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ROM: PAROLE INQUIETANTI DEL PREFETTO LOMBARDI. CHIARISCA IMMEDIATAMENTE
di lucmu (del 03/06/2008 @ 17:59:50, in Migranti&Razzismo, linkato 920 volte)
Il Prefetto Lombardi è un uomo cauto, spesso fin troppo. E così capita che la cautela si trasformi in immobilismo o subalternità a questo o quel potere politico, come successe ai tempi del rogo di Opera, vero e proprio atto costituente della nuova fase della caccia allo zingaro.
Ora il prefetto Lombardi è stato nominato Commissario straordinario per l’emergenza rom e tutti lo tirano per la giacchetta più di prima, dall’incontenibile De Corato, il maestro degli sgomberi senza sbocchi e umanità, fino a Penati, neofita dell’opzione campi zero e mandiamoli via tutti. Né De Corato, né Penati si preoccupano peraltro di spiegare alla cittadinanza cosa dovrebbe succedere ai rom e ai sinti che comunque non possono essere espulsi, pardon allontanati, perché in regola oppure perché cittadini italiani, come quasi metà di loro.
Lombardi, da uomo cauto, ha mostrato a diverse riprese di essere consapevole del problema, ma le sue odierne dichiarazioni sono francamente inquietanti, poiché parla soltanto di campi autorizzati, da gestire su un modello persino più restrittivo di quello del Triboniano.
Ebbene, al Triboniano vige uno stretto controllo di polizia, dove i rom devono firmare un “patto” che li impegna a rispettare la legge, cosa che peraltro chiunque è tenuto a fare a prescindere dai pezzi di carta, e soprattutto vivono praticamente da sorvegliati speciali.
Quindi, che cosa significa “andare oltre il modello Triboniano”? E soprattutto, si considera ogni persona, minori compresi, da rinchiudere in campi speciali soltanto perché appartenente alla popolazione rom o sinti e anche qualora si tratti di cittadino italiano? Se fosse così, saremmo davvero di fronte a una edizione moderna delle leggi razziali.
Chiediamo quindi al Commissario straordinario di spiegare pubblicamente cosa intende fare e quali politiche intende costruire per favorire l’inclusione sociale e civile, a partire da quelle abitative, per evitare che in Lombardia si faccia largo un diritto speciale su base etnica, dove una bambino viene istituzionalmente condannato alla segregazione ancora prima di crescere.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer