L'organizzazione dei metalmeccanici della Cisl ha mandato a tutti i consiglieri regionali lombardi un invito formale all'assemblea nazionale dei delegati di Fim e Uilm, che si terrà domani a Bergamo. L'iniziativa, come specifica l'invito, fa parte del percorso di consultazione "che si concluderà con il referendum degli iscritti a Fim e Uilm" sul contratto nazionale firmato dalle stesse organizzazioni con Federmeccanica il 15 ottobre scorso.
La buona educazione impone che a un invito si risponda. Ed è questo che intendiamo fare pubblicamente, chiarendo subito che non andremo a quell'assemblea e che, anzi, nel rispetto dei ruoli, rinnoviamo il nostro impegno perché l'ipotesi contrattuale proposta da Fim e Uilm venga giudicata e votata, mediante assemblee e referendum, da tutti i lavoratori e le lavoratrici del comparto metalmeccanico, iscritti e non iscritti ai sindacati.
In fondo, è quasi tautologico chiedere che i lavoratori, senza distinzioni, possano partecipare alle decisioni sul contratto, visto che vale per tutti. Ma, ahinoi, la democrazia non va molto di moda nel mondo del lavoro italiano.
Da parte nostra, diamo un giudizio fortemente negativo anche sul merito del contratto. Anzi, ricorrendo alla nostra passata esperienza sindacale, proprio non riusciamo a capire come si possa firmare un accordo tanto modesto sul piano economico, quanto devastante riguardo al modello di contrattazione e di welfare. Sembra quasi che Fim e Uilm si siano limitate a sottoscrivere la piattaforma di Federmeccanica.
Ma forse questa è soltanto una parte della verità. L'altra parte, forse quella prevalente, è che qualcuno ha deciso che il governo Berlusconi è il suo "governo amico" e che per scardinare ogni residua autonomia dei lavoratori occorre spezzare la resistenza della categoria più combattiva, quella dei metalmeccanici. Insomma, se passi qui, passi dappertutto.
Non stupisce dunque che la Fim si sia preoccupata di invitare alla sua assemblea più i politici, che i lavoratori. Noi, invece, pensiamo che a decidere sul loro contratto debbano essere i diretti interessati e nessun altro.
Sosteniamo dunque con forza tutte le iniziative di mobilitazione promosse dagli operai e dalle organizzazioni sindacali, sia da quelle di base, sia dalla Fiom, tese a riconsegnare ai lavoratori i loro diritti democratici, scippati dalle segreterie di Fim e Uilm e da Federmeccanica.
Pertanto, saremo sì a Bergamo domani, ma alla manifestazione indetta dalla Fiom contro il contratto separato.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer