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A SEGRATE 11O OPERAI IMMIGRATI PER STRADA DA CINQUE GIORNI
di lucmu (del 25/03/2009 @ 14:17:31, in Lavoro, linkato 1269 volte)
La vicenda ha dell’incredibile e dello squallido, ma è anche sintomatica dello stato di degrado in cui sono precipitati i diritti e le tutele dei lavoratori. A Segrate, periferia orientale di Milano, 110 operai stazionano per strada per il quinto giorno consecutivo, senza più un lavoro e senza che nessuno abbia loro nemmeno comunicato il licenziamento.
Sono tutti lavoratori immigrati, di diverse nazionalità, regolari e fino a venerdì scorso lavoravano per due cooperative che fanno riferimento al “Consorzio Imprese Ytaka” e che avevano in gestione un appalto per conto della catena di supermercati Sma presso il polo logistico “Centro del Rondò”, che si trova in via Londra a Segrate.
Ma, appunto, sabato mattina, senza spiegazione alcuna, hanno trovato i cancelli chiusi e da allora sono letteralmente per strada in attesa che qualcuno si degni di dire loro qualcosa. La loro unica compagnia sono alcuni militari della locale stazione dei Carabinieri e, da ieri, alcuni sindacalisti di SdL intercategoriale, interpellati da conoscenti dei lavoratori stessi. Infatti, nelle cooperative citate non è nemmeno presente il sindacato.
Da quello che i sindacalisti sono riusciti a ricostruire risulta che il gruppo Sma avrebbe revocato venerdì scorso l’appalto alle due cooperative. Una decisione sicuramente comprensibile e anche condivisibile, poiché il consorzio “Ytaka” è direttamente implicato nell’inchiesta contro la ‘ndrangheta che una settimana fa portò a numerosi arresti in Lombardia. Infatti, il consorzio è presieduto da Luana Paparo, accusata di associazione mafiosa e figlia di Marcello Paparo, ritenuto dagli inquirenti il capo della rete criminale.
Ma quello che non è condivisibile, né accettabile è che il prezzo di tutto quanto lo debbano pagare quelli che non c’entrano niente, cioè i lavoratori, e persino con la violazione delle poche regole ancora esistenti nel mondo delle cooperative.
Ben venga un’altra cooperativa, pulita, ma né questa, né la Sma possono pretendere di comportarsi come ai tempi del mercato degli schiavi, dove le persone venivano trattate come oggetti, da usare o da buttare, a seconda della convenienza o del capriccio.
Chiediamo pertanto a tutte le aziende coinvolte di ripartire dal rispetto delle regole e della dignità dei lavoratori, garantendo la continuità lavorativa ai 110 operai di Segrate.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer