Stamattina si è svolto in Prefettura l’incontro sulla situazione critica all’Innova Service, attiva sul sito dell’ex-Alfa Romeo di Arese. Presenti all’incontro, che si è protratto per un’ora e mezza, il Prefetto Gian Valerio Lombardi e il Viceprefetto Inversini, una delegazione dei lavoratori dello Slai-Cobas, sindacato maggioritario in azienda, e i tre rappresentanti istituzionali Luciano Muhlbauer, Massimo Gatti e Basilio Rizzo, invitati perché già a fine novembre, mediante un esposto formale, avevano sollecitato l’intervento del Prefetto.
Da parte nostra, diamo sicuramente un giudizio positivo sull’incontro di oggi. Anzitutto perché è avvenuto e perché ha visto la presenza in prima persona del Prefetto per tutta la durata dell’incontro. In secondo luogo, perché il Prefetto si è impegnato ad intervenire, dando ai lavoratori appuntamento tra una settimana per fare il punto della situazione.
In altre parole, siamo partiti con il piede giusto, ma ora occorre, come abbiamo ribadito anche al Prefetto, che l’istituzione intervenga con la massima serietà e severità su una situazione che con la crisi c’entro poco e che, anzi, è segnata da molti aspetti inquietanti.
Infatti, la preoccupazione degli operai che Innova Service voglia soltanto disfarsi dalle maestranze sindacalizzate ex-Alfa, per sostituirle con lavoratori precari e ricattabili, sembra ampiamente giustificata dalla realtà dei fatti.
Innova Service ha già provato mesi fa a mettere in cassaintegrazione ordinaria la maggioranza dei lavoratori, salvo poi ricevere il diniego dell’Inps. Poi ha licenziato uno dei tre delegati Rsu e ora ci riprova, avviando la procedura per la cassaintegrazione in deroga per 54 lavoratori su 70, sebbene questa richiesta sia assolutamente priva di fondamenta.
Ma non siamo semplicemente di fronte a un cattivo imprenditore che vuole disfarsi degli operai, ma anche a un’azienda la cui proprietà è coinvolta in numerose inchieste giudiziarie. Basti qui ricordare che la titolare dell’Innova Service, Angela Di Marzo, è anche proprietaria della società Adm e per questo è indagata per la vicenda della cimice ritrovata negli uffici del Comune di Milano. Senza contare che un altro collaboratore della Di Marzo, tale Fabbrizzi, è indagato pure lui in diverse inchieste. Infine, gli inquirenti hanno trovato a casa della Di Marzo pure un dossier dei carabinieri sul Corrado Delle Donne, sindacalista dello Slai-Cobas.
Insomma, ci pare che siano tutti gli ingredienti per giustificare un intervento deciso da parte della Prefettura, per far capire all’Innova Service che non può fare quello che vuole, che ci sono delle regole da rispettare e che i lavoratori vanno rispettati. Per tutto il resto c’è la magistratura.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Qui sotto puoi scaricare il testo della risposta del Prefetto, pervenuta sotto le feste, al nostro esposto del 30 novembre scorso, che si ferma alle considerazioni legali-formali.