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6 MAGGIO: QUELLO STRANO SCIOPERO GENERALE E LA SOLITUDINE DELLA FIOM
di lucmu (del 05/05/2011 @ 14:00:10, in Lavoro, linkato 1071 volte)
Domani, venerdì 6 maggio, c’è lo sciopero generale proclamato dalla Cgil. Uno sciopero generale un po’ strano, perché accompagnato non dal clamore che un atto del genere dovrebbe suscitare, bensì da tanti silenzi, compresi quelli su molti luoghi di lavoro. Dall’altra parte, un po’ strano questo sciopero lo era sin dall’inizio, visto che la sua tempistica e modestia sono in palese contrasto con la drammaticità economica, sociale e politica del momento.
Insomma, stranezze che non fanno che ribadire quanto già conoscevamo. Cioè, la proclamazione dello sciopero da parte della confederazione non era dovuta tanto alla convinzione o alla determinazione, ma piuttosto all’esigenza di neutralizzare le spinte provenienti dalle categorie e dai settori più esposti all’offensiva padronale contro il contratto nazionale e i diritti, a partire ovviamente dalla Fiom.
Infatti, non è un caso che quei settori e quelle categorie avessero immediatamente esteso lo sciopero generale (che è di 4 ore soltanto) a tutta la giornata e che i settori sociali e di movimento più vicini alla battaglia dei metalmeccanici avessero chiamato alla generalizzazione dello sciopero.
Tuttavia, le stranezze, i silenzi e le contraddizioni pesano terribilmente e hanno già provocato i primi effetti negativi, contribuendo all’indebolimento e all’isolamento di chi sta in prima linea. E la vicenda del referendum truffa alla ex-Bertone di Grugliasco (TO), dove i delegati Rsu Fiom hanno dato indicazione di votare sì al ricatto di Marchionne ne è una dimostrazione lampante.
Penso sia né utile, né onesto lanciare scomuniche alla Fiom per il voto alla ex-Bertone, come qualcuno ha già iniziato a fare. Certo, la vicenda apre una fase difficile e complessa, non solo per la Fiom, ma per tutti gli operai metalmeccanici che stanno cercando di resistere ai ricatti padronali, e non dobbiamo nascondercelo. Ci sarà da discutere e da valutare, eccome, ma non ce la caveremo erigendoci a giudici delle scelte altrui, come se fossimo tifosi o spettatori e non, invece, parte in causa.
In altre parole, in solitudine nessuno va da nessuna parte e non si può pretendere che la Fiom, i sindacati di base e gli operai metalmeccanici facciano tutto da soli, magari pure la supplenza a una sinistra che non c’è. Diciamoci la verità, in quest’ultimo anno hanno resistito al più violento e insidioso degli attacchi, quello di Marchionne, spesso in solitudine e con la crisi che pesa sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici. Ed è questo il punto che dovrebbe interessarci e preoccuparci.
Quindi, discutiamo della Fiom, ci mancherebbe altro, ma soprattutto affrontiamo il problema, decisivo e determinante, della costruzione di quella forza, di quel movimento e di quello spazio sociale e politico imprescindibili per rompere l’isolamento e la solitudine. E questo riguarda non qualcuno in astratto, ma concretamente tutti e tutte noi, che stiamo nei sindacati di base, nella Cgil, nei partiti della sinistra e del centrosinistra o nei movimenti.
 
Luciano Muhlbauer