di lucmu (del 20/05/2005, in Regione, linkato 1240 volte)
Sono passati soltanto pochi giorni dalla costituzione della nuova Giunta regionale, in cui Formigoni ha subito la fame di poltrone dei notabili di partito e l’offensiva leghista contro i suoi fedelissimi, ed ecco che arriva la contromossa del Governatore. Nella prima riunione di Giunta è stata deliberata la mega-nomina di 52 dirigenti di alto livello dell’amministrazione regionale, di cui ben 22 rispondono direttamente a Formigoni, mentre gli altri 15 assessorati si dividono i restanti 30.
Un esercito di dirigenti formigoniani che corrisponde ad un accentramento di poteri nella direzione generale alle sue dirette dipendenze, con un’altra invenzione analoga a quella dei “sottosegretari”, cioè le “direzioni centrali”. Così facendo, Formigoni controllerà direttamente anche il bilancio, la politica del personale - con l’arrivo inquietante del ristrutturatore delle Poste, Enrico Pazzali - e le funzioni di coordinamento dell’insieme della struttura regionale.
Insomma, gli scontri tra le varie forze che compongono il centrodestra lombardo si annunciano senza quartiere e coinvolgono pesantemente la stessa struttura amministrativa della Regione, evidentemente da qualcuno considerata proprietà privata e non cosa pubblica.
Tutto questo avrà un costo, non soltanto in termini di trasparenza ed efficienza dell’amministrazione regionale, ma anche in termini monetari. Attendiamo la stipulazione dei contratti dei dirigenti per capire quanto costerà al contribuente questa guerra amministrativa, ma sin d’ora inquietano i criteri contenuti nella delibera. Infatti, le retribuzioni dei direttori “vicari” e di “funzione specialistica” - questi ultimi tutti alla dipendenze dirette del Presidente - potranno essere persino pari a quelle dei direttori generali.
Mentre siamo nel bel mezzo di un’offensiva propagandistica contro i dipendenti pubblici, da tempo senza rinnovo contrattuale e additati come “improduttivi”, il centrodestra lombardo non si fa scrupoli ad utilizzare il denaro pubblico per finanziare, a peso d’oro, la sua guerra intestina. Tutto ciò è semplicemente inaccettabile e forse sarebbe il caso che se ne occupasse anche la Corte dei Conti.