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FORMIGONI SI VUOLE SALVARE CON I LICENZIAMENTI FACILI – IN ALLEGATO IL TESTO DEL PROGETTO DI LEGGE REGIONALE
di lucmu (del 14/02/2012 @ 08:18:12, in Lavoro, linkato 935 volte)
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 14 febbraio 2012 con il titolo “Se Formigoni cancella l’art. 18”.
 
Lo scandalo continuo in Regione ed i sempre più rumorosi scricchiolii nel sistema di potere ciellino hanno costretto Formigoni nell’angolo. Ormai, anche i più moderati non escludono più elezioni regionali anticipate l’anno prossimo. Beninteso, anche lui in fondo le vorrebbe, ma per fare finalmente il grande balzo nella politica nazionale. E per questo servirebbe un’immagine un po’ più decorosa di quella attuale.
E così, per far dimenticare corruzione, firme false, nani e ballerine, ha pensato bene di presentarsi come il Monti della Lombardia. Ed ecco che butta lì il nome di Passera come candidato premier, ma soprattutto tira fuori dal cilindro un provvedimento chiamato pomposamente “Cresci Lombardia”.
Manco a dirlo, il piatto forte del progetto di legge è il lavoro. O meglio, quello che ormai è diventato una sorta di sport nazionale: sparare a zero sui residui diritti dei lavoratori.
Il lavoro, già. In Lombardia ci sarebbe un gran bisogno di una Regione che agisse con determinazione e lungimiranza, perché la situazione è drammatica. Un esempio per tutti: nel solo secondo semestre 2011, l’industria metalmeccanica in Lombardia ha registrato oltre 4mila licenziamenti, 56mila cassaintegrati e 2224 aziende in crisi.
Invece, il concetto più ripetuto dagli uomini di Formigoni e della Lega è da sempre: “la politica non può fare niente”. E così, anche i 325 operai ed operaie licenziati della Jabil, in presidio davanti alla Regione venerdì scorso, proprio quando la Giunta regionale stava deliberando le sue “Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione”, sono rimasti in mezzo alla strada e al freddo, senza vedere alcun assessore.
Quelli e quelle della Jabil non hanno trovato molto spazio sulla stampa. Formigoni e la sua politica “per l’occupazione” invece sì. Anzi, l’ha avuto soprattutto nei giorni precedenti, visto che la bozza del testo, distribuita alle parti sociali e quindi arrivata anche alla stampa, ha scatenato un vespaio. Infatti, non solo la Regione intendeva “promuovere accordi o intese” tra la parti ai sensi del famigerato articolo 8 del decreto-legge 138/2011, ma, infilato in una “nota esplicativa”, prevedeva persino una “indennità di terminazione”, in cambio della rinuncia all’articolo 18.
Quel testo così com’era, ovviamente, non ha retto alle critiche, sebbene vada registrato che Cisl e Uil comunque lo condividevano. Ma le grida di vittoria che si sono levate da una parte dei democratici e della Cgil, in seguito alle correzioni introdotte, sono perlomeno un po’ fuori luogo.
Infatti, sono sparite le provocazioni linguistiche e gli angoli sono stati smussati, ma è rimasta tale e quale la sostanza. Cioè, la Regione intende investire almeno il 20% delle proprie risorse “previste a sostegno dello sviluppo e dell’occupazione” per stimolare accordi ai sensi dell’articolo 8, cioè in deroga al contratto nazionale e allo Statuto dei Lavoratori.
È evidente che il vero obiettivo di Formigoni è quello di salvare la propria prospettiva politica e, da quel punto di vista, non va affatto sottovalutata la sua ultima iniziativa. Anzitutto, perché attorno a questo provvedimento ha ricompattato l’alleanza con la Lega e, in secondo luogo, perché ha portato la divisione nel campo dell’opposizione. E poi, ha dato una gran mano a chi sul piano nazionale vuole stracciare l’articolo 18.
Insomma, Formigoni ha fatto la sua mossa e ora tocca a noi essere all’altezza. Anzitutto, sostenendo le battaglie contro la manomissione dei diritti dei lavoratori. Poi, non cedendo di un millimetro e, anzi, rafforzando la mobilitazione per mandare a casa Formigoni.
 
Cliccando sull’icona qui sotto, puoi scaricare i testi originali ed integrali del progetto di legge della Giunta regionale “Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione”, sia nella versione in bozza del 26 gennaio (per il lavoro vedi art. 3 con relativa nota esplicativa, per l’introduzione delle graduatorie di istituto nelle scuole al posto delle graduatorie regolari vedi art. 5), che nella versione definitiva approvata dalla Giunta il 10 febbraio u.s. (per lavoro art. 6, per graduatorie scuola art. 8).