Mancano due settimane al voto, quasi tutti i sondaggi danno la Moratti sotto il 50%, la Lega litiga con il Pdl e dentro il Pdl tutti litigano con tutti. In altre parole, dopo quasi 20 anni di governo ininterrotto le destre potrebbero perdere Milano e questo sarebbe un botto il cui eco arriverebbe indubbiamente fino a Palazzo Chigi.
Per questo Berlusconi, le sue truppe cittadine e i numerosissimi clan ex-post-neo fascisti che popolano il Pdl e la sua periferia sono seriamente preoccupati e, soprattutto, sono incattiviti, disposti a tutto pur di salvare il loro potere e i loro interessi.
Questa è la premessa necessaria per leggere l’alzarsi della tensione in città e finanche per comprendere meglio fatti come quelli di ieri, cioè l’incredibile storia della corona per Gaetano Amoroso, giovane di sinistra ammazzato dai neofascisti a Milano nel 1976, e l’aggressione di Forza Nuova a un’assemblea antifascista in serata.
Per farla breve, la vicenda era iniziata con il divieto del Questore della posa dei fiori alla lapide di Amoroso, scattato soltanto perché la consigliera provinciale del Pdl, Roberta Capotosti (ex-Msi), la considerava provocatoria nel giorno nell’anniversario dell’omicidio Ramelli. Cioè, tanto per capirci, il Questore ha ritenuto normale accogliere la richiesta di un’ex dirigente del Msi, alla quale dava fastidio la posa di una corona in memoria di un giovane antifascista assassinato da un commando che era partito proprio dalla loca sede del Msi…
La cerimonia si era poi tenuta lo stesso, grazie a una mediazione e all’anticipo di un’ora, ma il bello, si fa per dire, sarebbe arrivato in serata, in occasione dell’assemblea pubblica in Sala Guicciardini, organizzata da Memoria Antifascista e alla quale partecipavano anche il segretario della Camera del Lavoro e il vicepresidente dell’Anpi di Milano. Infatti, davanti all’ingresso della sala si è materializzato all’improvviso un corteo di una quarantina di neonazisti di Forza Nuova, che brandivano le loro spranghe e minacciavano i presenti. La polizia, pure presente sugli angoli, non gli aveva fermati, perché “non li aveva visti”…
Insomma, troppe cose strane e una certezza: c’è interesse perché in città salga la tensione, che qualcuno reagisca alle provocazioni, che succeda il famoso incidente. E forse è un caso o forse no che proprio ieri, in contemporanea con i fatti milanesi di cui sopra, a Napoli una provocazione dei neofascisti di Casa Pound all’Università avesse portato all’accoltellamento di tre studenti di sinistra.
Ma quello di ieri non è un fatto isolato, poiché la strategia della provocazione e la ricerca dell’incidente salta fuori un po’ dappertutto. Vi ricordate il 25 aprile? Ebbene, in realtà non era successo assolutamente nulla, era il 25 aprile più tranquillo da molti anni, e l’unica notizia vera era che nonostante pasquetta fossero scesi in piazza 60mila persone e che Pisapia, candidato sindaco del centrosinistra, fosse stato accolto nel corteo da una marea di applausi. Ma il giorno dopo, eccoci le “notizie” più o meno immaginarie lanciate dagli organi di informazione: fischi, contestazioni, tensioni e un mezzo scontro tra polizia e centri sociali…
E poi, cambiando ancora scenario, che dire del 1° Maggio, con tutte le polemiche e il tentativo di vietare il centro alla MayDay, con la negazione di piazza Duomo a Cgil-Cisl-Uil e, last but not least, con la trovata dell’ancora assessore Terzi, che prima delibera l’apertura di negozi per domenica 1° maggio, costringendo persino la Cisl a dichiarare sciopero, e poi annuncia pure la sua partecipazione al corteo sindacale del 1° Maggio?
Insomma, queste ultime due settimane di campagna elettorale non saranno soltanto all’insegna della scesa in campo del capo, cioè Silvio Berlusconi, e degli attacchi personali contro Giuliano Pisapia (al quale, ricordo, sono stati distrutti negli ultimi giorni ben tre gazebo elettorali), ma anche dell’ossessiva ricerca della provocazione, dell’incidente, del fattaccio da esibire poi sulla pubblica piazza come prova della necessità di votare la destra che garantisce ordine e sicurezza. I mezzi saranno i più diversi, dagli sgomberi ai blitz, dalle presenze inopportune fino alle sviste del Questore.
E noi? Ebbene, noi dobbiamo essere consapevoli della situazione e della posta in gioco, che è Milano (e forse non soltanto). Quindi, occhi aperti e nervi saldi!
Luciano Muhlbauer