Chiediamo al Prefetto di Milano di chiarire e accertare se i controlli di polizia delle abitazioni in alcuni quartieri periferici della città, a partire da via Padova, siano stati effettuati nel rispetto della legge o se si siano verificati degli abusi o delle irregolarità. In secondo luogo, anche in previsione della riunione tecnica di domani, gli chiediamo di farsi garante che le squadre speciali istituite nell’ambito della Polizia Locale di Milano, su suggerimento e pressione del vicesindaco De Corato, non fuoriescano dal quadro di competenze definito dalla legge nazionale.
In breve, gli chiediamo di farsi garante, con le parole e con i fatti, della legalità costituzionale.
Rivolgendoci al Prefetto di Milano, ci esprimiamo con doverosa cautela, ma anche con forte inquietudine. Infatti, nelle stesse parole del dott. Lombardi, così come riportate dalle agenzie di stampa, riscontriamo la conferma delle preoccupazioni che abbiamo già espresso rispetto alla recente gestione dei controlli delle abitazioni, specie laddove i residenti erano di nazionalità straniera.
Di fronte alle parole del Prefetto, che indica la necessità di “superare alcune criticità”, oppure a quelle del vicesindaco De Corato, insolitamente prudente quando afferma che va “specificato che l’inviolabilità del domicilio è garantita dalla Costituzione“, assumono nuova rilevanza anche le diverse denunce rimbalzate dopo i fatti di via Padova, in cui si parlava di perquisizioni e “visite” in abitazioni private da parte delle forze dell’ordine e della polizia locale, attuate con modalità e metodi non rispettosi delle norme costituzionali e di legge.
Insomma, se ci sono state delle violazioni e delle azioni illegittime, allora non ce la possiamo cavare a tarallucci e vino, ma occorre chiarire ed accertare le responsabilità. E, soprattutto, va garantito che ciò non si ripeta.
Via Padova, così come altri quartieri periferici, non è una zona di guerra e non ha bisogno di eserciti. Ha invece bisogno di una presenza civile e civica delle istituzioni, di un investimento politico e sociale per il futuro. E tutto ciò non sarà possibile se non si parte dalla riaffermazione, proprio in via Padova, del principio base del nostro stato di diritto, cioè che la legge è uguale per tutti.
Non c’è una legge per i bianchi e una per i neri, non c’è un diritto per gli autoctoni e un altro per gli stranieri. E “il domicilio è inviolabile” (articolo 14 della Costituzione) per tutti.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer