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PINELLI: IL SINDACO RIMUOVA LA LAPIDE DEL COMUNE IN PIAZZA FONTANA
di lucmu (del 20/05/2009 @ 16:56:45, in Antifascismo, linkato 1370 volte)
De Corato dovrebbe chiedere scusa alla città e l’amministrazione cittadina rimuovere la lapide posta dal Comune in piazza Fontana tre anni fa. Questo sarebbe l’unico gesto utile e credibile se si vuole, da parte dell’istituzione milanese, dare un segno tangibile di rispetto per Giuseppe Pinelli e per la memoria collettiva di Milano.
Infatti, il problema a Milano non è se collocare o meno una targa per Pinelli nel cortile della Questura, scelta che appartiene alla Polizia di Stato, bensì riparare a quell’oltraggio che si consumò quando la Giunta Albertini fece sparire, alla maniera dei ladri di polli, la storica lapide che ricordava Pinelli, per metterne un’altra.
Certo, quella originaria ritornò poi al suo posto, su iniziativa diretta di molti milanesi, ma da allora in poi la presenza di due lapidi diverse in piazza Fontana ci ricorda ogni giorno la folle guerra alla memoria che piace tanto ad alcuni inquilini di Palazzo Marino e che ieri De Corato ha voluto ribadire formalmente.
Noi non crediamo in impossibili “pacificazioni”, troppo spesso sinonimi di oblio o revisione, ma semplicemente nella possibilità che le istituzioni rispettino la memoria delle persone, cosa che attualmente a Milano non succede.
E questo rispetto è particolarmente importante nel caso di Pinelli, poiché la sua morte non fu una semplice cattiveria del destino, bensì diretta conseguenza delle macchinazioni istituzionali che in quel dicembre del 1969 iniziavano a coprire le responsabilità nella strage di piazza Fontana di apparati dello Stato e di gruppi fascisti. In fondo, questo e non altro dice e ricorda la storica lapide e per questo, anche dopo tanti anni, continua a dare fastidio a taluni.
Ecco perché il quarantesimo anniversario della strage di piazza Fontana, peraltro ancora priva di una verità esauriente, è il momento adatto per un gesto intelligente e significativo.
Chiediamo dunque al Sindaco di farlo.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer