Blog di Luciano Muhlbauer
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
di lucmu (del 20/05/2005, in Regione, linkato 1233 volte)
Sono passati soltanto pochi giorni dalla costituzione della nuova Giunta regionale, in cui Formigoni ha subito la fame di poltrone dei notabili di partito e l’offensiva leghista contro i suoi fedelissimi, ed ecco che arriva la contromossa del Governatore. Nella prima riunione di Giunta è stata deliberata la mega-nomina di 52 dirigenti di alto livello dell’amministrazione regionale, di cui ben 22 rispondono direttamente a Formigoni, mentre gli altri 15 assessorati si dividono i restanti 30.
Un esercito di dirigenti formigoniani che corrisponde ad un accentramento di poteri nella direzione generale alle sue dirette dipendenze, con un’altra invenzione analoga a quella dei “sottosegretari”, cioè le “direzioni centrali”. Così facendo, Formigoni controllerà direttamente anche il bilancio, la politica del personale - con l’arrivo inquietante del ristrutturatore delle Poste, Enrico Pazzali - e le funzioni di coordinamento dell’insieme della struttura regionale.
Insomma, gli scontri tra le varie forze che compongono il centrodestra lombardo si annunciano senza quartiere e coinvolgono pesantemente la stessa struttura amministrativa della Regione, evidentemente da qualcuno considerata proprietà privata e non cosa pubblica.
Tutto questo avrà un costo, non soltanto in termini di trasparenza ed efficienza dell’amministrazione regionale, ma anche in termini monetari. Attendiamo la stipulazione dei contratti dei dirigenti per capire quanto costerà al contribuente questa guerra amministrativa, ma sin d’ora inquietano i criteri contenuti nella delibera. Infatti, le retribuzioni dei direttori “vicari” e di “funzione specialistica” - questi ultimi tutti alla dipendenze dirette del Presidente - potranno essere persino pari a quelle dei direttori generali.
Mentre siamo nel bel mezzo di un’offensiva propagandistica contro i dipendenti pubblici, da tempo senza rinnovo contrattuale e additati come “improduttivi”, il centrodestra lombardo non si fa scrupoli ad utilizzare il denaro pubblico per finanziare, a peso d’oro, la sua guerra intestina. Tutto ciò è semplicemente inaccettabile e forse sarebbe il caso che se ne occupasse anche la Corte dei Conti.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
E’ stato anche grazie al comportamento coerente e trasparente dell’opposizione che ieri Formigoni ha dovuto formalizzare la crisi della sua Giunta nell’aula consiliare.
Una crisi che nulla c’entra con il merito dei provvedimenti di bilancio in discussione, ma che molto c’entra invece con il pessimo stato di salute del centrodestra sul piano nazionale.
Alla fine forse qualche soluzione la troveranno, mediante il solito valzer delle poltrone. Ma sarà comunque una soluzione finta, di breve respiro. Lo scontro tra Lega e Formigoni continuerà, almeno fino alle elezioni politiche del 2006.
La Regione Lombardia è paralizzata da mesi, mentre la crisi che vivono sempre più cittadini e lavoratori lombardi trova la più totale disattenzione da parte del centrodestra. Altri mesi così, la Lombardia non se li può certo permettere!
La maggioranza che governa la nostra regione ha ricevuto il suo mandato dagli elettori appena sei mesi fa. Se oggi non è più in grado di governare non c’è che un’alternativa: tornare dagli elettori, magari a primavera. Spazi e margini per altre soluzioni o per appoggi sottobanco non ce ne sono, né ce ne saranno.
 
Comunicato stampa di Mario Agostinelli, Luciano Muhlbauer e Osvaldo Squassina
 
Arriva la nuova Bmw per il presidente Formigoni, modello 760 high security, immatricolata nel 2004. Passata l’epoca delle mitiche e ministeriali auto blu, si ricorre ovviamente al più moderno leasing finanziario. Costo per il contribuente lombardo, escluso l’autista e per il solo biennio 2006-2007, la bazzecola di 272.238 euro. Ovvero, 527milioni di vecchie lire!
Questo è quanto si evince dal decreto numero 16457 dell’11 novembre scorso, a firma del dirigente di ‘funzione specialistica datore di lavoro’ della Giunta regionale. Ci scappa persino qualche involontaria nota umoristica, laddove il decreto afferma che tale esborso di denaro pubblico sarebbe motivato dalla necessità di “garantire la sicurezza del personale addetto alla guida dell’autovettura”.
Non passa giorno che un ministro o un assessore non ricordi al cittadino che di soldi non ce ne sono più, che bisogna tagliare, che bisogna sacrificare. Gli stessi 3000 dipendenti dell’amministrazione regionale lombarda, molti dei quali faticano non poco per arrivare alla fine del mese, si sentono ripetere a ogni tornata contrattuale che non ci sono soldi. Insomma, tutto è sacrificabile e tutto si può tagliare, tranne le spese di rappresentanza del presidente Formigoni, le quali infatti sono cresciute in maniera esponenziale in questi anni.
Ci sono meno soldi, è vero, ma soprattutto si spendono male. Per taluni, infatti, ci sono sempre, succeda quel che succeda; per altri invece, come i lavoratori o i cittadini meno abbienti, quasi mai. Il presidente Formigoni potrebbe fare oggi un gesto di buon governo, tagliando le sue spese di rappresentanza, magari a partire dai quei 527milioni di vecchie lire per la Bmw presidenziale.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
di lucmu (del 28/11/2005, in Regione, linkato 990 volte)
Stamattina la commissione consiliare “Affari Istituzionali” ha deliberato all’unanimità la richiesta di referendum popolare, ai sensi dell’articolo 138 della Costituzione, nei confronti delle modifiche della Parte II della Costituzione, più note con il nome di “devolution”. La richiesta di referendum popolare verrà inserita d’urgenza nell’ordine del giorno del Consiglio Regionale di giovedì 1 dicembre.
La migliore difesa è l’attacco. Sembra questa la filosofia del centrodestra lombardo che stamattina, cioè in tempi ultrarapidi, ha presentato in commissione Affari Istituzionali un dispositivo di richiesta di referendum popolare nei confronti della cosiddetta ‘devolution’. La motivazione ufficiale da parte del centrodestra è quella di voler “far conoscere ai lombardi i contenuti” delle modifiche costituzionali, ma è evidente il tentativo di giocare d’anticipo, visto che in tutto il Paese è in atto la mobilitazione da parte delle opposizioni per promuovere il referendum.
Insomma, Formigoni tenta il gioco delle tre carte, nell’estremo tentativo di cambiare segno a un referendum che chiede, e non potrebbe essere altrimenti, l’abrogazione di quella insana controriforma costituzionale. Una furbizia per nascondere le difficoltà del centrodestra nel giustificare una ‘devolution’ che romperebbe l’equilibrio dei poteri del nostro sistema istituzionale e devasterebbe ulteriormente lo stato sociale, a partire dalla Sanità.
Rifondazione Comunista ha ovviamente votato a favore della richiesta del referendum, che ci vede e ci vedrà impegnati in prima linea per smascherare la truffa di Formigoni e del centrodestra e per abrogare, senza se e senza ma, la devolution.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
Diminuire gli stipendi ai lavoratori e aumentarli ai dirigenti. Pare essere questa la filosofia che ispira l’emendamento alla manovra finanziaria presentato oggi in commissione dall’assessore Colozzi.
Infatti, all’articolo 1 l’emendamento prevede la riduzione delle spese di personale dell’1% rispetto al 2004, mentre l’articolo 6 prevede una modifica della legge regionale n. 16/96, per permettere ulteriori aumenti, nella misura del 20%, del trattamento economico di “un quarto del numero complessivo dei direttori generali e dei direttori centrali”.
Chiaro? Gli oltre 3000 dipendenti della Giunta e del Consiglio regionale, molti dei quali non superano 1000-1200 euro di stipendio mensile, dovranno fare i conti con i tagli imposti dalla pessima Finanziaria nazionale, mentre i dirigenti non solo non subiranno riduzioni dei loro lauti stipendi –equivalenti attualmente a quelli dei direttori generali delle Asl , ma se li vedranno addirittura aumentati!
Un gravissimo segnale. Verrebbe voglia di disquisire sulla moralità nella pubblica amministrazione oppure di ricordarsi delle parole roboanti della Lega di qualche mese fa che accusavano Formigoni di favoritismi di ogni tipo. Oggi in commissione, invece, il centrodestra ha votato compatto e senza esitazioni questo incredibile emendamento. Sarà che qualche dirigente da premiare con il superbonus è targato Lega Nord?
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
di lucmu (del 26/03/2007, in Regione, linkato 1142 volte)
Oggi, in Commissione II “Affari Istituzionali” la maggioranza di centrodestra ha approvato, con il voto contrario di Rifondazione Comunista, l’astensione dell’Ulivo e il voto favorevole dell’Italia dei Valori, la risoluzione che chiede più autonomia per la Regione Lombardia, ai sensi dell’articolo 116 della Costituzione.  Settimana prossima, il documento approderà in Consiglio.
La risoluzione approvata oggi dalla Commissione II ripropone sotto mentite spoglie la devolution, già bocciata dal referendum di un anno fa. Vi troviamo, infatti, un’amplissima gamma di richieste di autonomia e poteri speciali in materie come la tutela dell’ambiente, i beni culturali, i giudici di pace, il sistema sanitario, la RAI, la protezione civile, la promozione di fondi pensionistici integrativi regionali, le grandi opere infrastrutturali, la ricerca scientifica, la cooperazione transfrontaliera e l’offerta formativa delle università. Nella lista manca soltanto l’istruzione, ma tanto quella verrà affrontata nelle prossime settimane dalla Commissione VII, in base al progetto di legge, dall’evidente carattere anticostituzionale e liquidatorio della scuola pubblica, licenziato dalla giunta regionale il 21 marzo scorso.
Non ci sorprende Che l’asse Formigoni-Lega riproponga oggi la devolution, poiché questo venne annunciato già all’indomani del referendum costituzionale. Quello che invece ci stupisce è la benevola astensione da parte dell’Ulivo, evidentemente ancora prigioniero della larga intesa, tra centrodestra e Ds-Margherita, realizzatasi nel luglio dell’anno scorso.
Riteniamo che sia pericoloso e autolesionista non opporsi con decisione alla devolution di Formigoni e che sia un grave errore voler sacrificare l’Unione lombarda sull’altare del nascituro Partito Democratico.
 
comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
Che la proposta dell’assessore comunale De Albertis, fatta poi propria dal Sindaco Moratti, di distribuire il test antidroga alle famiglie milanesi fosse una terribile sciocchezza propagandistica, l’avevamo denunciato in molti. Ma ora sembra dirlo persino il centrodestra in Regione.
Infatti, questa mattina, nel corso del Consiglio Regionale, l’esponente di An, Ferretto, ha invitato i consiglieri a sottoporsi a quel test che il Comune di Milano vorrebbe imporre alle famiglie. Ebbene, non solo non ha convinto più di sette colleghi di maggioranza a farlo, ma ha raccolto l’aperta ostilità dei capigruppo di An e Forza Italia. L’assessore di An, Prosperini, solito a proporre la frusta per i consumatori di stupefacenti, ha rifiutato il test perché non attendibile scientificamente, mentre il gruppo di An ha fatto sapere di considerare l’iniziativa di “bassa propaganda”.
Insomma, era certamente evidente che la pensata della Ferretto serviva soltanto per conquistarsi qualche riga su qualche giornale, ma le reazioni provenienti dal centrodestra sono oltremodo illuminanti. Toccati in prima persona, gli esponenti di quelle forze politiche che hanno per giorni riempito i giornali con la loro demagogia sulla bontà del test antidroga sono i primi a sottrarsi.
Forse il centrodestra deve qualche scusa ai cittadini e alle cittadine. E, soprattutto, il Sindaco Moratti farebbe bene a ritirare immediatamente l’assurda e dannosa campagna tesa a trasformare i genitori in sceriffi dei loro figli.
 
comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
di lucmu (del 22/05/2007, in Regione, linkato 1105 volte)
Oggi in Regione è stato presentato il progetto di legge “Contributo alla competitività e all'innovazione della Pubblica Amministrazione lombarda attraverso l'utilizzo di formati aperti e FLOSS per la gestione dei dati elettronici”, 13 articoli firmati trasversalmente da 19 consiglieri per portare anche in Lombardia l’innovazione e la competitività dei formati aperti e del software libero.
In Lombardia vengono spese decine di milioni di euro ogni anno per il software –ha detto Saponaro, consigliere dei Verdi e primo firmatario–. Questa legge offre l’opportunità di risparmiare molti soldi e nello stesso tempo innovare e migliorare la competitività. I milioni di euro risparmiati si potrebbero investire in programmi software elaborati da piccole, medie e grandi imprese lombarde invece di darli a gruppi monopolisti oltre oceano. E la Pubblica Amministrazione potrebbe dare perenne accessibilità ai suoi dati, maggiore sicurezza dai virus e garantire la privacy e al riservatezza nella gestione di dati sensibili”.
Solo vantaggi dunque sul lato pratico attraverso l’impiego dei formati aperti nella gestione di dati nelle pubbliche amministrazioni, senza contare l’immenso valore che la legge rivestirebbe, una volta approvata, nella diffusione del sapere libero da brevetti, uno strumento superato, inventato nello scorso millennio per proteggere le invenzioni meccaniche.
“Il software libero ha cessato di essere cosa per ‘smanettoni’ – ha detto Luciano Muhlbauer, consigliere di Rifondazione Comunista tra i firmatari del pdl – ed è oggi pienamente competitivo con quello dei grandi monopolisti internazionali. Sarebbe perciò irresponsabile non adottarlo nella pubblica amministrazione, non solo per risparmiare, ma altresì per riacquistare il pieno controllo sulle informazioni sensibili da essa gestite.”
Dello stesso parere anche il capogruppo dei Verdi Carlo Monguzzi, secondo il quale “Questa legge fa risparmiare, innova e rende partecipi i cittadini. Quindi – aggiunge - non vedo perchè la Regione Lombardia non dovrebbe approvarla in un minuto”.
“In un momento in cui i costi e gli sprechi degli enti pubblici sono considerati intollerabili dai cittadini – aggiunge il consigliere della Margherita Luca Gaffuri -questa nostra proposta di legge comune rappresenta un segnale importante per una gestione più efficiente e più competitiva del sistema lombardo. I soldi risparmiati saranno investiti nell’innovazione”.
“L’Italia –conclude Saponaro– è il quarto paese nel mondo per la produzione di software libero, ma agli ultimi posti per l’utilizzo dello stesso nella PA. L’augurio dunque è che i liberali che siedono in consiglio regionale non si lascino distrarre dalle pressioni di pochi monopolisti e comprendano le potenzialità innovatrici della Lombardia”.
 
Hanno firmato il progetto di legge:
Marcello Saponaro (Verdi), Silvia Ferretto Clementi (A.N.), Luciano Muhlbauer (P.R.C.), Osvaldo Squassina (P.R.C.), Carlo Monguzzi (Verdi), Stefano Zamponi (I.D.V.), Alberto Storti (P.D.C.I.), Mario Agostinelli (P.R.C.), Elisabetta Fatuzzo (Pensionati), Giuseppe Civati (D.S.), Riccardo Sarfatti (L’unione Lombarda), Francesco Prina (Margherita – Uniti nell’Ulivo), Maria Grazia Fabrizio (Margherita – Uniti nell’ulivo), Luca Gaffuri (Margherita – Uniti nell’ulivo), Carlo Spreafico (Margherita – Uniti nell’Ulivo ), Marco Cipriano (D.S.), Ardemia Oriani (D.S.), Stefano Tosi (D.S.), Gianfranco Concordati (Uniti nell'Ulivo)
Comunicato stampa
qui puoi scaricare il testo del progetto di legge

Scarica Allegato
 
di lucmu (del 31/05/2007, in Regione, linkato 1231 volte)
Il presidente Formigoni si è vantato con la stampa di aver ridotto il personale dell’amministrazione regionale da oltre 4.000 a 3.000 unità. Peccato però che si dimentichi di dire che questi lavoratori “mancanti” continuino ad essere pagati dal contribuente lombardo.
Infatti si tratta di centinaia di lavoratori dei Centri di formazione professionale passati dalla Regione alle Province, di un altro nutrito gruppo di lavoratori trasferiti dal Pirellone all’ARPA - ente strumentale di Regione Lombardia - e di molti lavoratori precari dipendenti di varie cooperative che lavorano direttamente per l’amministrazione regionale.
Insomma, non di riduzione di personale si tratta bensì di trasferimenti e di esternalizzazioni.
Invece di fare il gioco delle tre carte sul numero dei dipendenti, Formigoni farebbe meglio a spiegare ai cittadini lombardi quanti soldi pubblici spende il sistema regionale lombardo per le consulenze e per le iniziative di comunicazione del Presidente.
Inoltre dovrebbe ricordarsi che alla fine del 2005 è stato aumentato il livello massimo di retribuzione per i direttori centrali della Regione che prima era fissato al “misero” livello di dirigente generale di ASL. Oppure potrebbe ricordare che il bilancio regionale ha stanziato mezzo miliardo di euro per il nuovo palazzo di vetro della Regione, contestualmente alla riduzione del 75% delle spese per la manutenzione e la costruzione di case popolari.
E’ davvero irritante che un argomento serio come quello del costo della politica venga ridotto a puro terreno di demagogia da parte del Presidente della più importante regione italiana.
 
comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
di lucmu (del 30/06/2007, in Regione, linkato 987 volte)
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su Liberazione del 30 giugno 2007
 
Federalismo e Sussidiarietà sono le due bandiere della Lombardia di Formigoni. Nella vulgata ufficiale il primo servirebbe per dare maggior efficienza alla spesa pubblica italiana, mentre la seconda garantirebbe il coinvolgimento nella gestione della res pubblica della società civile e degli enti locali.
La realtà concreta della Lombardia, tuttavia, ci insegna che dietro il fumo della propaganda si cela l’arrosto di ben altri interessi e progetti. In altre parole, federalismo significa semplicemente riuscire ad accaparrarsi più poteri e risorse possibili, a scapito dello Stato e degli enti locali e con somma non curanza degli squilibri territoriali e sociali, e la sussidiarietà si traduce in un banale trasferimento di risorse e funzioni pubbliche in mani private.
Per farci capire meglio, è sufficiente vedere cosa succede in Regione Lombardia in queste settimane. Il 19 giugno scorso, il Consiglio regionale ha approvato –con la benevola astensione dell’Ulivo- una proposta di legge al Parlamento sul federalismo fiscale che propone di trattenere nelle regioni gran parte degli introiti fiscali. Ma il segno politico dell’operazione si esplicita maggiormente se consideriamo la brillante idea che il fondo perequativo nazionale sia gestito in maniera “orizzontale”; cioè saranno le regioni che alimentano il fondo, vale a dire quelle ricche, a deciderne l’uso. Insomma, funzionerebbe un po’ come il Fondo Monetario e così ci troveremmo con un Presidente della Lombardia che spiega al suo collega calabrese dove e cosa tagliare.
Ma arriviamo al secondo esempio, forse meno conosciuto, ma sicuramente più concreto e pericoloso. In questi giorni, in Commissione VII del Consiglio regionale, è entrato nel vivo la discussione del progetto di legge formigoniano sul “sistema educativo di istruzione e formazione”, che di fatto punta a rilanciare la riforma Moratti in salsa padana, codificando il doppio canale e l’avviamento precoce al lavoro, nonché definendo un sistema pubblico-privato basato sulla piena equiparazione.
Com’è ovvio, la mossa di Formigoni si basa sulla pretesa di poter esercitare unilateralmente le competenze concorrenti elencate dal pasticciato Titolo V della Costituzione. E, tanto per ribadire il concetto, a fine maggio la Regione ha impugnato alla Corte Costituzionale l’articolo 13 del decreto Bersani, che riattribuisce allo Stato la competenza sugli istituti tecnici e professionali.
Ma Formigoni non si limita a invadere l’ambito di competenze statali, bensì agisce a tutto campo. L’ultima sorpresa è arrivata pochi giorni fa, con una modifica della proposta di legge che prevede di abrogare tutte le leggi regionali esistenti in materia (diritto allo studio, edilizia scolastica ecc.), ad esclusione –ovviamente- della normativa sul buono scuola, che ogni anni trasferisce decine di milioni di euro dal bilancio regionale alla scuola privata. Un autentico colpo di mano, che spazza via non soltanto regole e procedure, ma anche funzioni e competenze degli enti locali, per attribuire tutti i poteri decisionali direttamente alla Giunta regionale.
Insomma, da una parte, Formigoni cerca di sottrarre competenze e funzioni allo Stato e agli enti locali per istituire presso la sua corte una specie di Ministero regionale dell’istruzione e, dall’altra, muove un attacco frontale alla scuola pubblica e laica. Appunto, Federalismo e Sussidiarietà.
L’esperienza concreta ci dice molto di più su quel federalismo che va tanto di moda, ahinoi anche dalle parti del Partito Democratico, che non mille convegni e discussioni. Qui non si tratta di un po’ ingegneria istituzionale per rendere più moderna ed efficiente la macchina pubblica, bensì di percorrere la via delle regioni per smantellare l’universalità dei diritti e il welfare, assegnando strada facendo un crescente potere ai Presidenti delle Regioni, sempre più simili a dei moderni principi. Forse, tutto questo è accettabile e auspicabile per i liberal che si trovano al Lingotto, ma sicuramente non lo può essere per la sinistra.
 
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