Oggi abbiamo depositato un’interpellanza alla Giunta e inviato una richiesta di intervento alla Presidenza del Consiglio (puoi scaricare ambedue i testi in allegato in fondo a questo post) in relazione alla vicenda dell’indennità ex legge regionale 38/81 dei lavoratori dipendenti di Regione Lombardia.
Infatti, alla fine di luglio, nel quadro della manovra di assestamento di bilancio, la maggioranza ha fatto approvare una modifica di legge che dovrebbe porre fine all’allucinante vicenda che da anni contrappone in sede giudiziaria i dipendenti regionali andati in pensione all’Amministrazione regionale. Ma il condizionale è d’obbligo, poiché la soluzione adottata è irta di ostacoli e di tranelli, per usare un eufemismo, e occorre un urgente intervento chiarificatore per evitare che vengano esercitate pressioni indebite sul personale regionale e molti lavoratori subiscano un danno economico. Insomma, i nodi che avevamo segnalato a suo tempo stanno venendo al pettine.
Tralasciando qui la nostra critica di fondo rispetto al tipo di soluzione imposta, va anzitutto evidenziato che il diavolo non si nasconde tanto nella lettera della legge, quanto invece nell’interpretazione che ne verrà data nella fase applicativa. Nulla di nuovo, per carità, in fondo tutta la triste vicenda era nata non dalla norma in sé, bensì dall’interpretazione creativa e completamente illegittima datane dal governo regionale.
Ma partiamo dalla lettera della norma, così come modificata alla fine di luglio.
Anzitutto va sottolineato che l’emendamento voluto e fatto approvare dal governo regionale non ha abrogato in alcun modo la normativa preesistente, che rimane pertanto in vigore, ovviamente nella interpretazione data dalla sentenza della Corte di Cassazione del 2008. Cioè, a ogni dipendente regionale, al momento del suo collocamento a riposo, deve essere erogata l’indennità ex l.r. 38/81 nella quantità maturata fino al 30 maggio 2000.
La modifica di legge ha invece carattere integrativo, in quanto aggiunge una nuova possibilità per i dipendenti regionali di ruolo. Cioè, i dipendenti in servizio possono optare volontariamente per la possibilità di ottenere subito il 75% dell’indennità (nella quantità maturata fino al 30 maggio 2000) in cambio della rinuncia al 100% nel momento del pensionamento.
Insomma, il nuovo testo di legge consegna a ogni dipendente regionale in servizio, anche se nel frattempo trasferito ad altro ente, una libera scelta: o il 75% subito o il 100% quando vai in pensione.
Tutto semplice, si direbbe. Invece no! Infatti, tra il personale regionale prevale un clima di incertezza e preoccupazione, perché l’amministrazione non si è minimamente preoccupata di informare adeguatamente ed esaustivamente i lavoratori su quello che accadrà. E l’incertezza non è dovuta soltanto al silenzio informativo, ma anche a delle voci, messe in circolazione ad arte, anche da dirigenti, che annunciano sostanzialmente un ricatto: se non accetti il 75% subito, allora al momento della pensione dovrai fare causa alla Regione per avere quanto ti spetta.
Voci e interpretazioni palesemente contrarie alla legge e alla sentenza della Cassazione, ma che diventano credibili alla luce dei precedenti e del persistente silenzio ufficiale.
Ma non è soltanto questione di legalità, trasparenza e un minimo di decenza nel rapporto tra dirigenza e lavoratori, ma anche di soldi. Infatti, dal punto di vista del bilancio regionale è sicuramente vantaggioso erogare il 75% di quanto dovuto, invece del 100%, ma non lo è necessariamente per i dipendenti. In altre parole, il 75% subito può essere una soluzione interessante per quanti/e sono ancora lontani dalla pensione, considerato che verosimilmente hanno maturato pochi anni di indennità e che non c’è rivalutazione della somma, ma non lo è sicuramente per quanti/e andranno in pensione nei prossimi 10 anni circa, che con il 75% subirebbero un danno economico considerevole e certo. E vista l’aria che tira per i lavoratori in questo periodo, non ci sembra proprio il caso
Ecco perché abbiamo chiesto con la nostra interpellanza un urgente intervento da parte dell’Assessore competente, Colozzi, perché l’amministrazione comunichi ai dipendenti regionali in servizio chiaramente l’interpretazione corretta da dare alla norma, cioè che chiarisca una volta per tutte che la libertà di scelta è garantita e che nessuno e nessuna sarà costretto a spendere denaro e tempo per vedere rispettato un suo diritto, e che convochi tutte le rappresentanze sindacali, sia firmatarie che non firmatarie degli accordi, al fine di definire le procedure applicative atte a garantire trasparenza e rispetto della legalità. Inoltre, chiediamo che venga garantita la medesima informazione a tutti gli ex dipendenti regionali, andati in pensione dal giugno 2000 in poi, e a tutti i dipendenti nel frattempo trasferiti ad altri enti (oltre mille!), come peraltro stabilito dal nostro ordine del giorno approvato dal Consiglio.
qui sotto puoi scaricare l’interpellanza alla Giunta e la lettera alla Presidenza del Consiglio