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VIA SARPI: I SOBILLATORI VANNO CERCATI IN COMUNE
di lucmu (del 14/04/2007 @ 15:43:08, in Migranti&Razzismo, linkato 1026 volte)
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 14 aprile 2007 (pag. Milano)
 
Era prevedibile che, dopo la rivolta e gli scontri nella “chinatown” milanese, il centrodestra meneghino scatenasse tutti i soliti luoghi comuni rispetto all’immigrazione in generale e a quella cinese in particolare, a partire dalla minestra riscaldata del “non vogliono integrarsi”, e soprattutto che cercasse di scaricare le responsabilità di quanto avvenuto sulla comunità cinese di via Sarpi, accusandola apertamente di premeditazione.
Quello che invece stupisce è che praticamente nessuno, compresi molti dirigenti dell’Ulivo milanese, abbia voluto porre alcune semplici, ma dirompenti, domande ai partiti del centrodestra.
Il problema non è capire se la zona attorno a via Sarpi, dove l’insediamento cinese risale agli inizi del Novecento, sia adeguata o meno ad ospitare il commercio all’ingrosso. Infatti, chiunque sapeva e sa che nel quartiere in questione le operazioni di carico e scarico non possono avvenire nel rispetto dei regolamenti esistenti, trattandosi di una zona storica della città. Ma è qui che casca l’asino, poiché l’espansione del commercio all’ingrosso è un processo in atto da un decennio, e le amministrazioni di centrodestra hanno sempre rilasciato le licenze con liberalità e mai multato nessuno. In altre parole, i commercianti cinesi sono sempre stati in buoni rapporti con il Comune e considerati perfettamente in regola. Come mai, allora, tutto ciò è diventato all’improvviso irregolare?
Ma c’è ben altro, visto che il Comune di Milano non si è limitato ai buoni rapporti, ma ha ripetutamente finanziato progetti di integrazione destinati al quartiere cinese. In particolare, molti fondi sono transitati attraverso l’associazione italo-cinese ALKEOS, legata strettamente ad alcuni settori di Alleanza nazionale. Chiediamo quindi al Sindaco Moratti e al Vicesindaco De Corato di spiegare alla cittadinanza quanti fondi comunali sono stati stanziati in questi anni, come sono stati impiegati, chi sono i beneficiari e quali sono i risultati ottenuti.
Insomma, a noi pare che tutta questa vicenda puzzi e che la cosa più insensata e ipocrita che si possa fare è mettere sul banco degli accusati la comunità cinese, che non a torto si sente oggi attaccata in quanto tale. Se c’è qualcuno che ha fomentato e organizzato gli scontri di ieri, questo non va cercato tra i cinesi, ma tra coloro che governano la città da 15 anni e che oggi cercano di mascherare i loro fallimenti dichiarando guerra agli immigrati presenti in città.
Il susseguirsi incessante di proclami sulla sicurezza, le ronde anti-rom, le campagne contro le moschee, l’ondata di chiusura dei phone center e, ora, lo scontro a suon di multe e manganelli con i cinesi, stanno lì a dimostrarlo.  Il clima politico e civile che ne consegue si fa sempre più insostenibile e pericoloso. E che poi stamattina qualche sedicente gruppo “cristiano” abbia pensato bene di dare fuoco a un centro culturale islamico può stupire soltanto i ciechi e i sordi.