Venerdì 4 novembre c’è lo sciopero di 8 ore dei metalmeccanici della Lombardia, proclamato dalla Fiom. A Milano ci sarà la manifestazione regionale, che partirà alle ore 9.30 da San Babila e terminerà poi davanti alla nuova sede di Regione Lombardia (angolo via Galvani e via Melchiorre Gioia, per chi non lo sapesse).
In corteo, insieme agli operai della Fiom, ci saranno anche alcune componenti studentesche, come Laps, Unione degli studenti ed altri, e lavoratori e lavoratrici di altre categorie. Il nostro invito, ovviamente, è quello di partecipare al corteo, se potete.
E non si tratta di un semplice invito di rito, poiché siamo convinti che la mobilitazione di domani sia molto importante e che abbia valenza generale.
In primo luogo, perché l’attuale situazione di crisi e le risposte anticrisi che vanno per la maggiore, quelle delle lettere e delle letterine, dove comunque a pagare il conto è sempre e comunque chi vive del proprio lavoro, fisso o precario che sia, necessitano terribilmente di un’altra voce, di un altro punto di vista. E quella voce e quel punto di vista li possono offrire soltanto gli operai, i precari, gli impiegati pubblici, gli insegnanti eccetera. Cioè, i lavoratori e le lavoratrici.
In secondo luogo, quello che è successo il 15 ottobre scorso non deve certo allontanarci dalle piazze e dalle mobilitazioni, in una sorta di autorepressione che finisce per essere più deleteria dei divieti e delle leggi speciali dei vari Alemanno, Di Pietro e Maroni. Anzi, a maggiore ragione dopo quanto avvenuto oggi a Roma, con le cariche di polizia contro gli studenti medi, colpevoli di voler semplicemente manifestare nella loro città, dobbiamo ribadire quelle libertà democratiche che fanno tanto paura ai predicatori dell’austerity.
Infine, sebbene lo sciopero regionale della Fiom faccia parte di un “pacchetto” nazionale di iniziative dei metalmeccanici per la riconquista del contratto nazionale, per i diritti sindacali e per l’abolizione del famigerato l’articolo 8, la mobilitazione di domani ha anche una forte dimensione regionale, legata alla Lombardia e alla politica fatta da chi governa Regione Lombardia da tempo ormai immemorabile, cioè da Cl e dalla Lega.
Ebbene sì, perché nella ricca Lombardia, che Formigoni spaccia nei talk show nazionali come terra felice del lavoro e del buon governo, la realtà e molto diversa. Non solo la crisi non accenna a frenare, specie nei settori manifatturieri, come ci ricordano anche gli ultimissimi esempi di una lunga lista, come la Jabil di Cassina de’ Pecchi o la Thales Alenia Space di Vimodrone, ma soprattutto non si è mai vista, da parte del governo regionale, una politica per l’occupazione e per il mantenimento sul territorio delle attività produttive.
No, da parte dei governanti lombardi, sia nella scorsa legislatura (per la quale rinviamo a quanto scritto su questo blog a suo tempo) che in quella attuale, ha sempre prevalso la politica dell’elargizione di ammortizzatori sociali per i lavoratori e di qualche finanziamento a pioggia per le imprese (salvo le imprese amiche di Cl, beninteso, trattate con ben altro riguardo…). Mai però c’è stata una politica che tentasse di contrastare le chiusure e le delocalizzazioni, mai c’è stato un intervento serio per favorire il mantenimento di attività industriali, anche di quelle tecnologicamente avanzate, sul territorio regionale. Mai, nemmeno in casi dove questo era possibilissimo, come in quello dell’Innse (ricordate?), che oggi lavora e produce grazie soltanto alla lotta degli operai.
E, come se non bastasse, all’immobilismo politico ed istituzionale di Regione Lombardia si sono pure aggiunte l’arroganza e la spocchia dei suoi rappresentanti. Diverse situazioni aziendali che domani saranno in piazza di recente avevano già fatto presidi davanti alla sede della Regione, in concomitanza con le sedute del Consiglio regionale del 18 e del 25 ottobre scorsi. Ebbene, la cosa che aveva colpito di più era il comportamento della grande maggioranza dei consiglieri regionali, che non solo non si erano degnati di parlare con gli operai che protestavano, ma che in qualche caso, come in quello del Trota e del suo accompagnatore (il consigliere leghista Frosio), avevano persino evocato l’intervento dei Carabinieri lì presenti…
E cosa dire dell’assessorato regionale all’industria e alle attività produttive? Nella scorsa legislatura, già in piena crisi economica ed occupazionale, questo delicato settore era stato affidato ad una persona palesemente incompetente, come Romano La Russa, mentre nell’attuale legislatura la delega è stata data alla Lega, cioè al vicepresidente regionale Andrea Gibelli. Certamente, Gibelli è più competente di La Russa, ma la musica non è cambiata. E così, i 300 lavoratori della Jabil che rischiano il licenziamento si sono sentiti dire dall’assessore-vicepresidente che la politica non può fare nulla se un’azienda decide di chiudere e licenziare…
A questo punto, pensiamo di aver detto e scritto a sufficienza per motivare il sostegno e la partecipazione alla mobilitazione di domani. Non ci rimane, dunque, che invitarvi a visitare il sito della Fiom Lombardia, per maggiori informazioni sulla piattaforma dello sciopero, e darvi/ci appuntamento per domani.
Luciano Muhlbauer