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21 OTTOBRE: RIPRENDIAMOCI LA PIAZZA, CON LA FIOM
di lucmu (del 20/10/2011 @ 14:04:05, in Lavoro, linkato 3158 volte)
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato sul giornale on line Paneacqua il 20 ottobre 2011
 
Riprendiamoci la piazza, a partire da domani 21 ottobre, in piazza del Popolo a Roma, insieme ai lavoratori e alle lavoratrici di Fincantieri e Gruppo Fiat e indotto. Non si tratta semplicemente di una dimostrazione generica di solidarietà con la Fiom, bensì di un concretissimo e consapevole atto di ribellione civile a quel tentativo del Governo di limitare la libertà di manifestare di tutti i cittadini, che significativamente non risparmia nemmeno chi lotta per il proprio posto di lavoro ed i più elementari diritti.
E sgomberiamo subito il campo da quei ragionamenti che in nome di un malinteso e, a volte, peloso “buon senso” sostengono che, visto quello che è successo il 15 ottobre, forse è meglio rinunciare alle piazze o starsene a casa per un po’. No, quei ragionamenti sono sbagliati alla radice, perché consegnano la patente della buona fede a chi predica e persegue delle strette autoritarie generalizzate e perché equivalgono a una resa preventiva all’austerity e allo sfascio sociale.
Ma perché un operaio della Fincantieri o dell’Irisbus dovrebbe ora rassegnarsi in silenzio alla perdita del proprio posto di lavoro? Perché un operaio della Fiat non dovrebbe più manifestare nelle vie delle città? O  perché le popolazioni della Val di Susa dovrebbero ora chiudersi in casa nella loro valle? Perché sabato scorso a Roma alcuni gruppi politici avevano deciso di sovradeterminare un’enorme manifestazione?
No, qui la questione è un’altra e nemmeno particolarmente originale. C’è un governo e un potere politico in difficoltà estrema, con un Parlamento ridotto a votare che gli indagati per mafia possono fare i Ministri e che Ruby è effettivamente la nipote di Mubarak, e una crisi che picchia duro su ampi settori popolari. Poter buttarla in caciara, invocare il “terrorismo urbano” e le leggi speciali, magari con la gentile collaborazione del Di Pietro di turno, e poi finire per restringere gli spazi legali di protesta e lotta sociale, è un’occasione da non perdere. E, infatti, fanno di tutto per non perderla.
Quello che sta succedendo alla Fiom è estremamente grave ed altamente significativo. Il Sindaco di Roma, l’ex fascista Alemanno, è tradizionalmente allergico ai cortei dei lavoratori. Già il 27 settembre scorso aveva chiesto al Questore di fermare con la forza il corteo degli operai della Fiat di Termini Imerese. E così, il Sindaco con la celtica ha colto la palla al balzo e vietato per un mese intero ogni corteo nel centro città, a partire da quello della Fiom di domani.
La Fiom, non volendo giustamente rinunciare ad un corteo, ha cercato allora la mediazione: facciamo un corteo fuori dal centro. Ma a questo punto è intervenuto direttamente il Ministero degli Interni, attraverso i suoi uffici territoriali, vietando alla Fiom qualsiasi corteo in qualsiasi punto della città. Chiaro? Non un’orda di lanzichenecchi stava per calare sulla capitale, bensì i lavoratori in sciopero del Gruppo Fiat e della Fincantieri (quest’ultima, peraltro, controllata da una società del Ministero dell’Economia e quindi dove dovrebbero andare a protestare se non a Roma?), per chiedere che non si chiudano gli stabilimenti e che si salvaguardi l’occupazione. Eppure, niet, nada, chi se ne frega e vietato tutto.
Insomma, da parte nostra, intesa come molteplicità di movimenti, dovremo sicuramente fare i conti con quanto avvenuto sabato scorso e in parte abbiamo già iniziato farli. Senza luoghi comuni e senza mistificazioni, ma nella chiarezza politica e nella consapevolezza che una cosa del genere non deve più succedere. E questo non perché ce lo chieda qualcuno, ma perché il problema è tutto nostro e perché tutto nostro è l’interesse riattivare il movimento e la partecipazione.
Ma con altrettanta chiarezza, trasparenza ed efficace va rifiutato da subito ogni tentativo di limitazione delle libertà democratiche e di manifestazione in nome dell’emergenza di turno. Per ora il Ministro Maroni ha annunciato delle misure, tra cui anche quella del pagamento di una cauzione preventiva in denaro, che equivale al divieto generalizzato di manifestare per la grande maggioranza, esclusi i milionari, i banchieri e i ministri.
Sta anche a noi, alla nostra capacità di rispondere, a mani nude, ma con fermezza e determinazione, quanto e che cosa delle misure annunciate si trasformerà effettivamente in norma della Stato.
Quindi, iniziamo a muoverci, a partire da domani, con la Fiom, nella più giusta delle battaglie, quella per i diritti e per il lavoro, per chiarire al Governo e ai suoi fiancheggiatori che non accetteremo mai che le libertà democratiche vengano messe agli arresti domiciliari.