Stamattina hanno manifestato davanti al Pirellone i lavoratori di tutte le aziende del settore delle telecomunicazioni (Italtel, Nokia Siemens Network, Alcatel, ecc.), presenti sul territorio milanese. È la prima volta che questo accade e ciò è forse il segno più tangibile della gravità della crisi, che in Lombardia rischia di spazzare via un intero settore, peraltro tecnologicamente maturo e strategicamente importante.
Eppure, nemmeno questa volta il presidente e gli assessori si sono degnati di incontrare i lavoratori e i sindacati. Anzi, la richiesta di incontro, inviata il 2 marzo scorso da Fiom, Fim e Uilm e indirizzata a Formigoni e al sedicente “Assessore all’Industria, Piccola e Media Impresa”, Romano La Russa, non ha nemmeno ottenuto una risposta formale.
E così, stamattina gli oltre mille lavoratori, i sindacalisti e i molti sindaci presenti al corteo, si sono trovati davanti un Pirellone blindato e silente. Alla fine un incontro è stato improvvisato, con il solito dottor Matone, direttore dell’Agenzia regionale per il Lavoro, che ormai è costretto a coprire con una certa regolarità l’assenteismo della giunta, ma che non può fare altro che ascoltare, visto che di mestiere fa il tecnico e non il politico.
Insomma, Formigoni e La Russa hanno snobbato i lavoratori e, evidentemente, se ne strafregano della crisi di un intero settore economico.
Questo comportamento è inqualificabile in sé, ma è ancora più grave alla luce del fatto che la crisi del settore potrebbe essere contrastata, se soltanto ci fosse uno straccio di politica industriale. Cioè, se si iniziasse almeno ad intervenire contro le delocalizzazioni e per sbloccare i fondi per la banda larga. Ma tutto ciò non sembra interessare minimamente Formigoni e i suoi assessori.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer