità del cambiamento abbia carburante, perché la voce di lavoratori, precari, studenti e movimenti risuoni nell’istituzione lombarda, occorre vincere con una sinistra forte. Cioè, con un buon risultato della lista Etico a Sinistra. E anche da questo punto di vista questi ultimi giorni sono decisivi.
Questi giorni sono importanti, molto importanti. Usiamoli e usiamoli bene. Spieghiamo perché si deve andare a votare e come si vota, perché anche questo non è sempre chiaro. Ma soprattutto spiegate a tutti e tutte che possiamo farcela, che il vento sta cambiando, che ci manca poco, che stavolta si gioca sul serio. Poi discuteremo tutto il resto, ma ora, per favore, mandiamoli a casa!
Luciano Muhlbauer
In allegato il facsimile della scheda per le elezioni regionali che troverai domenica e lunedì al seggio, con una simulazione del voto. Basta fare come nel facsimile e così voterai per far vincere Ambrosoli ed esprimerai il voto di lista per Etico e la preferenza per me, cioè per Luciano Muhlbauer.
Grande è la confusione sotto il cielo, specie quando si parla di elezioni regionali. Andando in giro, ti rendi conto che a meno di due settimane dal voto molti e molte non sanno ancora bene per che cosa si vota e come si vota. In fondo nulla di sorprendente, visti lo stato desolante della politica e la contestualità con le elezioni politiche, dove vige un sistema elettorale diverso, ma che rende urgente sin da subito far circolare un po’ di informazioni su come si vota e come funzionano le elezioni regionali in Lombardia.
Perché votare
Semplice, perché se non voti, altri decideranno al posto tuo. E se poi dovesse vincere Maroni, allora in Lombardia nulla cambierebbe e tutto continuerebbe come prima, come negli ultimi 18 anni. Già, perché prima con Formigoni c’erano Cl-Lega-berlusconiani-postfascisti e adesso con Maroni ci sono Lega-Cl-berlusconiani-postfascisti.
Quando si vota
Si voterà, contestualmente con le elezioni politiche, nei giorni domenica 24 (ore 8-22) e lunedì 25 febbraio (ore 7-15).
In teoria, le elezioni regionali si dovevano tenere nel 2015, scadenza naturale della legislatura, ma il peso degli scandali, della corruzione e addirittura dell’infiltrazione della ‘ndrangheta hanno travolto il governo Formigoni-Lega e portato alle elezioni anticipate.
Per che cosa si vota e con quale sistema
Si eleggono sia il Presidente della Regione, che il Consiglio regionale (cioè, l’assemblea legislativa). Le elezioni si svolgono in un unico turno. Non esiste ballottaggio!
Nelle regioni siamo in regime presidenzialista e quindi il Presidente della Regione viene eletto direttamente. È eletto Presidente il candidato che ottiene il maggior numero di voti validi sul territorio regionale. Cioè, non è necessaria la maggioranza assoluta, ma si decide a maggioranza relativa.
I consiglieri regionali (80 in tutto) vengono eletti con criterio proporzionale e sulla base di liste circoscrizionali provinciali (le circoscrizioni coincidono con le provincie lombarde: Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio, Varese). Il listino bloccato del Presidente (quello che aveva portato in consiglio la Minetti, per capirci) è stato abolito.
Esiste un premio di maggioranza per le liste collegate al Presidente della Regione che risulterà eletto: il 55% dei seggi in Consiglio se il Presidente è stato eletto con meno del 40% dei voti, il 60% dei seggi se ha avuto più del 40% dei voti (in ogni caso, la maggioranza non potrà avere più del 70% dei seggi).
Diversamente dalle elezioni politiche, dove vige il porcellum, nelle elezioni regionali c’è il voto di preferenza per l’elezione dei consiglieri regionali (attenzione: una preferenza soltanto!). Per esempio, se la lista X ottiene 2 seggi nella circoscrizione provinciale Y, allora entrano in Consiglio i due candidati a consigliere che hanno ottenuto il maggior numero di preferenze nella lista X.
Se vuoi approfondire maggiormente il sistema elettorale, consulta la legge elettorale regionale vigente (l.r. n. 17/2012).
Come si vota
Anzitutto devi recarti al tuo seggio con un documento d’identità valido e con la tessera elettorale (se l’hai smarrita, devi richiederla all’ufficio elettorale del tuo comune di residenza).
La votazione per l’elezione del Presidente della Regione e del Consiglio regionale avviene su un’unica scheda, di color verde.
Tecnicamente puoi fare le seguenti scelte di voto:
a) votare per un candidato alla carica di Presidente della Regione;
b) votare per un candidato alla carica di Presidente della Regione e per una delle liste a esso collegate, tracciando un segno sul contrassegno di una di tali liste,
c) votare disgiuntamente per un candidato alla carica di Presidente della Regione e per una delle altre liste a esso non collegate, tracciando un segno sul contrassegno di una di tali liste (cosiddetto “voto disgiunto”);
d) votare a favore solo di una lista; in tale caso il voto si intende espresso anche a favore del candidato Presidente della Regione a essa collegato.
Inoltre, puoi esprimere la preferenza per un candidato consigliere, scrivendo il cognome del candidato scelto nell’apposita riga che trovi in corrispondenza del simbolo della lista in cui è candidato.
Cosa devi fare se vuoi votare per Luciano Muhlbauer
Anzitutto devi essere iscritto nelle liste elettorali di Milano città o di un comune qualsiasi della provincia di Milano, perché sono candidato soltanto in questa circoscrizione.
Sulla scheda per le regionali (quella verde) devi mettere una croce sul simbolo di ETICO A SINISTRA e nello spazio a fianco devi scrivere MUHLBAUER (attento, devi scrivere il cognome, non c’è nulla di prestampato e non ci sono numeri).
La lista Etico a Sinistra è collegata al candidato Presidente Umberto Ambrosoli, quindi votando la lista Etico e dando la preferenza al sottoscritto scegli automaticamente anche il voto a Umberto Ambrosoli. A meno che tu non scelga il voto disgiunto, ovviamente. Cosa che tecnicamente è possibile, come sopra spiegato, ma che politicamente ti sconsiglio vivamente, perché se Ambrosoli prende meno voti di Maroni, allora ci troviamo con Maroni Presidente della Regione… E questo non lo vogliamo, giusto?
In allegato trovi il facsimile della scheda elettorale per le regionali che troverai al seggio, con una simulazione di voto.
Luciano Muhlbauer
Intervista a Luciano Muhlbauer, a cura di Luce Manara, pubblicato su il Manifesto l’8 febbraio 2012
Elezioni regionali in Lombardia. Dove si gioca la partita più importante per la legislatura. Sembrava una passeggiata sulle macerie del centrodestra, invece quel sistema di potere si è rinsaldato in poche settimane. Per Luciano Muhlbauer, candidato con la lista Etico a Sinistra di Andrea Di Stefano, la partita è aperta. E non è una buona notizia.
Come è potuto succedere?
Il teatrino padano ha già chiuso i battenti. L'alleanza tra Lega, Cl, Berlusconi e post fascisti è tornata esattamente come prima. Il cerchio si è chiuso quando Maroni ha detto che il finanziamento alle scuole private verrà addirittura intensificato. Dietro la maschera del capo della Lega si nasconde il modello Formigoni. Questo rafforza la necessità di battere la destra, anche perché è bene ricordare che le elezioni anticipate sono state provocate dagli scandali, dalla corruzione e dall'infiltrazione della 'ndrangheta nelle istituzioni. Quelli che oggi blaterano di trattenere in Lombardia il 75% delle tasse sono gli stessi che hanno combinato il disastro. Ecco perché è ancora più urgente una bonifica democratica, credo che la coalizione di Ambrosoli rappresenti la possibilità del cambiamento.
Credi che Ambrosoli sia all'altezza della partita che si sta giocando? Non passa giorno senza una sua dichiarazione sconfortante. Dice che bisogna stare con Monti quando Monti attacca lo statuto dei lavoratori, poi si esalta perché Renzi verrà in Lombardia a dare una mano... sembra che non voglia prendere voti a sinistra.
Ambrosoli è il figlio dell'eroe borghese, appartiene a quel pezzo di Lombardia che da sempre ha contatti con la solita borghesia milanese, lo sapevamo da un pezzo, ma comunque quello è un mondo che si contrappone al sistema di Formigoni. Noi di sinistra avremmo preferito Andrea Di Stefano ma abbiamo accettato l'esito delle primarie costruendo una coalizione sufficientemente inclusiva, per tenere insieme il centro e la periferia, un po' come è stato fatto con l'operazione che ha portato alla vittoria di Pisapia. Ma dobbiamo considerare che 18 anni di potere formigoniano sono troppi anche per chi quel potere lo ha subìto, non dimentichiamoci che il Celeste non è caduto sotto i colpi dell'opposizione. E questa debolezza la stiamo pagando anche oggi in campagna elettorale.
Appunto, altro che effetto Pisapia.
Il fatto è che prima pensavamo di aver già vinto, poi, quando la realtà si è rifatta viva dimostrando che quel sistema di potere è tutt'ora forte e radicato, a sinistra è scattata una sorta di malcelata rassegnazione. Questo è l'errore peggiore che possiamo commettere. Si decide tutto in questi ultimi giorni, dobbiamo tornare nelle piazze, parlare con gli amici, stare sul territorio. Il programma di Ambrosoli in parte è ancora un cantiere aperto e la sua definizione dipenderà molto dal risultato elettorale: una sinistra più forte significa vera discontinuità, puntare sul lavoro e sul reddito di cittadinanza.
I grillini sono un problema?
Raccolgono consensi trasversalmente. Dicono cose di sinistra dove conviene, poi a Roma flirtano con Casa Pound. L'M5S diventerà un interlocutore necessario anche in Lombardia, ma credo che abbiano già commesso un errore gravissimo nel chiamarsi fuori da questa partita decisiva. Non possono dire che non è affar loro mandare a casa la Lega.
Non c’è dubbio, oggi il Gattopardo veste verde padano. E così, dopo la parentesi dei barbari sognanti, delle ramazze e delle sceneggiate varie, in Lombardia tutto è tornato come prima: fino a qualche mese fa c’era la coalizione Cl-Lega-berlusconiani-postfascisti, adesso c’è la coalizione Lega-Cl-berlusconiani-postfascisti. Alla chiusura definitiva del cerchio mancava soltanto un pezzo, cioè il ri-abbraccio tra Lega e Cl, ma qualche giorno fa è arrivato pure questo.
Alla faccia degli scandali e della corruzione che avevano portato alla fine anticipata del quarto mandato presidenziale consecutivo di Formigoni, Maroni prima ha dichiarato che il modello Formigoni era buono e quindi non sarà cambiato e, poi, ha rassicurato Cl che neanche uno dei più odiosi scandali formigoniani sarebbe stato toccato: cioè, il finanziamento pubblico alla scuola privata per mezzo del cosiddetto buono scuola. Anzi, secondo Maroni, l’uso del denaro pubblico, destinato in realtà al diritto allo studio, per elargire invece massicciamente sussidi a famiglie benestanti che mandano i figli alla scuola privata dovrebbe essere persino “intensificato” e “rafforzato”…
Insomma, dietro la maschera di Maroni si nasconde null’altro che la filiera politico-affaristica formigoniana di sempre. E non potrebbe essere diversamente, peraltro, considerato che la Lega è parte integrante di quel sistema da ormai 13 anni. Maroni, da Ministro degli Interni, avrà pure fatto arrestare dei mafiosi in Sicilia o in Calabria, ma non sembra si sia mai accorto che la ‘ndrangheta stava dilagando a casa sua, varcando finanche la soglia del Palazzo della Regione. E che dire del crack del San Raffaele, che ora vorrebbero far pagare ai lavoratori con 244 licenziamenti, visto che l’Assessore regionale alla Sanità era un leghista dal 2005 fino al 2012?
Insomma, è davvero pazzesco che questa palese verità fatichi a essere raccontata per quella che è nella quotidianità di questa strana campagna elettorale. Anzi, leghisti e ciellini si permettono pure di fare la morale, di parlare come se fossero appena sbarcati da Marte. Nulla di nuovo, direte, hanno fatto sempre così. Giusto, ma ci sarà pure un limite alla faccia tosta e, soprattutto, deve esserci un limite a quel buonismo che serpeggia dalle nostre parti. Non sto dicendo di diventare come loro, anche perché, per fortuna, non ne siamo capaci, ma un po’ più cattivi e rumorosi sì!
Mancano solo tre settimane al voto e tutto si deciderà in questo breve tempo. Quindi, diamoci una mossa tutti quanti e mettiamo un po’ di pepe in questa campagna elettorale, perché vincere si può e perché sarebbe davvero incredibile che quanti hanno trascinato la Regione nel fango venissero addirittura premiati con un quinto mandato consecutivo.
Luciano Muhlbauer
Pubblichiamo di seguito l’appello di sostegno a Luciano Muhlbauer, candidato a consigliere regionale nella lista “Etico – A Sinistra – Per un’altra Lombardia” nel collegio di Milano, con le prime firme, elencate in ordine alfabetico. In fondo trovate l’indirizzo mail a cui mandare eventuali adesioni. Ovviamente, l'appello è liberamente divulgabile.
ELEZIONI REGIONALI 2013.
NOI APPOGGIAMO E SOSTENIAMO LA CANDIDATURA DI LUCIANO MUHLBAUER
Dopo quasi vent’anni, travolta dal peso del malaffare e della corruzione, in Lombardia si chiude l’era Formigoni. Ora si tratta di voltare radicalmente pagina e scrivere un’altra storia. Per fare questo, però, non basta sostituire il capitano della nave, ma bisogna tracciare una nuova rotta, rompere con il sistema di potere ciellino-leghista, cambiare modello e rovesciare l’ordine delle priorità, dando voce e risposte concrete alle lavoratrici e ai lavoratori, a chi un lavoro non ce l’ha, ai precari, agli studenti, ai migranti.
La Lombardia ha bisogno di un’amministrazione limpida e trasparente, che anteponga l’interesse pubblico a quello privato, che abbia cura dei beni comuni, che valorizzi l’economia solidale e che esca dall’immobilismo ed affronti la crisi con progetti e investimenti atti ad evitare i licenziamenti e a favorire l’occupazione.
Le priorità devono essere lavoro, diritti sociali e civili, reddito, casa, scuola e sanità pubbliche, cultura. Vanno fermate il consumo del territorio e le inutili e devastanti grandi opere autostradali, favorendo invece il trasporto pubblico, e occorre restituire alla socialità gli spazi urbani abbandonati al degrado o alla speculazione.
Riteniamo la cittadinanza attiva un valore fondamentale e la democrazia, dentro e fuori i luoghi di lavoro, un principio non negoziabile. Pensiamo che l’antifascismo non sia un cimelio del passato, bensì un’imprescindibile necessità del presente e del futuro.
Questi sono i tratti della nostra Lombardia.
Dal nostro agire quotidiano scaturisce una consapevolezza: perché le nostre opzioni, idee, proposte si traducano nel concreto è necessario che “dentro al palazzo” ci sia qualcuno che le condivida, le senta proprie e che si batta per trasformarle in atti politici.
Vogliamo in Regione chi parla la nostra lingua, chi in questi anni è stato al nostro fianco nei momenti di discussione e di mobilitazione, nei presidi, davanti ai cancelli delle aziende, nei quartieri, nelle piazze.
Per questo appoggiamo e sosteniamo Luciano Muhlbauer, candidato alle prossime elezioni regionali, e invitiamo a votarlo.
Primi firmatari:
Mariagiulia Agnoletto, psichiatra
Massimo Alberti, giornalista
Edoardo Bai, medico
Lia Bandera, Cric Milano
Silvia Baratella, Rls Giunta Regionale
Giansandro Barzaghi, Presidente Associazione “NonUnodiMeno”
Enzo Bennardis, delegato Fiom Nacco
Roberto Bertoglio
Giorgio Bezzecchi, direttore Museo del Viaggio “Fabrizio De André”, Consulta Rom e Sinti Milano
Donatella Biancardi, Rsu Usb P.I. Giunta Regionale
Rosella Blumetti, Assessora alle politiche ambientali ed energetiche, tutela animali, verde pubblico, mobilità e trasporti, Comune Corsico
Valter Boscarello, Rete Antifascista Milanese
Alessandro Braga, giornalista
Luigi Brambillaschi
Luca Brunet, Consigliere comunale Peschiera Borromeo
Omar Caniello, giornalista
Jorge Carazas, Portavoce Convergenza delle Culture Milano e Rete Immigrati Autorganizzati Milano
Cristina Cattafesta, Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane, Milano
Bruno Cattoli, segretario regionale Unione Inquilini
Lucio Cavicchioni, fotografo
Angelo Ceccato, delegato Fiom Bcs Divisione Mosa
Andrea Cegna, conduttore radiofonico
Luca Cerpelloni
Federico Riccardo Chendi, Spazio Ligera
Alberto Ciullini, Consigliere di Zona 2 Milano
Federica Comelli, Associazione Italia Nicaragua
Carlotta Cossutta, dottoranda di ricerca presso Università degli Studi di Verona
Leonardo Cribio, Vicepresidente Comm. Territorio e Vicepresidente Comm. Case Popolari e Demanio, Consiglio di Zona 9 Milano
Claudio Crotti, disoccupato
Tina D’Amicis, Rsu Usb Comune Milano
Manuela Dall’Acqua, Associazione Per non Dimenticare Varalli e Zibecchi
Danilo De Biasio
Paolo Denini, lavoratore logistica Inps in appalto
Giusy Di Blasi, educatrice scuola materna
Alessandro Diegoli, conduttore radiofonico
Emanuela Donat-Cattin, pensionata
Marco Donati
Davide Facchini, libero professionista
Dario Falcini, giornalista
Luca Fazio, giornalista il Manifesto
Mario Fezzi, avvocato
Alex Foti, editor e saggista
Graziano Fortunato, Arci Milano
Gianni Fossati, Associazione Italia-Cuba Milano
Dino Fracchia, fotogiornalista
Davide Furia, disoccupato
Niccolò Garufi, precario
Pippo Garufi, Consigliere di Zona 5 Milano
David Gianetti
Betty Gilmore, poetessa e cantante
Roberto Giudici, Fiom Milano
Silvano Guidi, Flc Cgil Milano
Claudio Jampaglia, giornalista
Junior Sprea
Raffaella Lapenna, delegata Fiom Electrolux
Alberto Larghi, Fiom Milano
Luca Leoni, Associazione Per non Dimenticare Varalli e Zibecchi
Cristina Linzani, commerciante
Roberto Maggioni, giornalista
Luca Mangoni “Supergiovane”
Silvia Martorana, impiegata
Gino Maurello
Elisabetta Miglioli, Rsu Usb Consiglio Regione Lombardia
Luigina Milanese, Consigliere comunale Corbetta
Margherita Napoletano
Stefano Nebu Nebuloni, militante antifascista
Angelo Pagaria, delegato Fiom Agile/Eutelia
Andrea Papoff, studente precario, Rho
Anna Pellizzone, dottorando di ricerca presso Università degli Studi di Milano
Walter Peruzzi
Disma Pestalozza, Web Guru
Rosa Piro
Punkreas
Francesco Franz Purpura, educatore precario
Laura Quagliuolo, redattrice precaria
Andrea Quattrociocchi, Presidente Comm. Attività Produttive / Commercio Consiglio di Zona 9 Milano
Valentina Raimondi, insegnante d’italiano L2 precaria
Rosetta Riboldi, Coordinamento Pace Cinisello Balsamo
Alfio Riboni, delegato Fiom IBM
Adele Rossi
Daniela Rottoli
Renato Sacristani, Presidente Consiglio di Zona 3 Milano
Giorgio Salvetti, giornalista il Manifesto
Diana Santini, giornalista
Marinella Sanvito, insegnante
Maria Sciancati
Ilaria Scovazzi, Arci Milano
Stefano Sfregola, delegato Fiom Alstom Power
Bebo Storti, attore
José Luis Tagliaferro
Beppe Tampanella, Usb Legnano
Aldo Rodolfo Tediosi, Consigliere comunale Cinisello Balsamo
Martina Tisato, educatrice precaria
Teo Todeschini, attivista No Tem
Antonio Tola, operaio Legnano
Roberto Vassallo, Direttivo Cgil Milano
Diego Weisz, Rsu Usb Comune Cinisello Balsamo
Lino Zambrano, Cric Milano
Gabriele Zolfo, Rsu Usb Comune Milano
Damiano Zorzo, musicista
nuove adesioni, in ordine alfabetico (aggiornate al 22 febbraio):
Moukrim Abdeljabbar, Associazione Al Qafila
Claudio Accogli, ferroviere
Giuliano Barbieri, allestitore, lav. autonomo
Simone Baroni, assistente sociale e segretario prc Bareggio
Raniero Bellarosa
Lella Bellina, Fiom Milano
Sabina Berra, giornalista
Lucia Bertolini, docente scuola secondaria di 1° grado
Tiziana Bianchini, operatrice sociale
Gianfranco Bignamini, resp. regionale Usb sanità privata e delegato Rsu a.o.
Beatrice Biliato, redattrice "Guerre&Pace"
Pino Binosi, Rsu Usb Giunta Regionale
Marisa Bonfanti, pensionata
Carmen Borsa
dj Brega, Trash Milano
Gianandrea Bungaro, educatore
Annalisa Caffa, ricercatrice
Ernesto Cairoli
Anna Camposampiero
Sandra Cangemi, giornalista
Marco Capra
Carlo Casella, fotografo
Lorena Castellari
Patrizia Cavallotti, grafica
Laura Coletta, mamma lavoratrice zona 2 Milano
Alice Colombi, media analyst
Maria Carla Confalonieri
Antonio Corrado
Tiziana Crostelli, Fiom Milano
Francesca Daidone
Elisabetta Daina, Cub Scuola Università Ricerca
Cristina Dall'Orto, Rsu Fp Cgil Comune di Legnano
Caterina Dal Molin, editor cine-televisiva
Alessandro Delfanti
Ivano De Ponti, pensionato
Francesca Di Girolamo, operatrice culturale
Anna Dimitolo, consulente, lav. autonoma
Iose Giovanni Dioli, delegato Rsu So.ge.M.i (ortomercato)
Laura Donati
Milly Donato, impiegata comunale
Luigi Fagioli, insegnante in pensione
Marco Fassino, insegnante
Barbara Favero, Operatore socio sanitario - Corbetta
Ornella Fedele, operaia metalmeccanica
Angela Ferravante, praticante avvocato
Giordano Ferri
Niccolò Filosomi, studente universitario di storia
Emilio Florio, docente Liceo S.Quasimodo, Magenta
Haidi Gaggio, Comitato Piazza Carlo Giuliani o.n.l.u.s.
Luca Galantucci, assegnista di ricerca Politecnico Milano
Marina Galli, lavoratrice Consiglio regionale della Lombardia
Paola Gasparoli
Francesca Gazzi, delegata Fiom
Manuela Gerosa, bibliotecaria
Ernesta Gervasi, lavoratrice Scala
Marco Lupo Gingardi, tassista
Elena Giuliani, Genova
Antonia Grigetti
Sara Guarino, educatrice professionale
Filippo Iemmolo, studente universitario
Chiara Introini
Luigi Laforgia, musicista
Tina Lamacchia, impiegata
Fabio Leone, Tecnico/Teatroterapista
Rosa Macrina,Lsu Tribunale Milano
Giacomo Manfredi, operatore sociale, segretario Prc Cornaredo
Rosella Manganella, delegata Rsu Regione Lombardia
Stefano Mansi, lavoratore Comune di Milano
Letizia Maruzzella, educatrice Comune Milano
Haiat Marzigie
Vittorio Melia, delegato Fiom Rsu Jabil Cassina de' Pecchi e componente direttivo Fiom Milano
Bruno Menotti
Corinne Milani
Donatella Modica, lavoratrice Consiglio regionale della Lombardia
Luisella Morandi, infermiera
Paolo Morandi
Graziella Moroni
Nicoletta Negri
Roberto Nicola
Marco Nicolini, dipendente regionale
Antonio Oldani, Presidente Comitato Intercomunale per la Pace del Magentino
Luigia Pasi
Andrea "Andy" Perego, militante antipsichiatrico
Giampiero Pinna, dip. Comune di Milano
Alessandro Poma
Manuela Porcaro, funzionario regionale
Prc Binaschino
Roberto Rivolta, insegnante
Nicola Roselli, Consigliere Comunale "La Sinistra L'Ambiente" Cerro Maggiore
Sara Rossi
Carmen Ruberta, Rsu Fiom Almaviva
Piera Saita, lavoratrice pubblico impiego
Rosario Salzano
Luigi Santese
Maurizio Sartori, Community Manager & Web Designer molto precario
Chiara Scolari
Martina Seddaiu, presidentessa Associazione Arya
Walter Settembrini, imprenditore
Francesco Solano, Rls e Rsu Usb Giunta Regionale
Maurizio Spoldi, delegato Fillea Cgil Rsu Impregilo SpA - sede di Milano
Fabio Squeo, Rsu Usb Giunta Regionale
Rachele Stella, insegnante precaria
Davide Tamacoldi, Bergamo
Matteo Tamburri, Bresso
Carla Tarussello
Stefania Tenan, educatrice precaria
Gianfranco Tommasini, pensionato
Danilo Tosarelli
Marco Viola
Francesco "Riot" Vivone, studente universitario
Angelo Zaccaria, impiegato pubblico
Massimo Zava, Milano
Si parte con la campagna elettorale per le elezioni regionali lombarde che si terranno il 24 e il 25 febbraio. Finalmente, direi, perché in realtà siamo noi, cioè quelli e quelle che vogliono voltare pagina dopo quasi 18 anni di formigonismo, che non eravamo ancora partiti, mentre loro, cioè quelli che vogliono che nulla cambi, sono partiti da tempo. Anzi, non solo sono partiti, ma hanno anche già chiuso i battenti del teatrino padano, rifacendo esattamente la medesima alleanza che ha malgovernato la Lombardia fino ad oggi, cioè Lega-Cl-berlusconiani-postfascisti.
Non sarà facile cambiare le cose in Lombardia, perché loro, nonostante scandali, corruzioni e ‘ndrangheta, sono ancora forti e, soprattutto, disposti a qualsiasi cosa pur di non mollare potere, privilegi ed interessi affaristici. Non sarà facile, appunto, ma è possibilissimo questa volta, a patto che ci diamo una mossa, che ci crediamo e che di-mostriamo di fare sul serio.
E non sarà nemmeno sufficiente vincere nelle urne per cambiare le cose, perché 18 anni sono tanti anche per chi ha subito il potere delle destre. Ci vorrà una bella dose di innovazione, ma soprattutto di capacità di far irrompere nel “palazzo” gli interessi, le esigenze e le aspirazioni dei lavoratori e delle lavoratrici, dei precari, di chi il lavoro l’ha perso e di chi lo sta cercando, dei movimenti e della cittadinanza attiva. In altre parole, ci vorrà una sinistra credibile e forte o, detto molto più semplicemente, una sinistra che faccia il suo mestiere. E anche questo è possibile, perché questa volta c’è qualcosa di nuovo, cioè la lista nata dall’esperienza delle primarie lombarde animata da Andrea Di Stefano: si chiama “Etico – Per un’altra Lombardia - A Sinistra” (vedi http://www.perunaltralombardia.it/).
Il simbolo è nuovo, il nome anche. Ma ci abitueremo, anche perché a guardare bene quel simbolo non è male, anzi è pieno di storia e significati. E soprattutto abbiamo finalmente qualcosa di nuovo a sinistra che unisce, invece che dividere, anche se purtroppo non è riuscito ad unire tutto quello che si poteva. Pazienza, non servono le polemiche, serve andare avanti, perché la strada è quella giusta, e così, spero, domani riusciremo a fare quello che non siamo riusciti a fare oggi.
Abbiamo dunque la possibilità di chiudere con questi 18 anni di Formigoni in Lombardia e abbiamo la possibilità che nella coalizione che sostiene la candidatura a presidente di Umberto Ambrosoli ci possa essere una presenza non marginale, ma significativa della sinistra politica e sociale. Io penso che dobbiamo giocarcela, che dobbiamo provarci, seriamente.
Per quanto mi riguarda, ho deciso di fare la mia parte, candidandomi a consigliere regionale per la lista “Etico – Per un’altra Lombardia - A Sinistra” nel collegio di Milano (che coincide con il territorio della provincia).
Per ora c’è solo questo mio annuncio, ma a breve arriveranno anche un po’ di materiali per la campagna elettorale. Forse qualcosa già domani. Anche questo blog cambierà un po’, con una parte dedicata proprio alla campagna elettorale. E altre cose ancora.
Luciano Muhlbauer
Alle primarie lombarde ha vinto Umberto Ambrosoli, che sarà dunque il candidato presidente della coalizione che tenterà di chiudere finalmente con i quasi 18 anni di dominio delle destre in Lombardia. Gli faccio i miei complimenti. Ma soprattutto penso che dobbiamo fare i complimenti ad Andrea Di Stefano, cioè colui che in queste primarie si è caricato sulle spalle il difficile compito di dare rappresentanza e consistenza a una proposta di sinistra, di netta rottura con la logica del formigonismo e del leghismo. Penso che Andrea sia riuscito splendidamente in questo compito, come dimostra il suo 23,23% (il 28,81% a Milano città) di consensi, non cadendo mai nel tranello dell’autoreferenzialità o in quello, opposto ma uguale, della troppa disinvoltura tattica. Grazie Andrea!
Alle primarie sono andate a votare 150mila elettori ed elettrici. Sono meno della metà delle recenti primarie nazionali di Pd e Sel, ma questo in fondo non deve sorprendere, considerati i tempi strettissimi e il silenzio mediatico. E poi ci si è messa pure la neve. In ogni modo, sono numeri che ci dicono che molta strada è ancora da fare nel poco tempo che ci separa dalle elezioni, ma anche che forse qualcosa è iniziato a cambiare, visto che questi 150mila sono già una bella differenza con le piazze finora troppo vuote (tranne gli studenti) di fronte al manifestarsi, oltre ogni ragionevole dubbio, del marcio al Palazzo della Regione.
Ritengo, inoltre, che le percentuali che escono dal voto di ieri siano una fedele fotografia dello stato d’animo dell’elettorato di centrosinistra e di sinistra della Lombardia. Ambrosoli ha vinto chiaramente con il 57,66%, ma gli altri due candidati, Di Stefano e Kustermann, che ambedue si sono caratterizzati per posizionarsi più a sinistra, hanno nel loro insieme raccolto il 42% dei consensi in Lombardia, che diventano ben il 49% a Milano città. In altre parole, queste primarie affermano a chiare parole che senza sinistra e senza una parte significativa delle sue proposte non si potrà vincere la partita, cioè sarà molto difficile convincere una parte importante del “proprio” elettorato di andare alle urne e votare per la coalizione.
Infine, il risultato di Andrea Di Stefano è ottimo (23,23% in Lombardia, 27,87% a Milano città e provincia, 28,81% a Milano città) e in questi ultimi giorni qualcuno aveva persino iniziato a credere in un “miracolo”. Ma soprattutto questo risultato rappresenta un segnale preciso per tutta la sinistra, sia quella parte che l’ha sostenuto apertamente, sia quella che si è persa nei tatticismi, sia quella che non è andata al votare. Cioè, la Lombardia sarà pure una Regione ostica per la sinistra, ma non esageriamo, perché quando si fa sul serio, quando mettiamo da parte un attimo i nostri vizi e difetti, che non sono pochi, allora vediamo arrivare anche i risultati. E la concretezza, la trasparenza e la credibilità di Andrea Di Stefano l’hanno dimostrato con i numeri.
Insomma, per concludere questo ragionamento a caldo (ma sarà dura avere prossimamente a disposizione il tempo per fare analisi “a freddo”…), penso che dobbiamo andare avanti sulla strada intrapresa, insieme ad Andrea ovviamente, per portare alcuni punti cardini del programma di Di Stefano nel programma di coalizione e per tradurre questa esperienza anche in un’opzione politica che gli elettori e le elettrici possono scegliere alle elezioni regionali.
Se e come queste cose accadranno o potranno accadere lo vedremo già in questi giorni. Comunque, importante è lavorare da subito nella giusta direzione e metterci in testa che questa volta dobbiamo fare la ciambella con il buco!
Luciano Muhlbauer
Sabato 15 dicembre si tengono in Lombardia le primarie civiche per decidere chi sarà il candidato presidente che andrà a sfidare ciellini, leghisti e berlusconiani alle elezioni regionali anticipate e quale sarà il profilo programmatico della coalizione che avrà l’arduo compito di produrre un cambiamento e una discontinuità vera dopo quasi 18 anni di governo ininterrotto da parte di Roberto Formigoni e della sua cricca.
Rispetto alle recenti primarie nazionali di Pd e Sel saranno consultazioni più semplici, perché non ci sono trafile burocratiche e preiscrizioni, e più aperte, poiché possono votare anche i sedicenni e non ci sono appelli e carte d’intenti da firmare preventivamente. Insomma, sono un’occasione di partecipazione da cogliere e vi invito pertanto ad andare a votare –e di far votare- alle primarie lombarde. E vi propongo anche di esprimere la vostra preferenza per Andrea Di Stefano.
Ma andiamo con ordine, anche per tentare di contrastare un po’ la carenza di informazione che c’è su queste primarie.
Quando? Dove? Come? Chi?
Si vota in una sola giornata, cioè sabato 15 dicembre, dalle ore 8.00 alle ore 20.00. Unica eccezione, per quanti e quante sabato lavorano tutto il giorno, sono alcuni seggi speciali (a Brescia, Monza, Milano -via Pergolesi, 15, h. 17-22-, Bergamo, Cremona, Crema, Lecco, Lodi e Varese), aperti già venerdì sera. Ma per poter accedere a questi occorre fare richiesta entro giovedì alle ore 20.00 ai coordinamenti provinciali.
Si vota nel seggio più vicino alla propria residenza. Per sapere dov’è occorre fare riferimento al numero della sezione elettorale (lo trovate sulla vostra tessera elettorale) e andare sulla pagina Trova il tuo seggio del sito del patto civico lombardo. Chi invece è sprovvisto di tessera elettorale, perché minorenne o cittadino straniero, si deve recare semplicemente al seggio più vicino alla propria residenza. Chi fosse impossibilitato a recarsi al proprio seggio e intende votare fuori sede, deve fare apposita richiesta al coordinamento provinciale entro giovedì alle ore 20.00.
Per poter votare è sufficiente presentarsi al proprio seggio di appartenenza, munito di carta d’identità (e permesso di soggiorno, per i cittadini non comunitari) e tessera elettorale (per chi ce l’ha, ovviamente), versare almeno un euro come contributo alle spese organizzative e fornire i propri dati anagrafici.
Hanno diritto di voto in queste primarie tutte le cittadine ed i cittadini italiani e dei paesi comunitari, residenti in Lombardia, nonché le cittadine ed i cittadini di paesi non comunitari, residenti in Lombardia e in possesso del permesso di soggiorno e della carta d’identità. Per poter votare bisogna aver compiuto i 16 anni entro il 15 dicembre 2012.
Perché andare a votare alle primarie lombarde?
Ovviamente, non tutti gli uomini e le donne che pensano che occorra voltare pagina dopo il ventennio formigoniano sono anche convinti che bisogna andare a votare alle primarie. E ci mancherebbe altro, visti i tempi che corrono e le troppo delusioni e incazzature accumulate. Poi ci sono state le modalità non proprio edificanti con le quali siamo arrivati a queste primarie (do you remember?), il poco tempo a disposizione per farle vivere sul territorio e per far conoscere i candidati e, infine, una certo senso di overdose da primarie dopo quelle nazionali. Poi ci sono anche le diffidenze di sempre rispetto ad uno strumento considerato troppo amerikano e troppo maggioritario e tante altre cose ancora.
In tutti questi dubbi e in tutte queste sensazioni ci sono sicuramente dei pezzi di verità, ma poi c’è anche un altro pezzo e un altro ragionamento, che penso sovrastino tutti gli altri. Per prima volta dopo tanti anni c’è la possibilità concreta, sebbene per nulla facile o scontata, di produrre un cambiamento in Lombardia, di mandare a casa i responsabili del malgoverno, dell’affarismo e delle false eccellenze. In altre parole, non si va ad elezioni per partecipare, ma per cercare di vincere. Sarebbe stato davvero da pazzi, dunque, se le scelte da fare fossero state affidate a qualche stanza chiusa, se di segreteria o di salotto poco importa, invece che a una contesa e a un confronto pubblico e trasparente sulle persone e, soprattutto, sui programmi.
In altre parole, con tutti i suoi difetti e con tutto il poco tempo a disposizione –ma su questo non possiamo farci molto, visto che si voterà probabilmente già a febbraio-, queste primarie sono comunque un fatto positivo e un’occasione da non sprecare per contribuire dal basso alla definizione delle scelte e alla costruzione del percorso che ci porterà alle elezioni vere e proprie.
Perché votare Andrea Di Stefano?
In queste primarie si sono confrontate tre persone certamente dignitose e di indubbia moralità. Queste caratteristiche ovviamente non bastano per fare un programma di governo, ma visto come siamo messi attualmente in Regione, tra ruberie ed ‘ndrangheta, non è nemmeno poco, anzi!
Ma appunto, non basta, né per governare, né per cambiare. E da questo punto di vista Umberto Ambrosoli, Alessandra Kustermann e Andrea Di Stefano presentano profili e priorità diversi. L’esito delle primarie, con il suo vincitore, ma anche con i suoi numeri e le sue proporzioni, ci diranno dunque molto sul programma della coalizione, che io penso debba essere di rottura e discontinuità con il regime formigoniano non solo nelle persone, ma anche nel modello, nel sistema di potere e nelle priorità sociali e politiche. Ed è esattamente per questo che avevo sostenuto da subito la candidatura di Andrea Di Stefano e che ora vi invito a votarlo alle primarie!
Vi risparmio un altro fiume di parole per argomentare perché ritengo Andrea un ottimo candidato per la presidenza della Lombardia e rinvio a questo proposito, per chi fosse interessato, a quanto avevo scritto il 22 ottobre scorso (vedi Con Andrea Di Stefano per voltare pagina sul serio), aggiungendo soltanto che queste ultime settimane di confronti, assemblee eccetera mi hanno confermato assolutamente nelle mie convinzioni iniziali.
Quindi, prima di chiudere, mi limito ad un’unica considerazione, che mi pare però necessaria alla vigilia del voto di sabato. In queste settimane in molti si sono accorti che la candidatura di Andrea Di Stefano, inizialmente sottovalutata da molti, non era un gioco, ma una cosa seria. E tanti, che magari prima non lo conoscevano, hanno potuto conoscere ed apprezzare la sua competenza e la sua serietà. E così, è successo che in questi giorni qualcuno abbia pensato bene di riesumare argomenti un po’ vecchi e un po’ tristi, ma che evidentemente pensa efficaci: cioè, dipingere Andrea Di Stefano come rappresentante di una sinistra minoritaria e votata alla sconfitta permanente e, in ultima analisi, come uomo incapace di essere il candidato presidente di una coalizione competitiva.
Comunque, non sono soltanto argomenti tristi, ma soprattutto argomenti espressione di una visione distorta della realtà, che postula, alla faccia dell’esperienza concreta, che per vincere in Lombardia sia sufficiente spostarsi al centro. Già, perché in troppi fanno finta di non sapere che la rincorsa del centro è la cifra della politica dominante del centrosinistra lombardo da un po’ di tempo, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, specie quelli delle regionali del 2010.
No, il problema principale per una coalizione che intende battere le destre in Lombardia è convincere e coinvolgere gli elettori che desiderano un cambiamento in Regione, ma che magari si sono arresi alla delusione o alla rassegnazione, che forse non votano più o che votano per protesta. In altre parole, le destre non si battono al centro, ma in basso e in periferia. In fondo, pur nella consapevolezza che la regione non vada confusa con il suo capoluogo, questo è stato anche l’insegnamento della primavera milanese.
Ebbene, qui mi fermo. Mi raccomando, se sabato prossimo non siete proprio dall’altra parte della galassia, andate a votare e votate Andrea Di Stefano!
Luciano Muhlbauer
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