Oggi è stato pubblicato e presentato alla stampa il rapporto “Razzismi Quotidiani: la voce dei cittadini stranieri e dei media su razzismo e discriminazione”, realizzato dal Naga e dal Cospe di Milano. Una delle pochissime inchieste che parte dal punto di vista dei migranti, dalle loro percezioni e dal loro vissuto. Insomma, un materiale da leggere e da fare circolare.
In allegato a questo post puoi scaricare il rapporto e qui sotto riproduciamo il comunicato stampa di presentazione di Naga e Cospe. Ovviamente, tutto quanto puoi consultarlo anche sui siti web www.naga.it e su www.cospe.it.
“Comunicato stampa:
RAZZISMI QUOTIDIANI. LA VOCE DEI CITTADINI STRANIERI E DEI MEDIA SU RAZZISMO E DISCRIMINAZIONE
Il rapporto di Naga e Cospe in materia di discriminazione e razzismo:
un’indagine sul campo e le notizie dei media.
Naga e Cospe hanno, nell’arco di un mese, intervistato 580 cittadini stranieri e monitorato i mezzi d’informazione nell’intento di mettere a confronto l’informazione in materia di discriminazione e razzismo con l’effettivo vissuto dei cittadini stranieri. Oggi viene presentato il rapporto frutto di tale indagine. I dati raccolti evidenziano il verificarsi diffuso di atti di violenza e discriminazione a danno dei cittadini stranieri : razzismi quotidiani perpetrati dalle forze dell’ordine, da controllori sui mezzi pubblici, da personale della sicurezza privata, da datori di lavoro, da gruppi di persone o da singoli individui.
Il quadro che emerge dai dati e dalle testimonianze è preoccupante: ad almeno 1 persona su 5 è capitato di essere trattata male dalle forze dell’ordine; ad 1 persona su 5 di dormire per strada; a 3 persone su 10 di essere offese sui mezzi pubblici e di essere guardate male per strada; a 3 persone su 10 di non essere pagate per un lavoro; a più della metà del campione di perdere all’improvviso il lavoro. E' la preoccupazione di ammalarsi a prevalere, che si intreccia con quella di perdere il lavoro. Per il 65% del campione, infine, la vita in Italia è cambiata negli ultimi anni e, per la grande maggioranza di questi, in modo negativo.
“Sentivamo la necessità di ascoltare e far ascoltare la voce dei cittadini stranieri, e proprio le loro testimonianze ci hanno permesso di capire quale sia l’incidenza di episodi di razzismo e discriminazione nella vita di chi si rivolge al Naga” dichiara Pietro Massarotto, presidente del Naga. “I dati evidenziano una situazione odiosa, una sorta di "normalizzazione" degli atti di discriminazione e razzismo, che incide negativamente sulla vita di persone che vivono e lavorano in Italia. Inoltre ci ha colpito il fatto che di fronte a un’incidenza media del 30% di episodi di sopraffazione, la percezione critica di ciò che accade sia fortemente sottodimensionata nei racconti dei cittadini stranieri, che, in un contesto di criminalizzazione continua, paiono aver alzato il livello di sopportazione degli abusi”, prosegue il presidente del Naga; “i dati raccolti ci confermano, infine, quanto sia sbagliato e dannoso rappresentare i cittadini stranieri come un gruppo omogeneo, non esistono ‘gli stranieri’, ma singoli individui caratterizzati da speranze, paure, aspettative e biografie completamente differenti. Singoli che vedono quotidianamente violati i loro diritti fondamentali da parte di Istituzioni e cittadini”.
L’analisi su testate locali e nazionali (carta e web), pur inevitabilmente parziale ed estemporaneo ha permesso di fornire una significativa istantanea sulla situazione attuale dei razzismi quotidiani. Secondo i dati raccolti è avvenuta una media di 1,3 episodi di razzismo al giorno. Gli immigrati sono state le vittime principali degli atti di discriminazione e razzismo, soprattutto i cittadini di nazionalità rumena, e sembra che il colore della pelle sia l’elemento che rende le persone di origine straniera, anche se nate in Italia o cittadine italiane, maggiori vittime di violenze, insulti e comportamenti offensivi.
Quello che più colpisce è l’alta percentuale di atti di violenza istituzionale, compiuta da forze dell’ordine e da persone in una posizione di autorità, come i controllori dei mezzi di trasporto. Tra le principali vittime rom e sinti. A conferma dell effetto del razzismo di creare, riprodurre e/o mantenere il potere, l’influenza e il benessere di un gruppo cosiddetto “razziale” a scapito di un altro gruppo definito negli stessi termini.
“Gli studi sul tema - afferma Udo Enwereuzor, esperto di discriminazioni e resposabile COSPE del progetto europeo RAXEN (Rete di informazione europea sul razzismo e la xenofobia) - ci dicono che spesso gli immigrati non sono rappresentati come persone a tutto tondo; come risulta anche dalla nostra analisi – ad esempio - essi sono frequentemente ridotti ad una nazionalità. Inoltre, come abbiamo rilevato, la loro voce nei media e nel dibattito pubblico è del tutto residuale. Così come la voce del mondo associativo, di esperti, di attori che ruotano nel mondo dell’ immigrazione è raramente presa in considerazione come fonte.
Dal nostro monitoraggio emerge infatti la tendenza dei giornalisti a utilizzare quasi esclusivamente voci e fonti istituzionali”. “Una difficoltà persistente che si frappone alla crescita dell’impegno delle istituzioni e dei singoli nel contrasto del razzismo e delle discriminazioni collegate – conclude Udo Enwereuzor - è rappresentata proprio dalla mancanza di dati ed informazioni descrittive raccolte in modo sistematico e che riguardano tutto il territorio nazionale. Ed è in questa direzione che questa ricerca prova a dare una risposta”.”