La manovra di bilancio 2010, in discussione oggi in Consiglio regionale, fotografa fedelmente l’esaurimento della spinta propulsiva del formigonismo. Un bilancio ordinario, come se niente fosse, e un’afonia impressionante di fronte alla crisi, proprio nel momento più pesante per le attività produttive e per l’occupazione nella nostra regione.
Servono a poco i giochi di prestigio del Presidente, che annuncia miracolosi fondi anticrisi con l’assemblaggio di varie voci di bilancio già esistenti e, soprattutto, degli stanziamenti statali ed europei per gli ammortizzatori sociali in deroga.
La realtà che emerge è invece un’altra: non c’è alcuna politica anticrisi, se non la distribuzione di ammortizzatori sociali, peraltro insufficienti per fare fronte alla crisi sociale. Più di mille parole, vale considerare la miseria stanziata per l’industria e per le piccole e medie imprese: 16 milioni di euro. Cioè, appena più di quello che costa la comunicazione del Presidente.
E, per di più, la stessa cifra del 2009, destinata soprattutto a quei bandi che quest’anno, secondo dichiarazioni dell’Assessorato competente, non sono stati nemmeno utilizzati del tutto dagli imprenditori.
Certo, poi ci sono quei 50 milioni di euro, messi sul tanto propagandato “Fondo per la ripresa economico sociale”. Una sorta di fondo “tutti frutti” a disposizione discrezionale del Presidente, il cui uso risulta tuttora misterioso e non dichiarato. Di sicuro non servirà per una strategia industriale, ma, nel migliore dei casi, come generico fondo emergenziale. O peggio, come fondo cassa per la campagna elettorale di Formigoni.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer