Stanno arrivando le prime segnalazioni di chiusure forzate di phone center in base alla legge regionale entrata in vigore oggi. Per ora si tratta di notizie frammentarie provenienti da fuori Milano. Ma cresce la preoccupazione anche in città, dove si trovano quasi 700 centri di telefonia fissa, poiché le dichiarazioni provenienti dal Comando della Polizia locale e dall’Assessore alle attività produttive di Milano, Maiolo, non fanno purtroppo sperare in bene.
Chiediamo ancora una volta un semplice atto di buon senso e buon governo. È inutile, e anche un po’ ipocrita, invocare il rispetto della legalità, quando il primo a non rispettare la legge regionale in questione è stato il Comune di Milano, insieme al restante 85% dei comuni lombardi.
Infatti, l’articolo 7 della legge regionale 6/2006 ha imposto ai Comuni di realizzare atti di governo del territorio al fine di individuare le aree dove i phone center possono essere aperti. In assenza di tali provvedimenti è vietata non solo l’apertura di nuovi centri, ma anche la rilocalizzazione di quelli esistenti. In altre parole, un phone center milanese che nell’ultimo anno avesse voluto adeguarsi alle norme restrittive delle legge e che per fare questo avesse dovuto spostarsi in una nuova sede, semplicemente non poteva farlo a causa delle inadempienze del Comune. E non si tratta di casi isolati, visto che il rispetto della normativa regionale comporta spesso l’impossibilità di mettersi in regola negli spazi attualmente occupati.
Prima di chiedere agli altri di adeguarsi alla legge, la pubblica amministrazione dovrebbe fare il primo passo, soprattutto quando le proprie inadempienze non vengono pagate in prima persona, ma da altri. Insomma, un Comune non rispetta la legge e a pagare il conto è il phone center che viene chiuso! C’è qualcosa di profondamente immorale in tutto questo.
Le intemperanze xenofobe di Salvini, in cerca di pubblicità in vista del 26 marzo, le comprendiamo, anche se le riteniamo aberranti. Ma auspichiamo vivamente che il sindaco Moratti e l’assessore Maiolo non vogliano seguire la sua strada e che si adoperino per fermare questo gioco al massacro, mettendo in campo la politica, il buon senso e la ragionevolezza.
comunicato stampa di Luciano Muhlbauer