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BENVENUTO MACAO! I LAVORATORI DELL’ARTE RESTITUISCONO LA TORRE GALFA ALLA CITTÀ
di lucmu (del 07/05/2012 @ 12:48:14, in Movimenti, linkato 1148 volte)
A Milano ci sono troppi spazi vuoti e abbandonati, lasciati all’incuria e spesso al degrado, un po’ come conseguenza dei processi di deindustrializzazione, ma soprattutto a causa di una speculazione immobiliare che si concepisce come padrona della città. E così, quando uno di questi spazi vuoti viene occupato, per riempirlo di attività, socialità e creatività, allora penso che non siamo di fronte a un “gesto da barbari”, come oggi titola l’edizione milanese de “il Giornale”, bensì a un atto socialmente responsabile e meritevole.
Quindi, benvenuto a Macao, l’esperienza nata sabato 5 maggio con l’occupazione del primo piano (per ora) della Torre Galfa, un palazzo da 31 piani, situato all’angolo tra via Galvani e via Fara, di proprietà del gruppo Ligresti e, ovviamente, vuoto e abbandonato da oltre un decennio.
Per alcuni versi si tratta di un’occupazione di nuovo tipo per Milano. Anzitutto, i protagonisti dell’occupazione sono lavoratori (precari) dell’arte, che dunque mettono al centro dell’occupazione proprio l’arte e la cultura. Non a caso, infatti, si riconoscono in esperienze come il Teatro Valle Occupato di Roma o il Teatro Garibaldi Aperto di Palermo. In secondo luogo, mai nessuno aveva osato l’occupazione di un intero grattacielo, ma probabilmente è giusto così, perché proprio oggi è necessario ricominciare a pensare in grande.
Comunque sia, per saperne di più, date un occhio al loro blog (http://wmacao.tumblr.com), leggete il loro comunicato stampa, che troverete qui sotto, e soprattutto andate a trovarli direttamente.
Per quanto mi riguarda, auguro a Macao lunga vita, perché Milano ha bisogno che i vuoti si riempiano ed i tempi che corrono necessitano che la partecipazione diretta dal basso ridiventi la cifra della politica.
 
Luciano Muhlbauer
 
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Comunicato stampa MACAO - 5 maggio 2012
 
EÌ con piacere che dichiariamo aperto MACAO, il nuovo centro per le arti di Milano, un grande esperimento di costruzione dal basso di uno spazio dove produrre arte e cultura. Un luogo in cui gli artisti e i cittadini possono riunirsi per inventare un nuovo sistema di regole per una gestione condivisa e partecipata che, in totale autonomia, ridefinisca tempi e priorità del proprio lavoro e sperimenti nuovi linguaggi comuni. Siamo artisti, curatori, critici, guardia sala, grafici, performer, attori, danzatori, musicisti, scrittori, giornalisti, insegnanti d’arte, ricercatori, studenti, tutti coloro che operano nel mondo dell’arte e della cultura.
Da un anno ci stiamo mobilitando, riunendoci in assemblee dove discutere della nostra situazione di lavoratori precari nell’ambito della produzione artistica, dello spettacolo, dei media, dell’industria dell’entertainment, dei festival e della cosiddetta economia dell’evento. A questa logica per cui la cultura eÌ sempre più condannata ad essere servile e funzionale ai meccanismi di finanziarizzazione, noi proponiamo un’idea di cultura come soggetto attivo di trasformazione sociale, attraverso la messa al servizio delle nostre competenze, per la costruzione del comune. Rappresentiamo una fetta consistente della forza lavoro di questa cittaÌ che per sua vocazione eÌ da sempre un avamposto economico del terziario avanzato. Siamo quella moltitudine di lavoratori delle industrie creative che troppo spesso deve sottostare a condizioni umilianti di accesso al reddito, senza tutela, senza alcuna copertura in termini di welfare e senza essere nemmeno considerati interlocutori validi per l’attuale riforma del lavoro, tutta concentrata sullo strumentale dibattito intorno all’articolo 18. Siamo nati precari, siamo il cuore pulsante dell’economia del futuro, e non intendiamo continuare ad assecondare meccanismi di mancata redistribuzione e di sfruttamento. Apriamo MACAO perché la cultura si riprenda con forza un pezzo di Milano, in risposta a una storia che troppo spesso ha visto la cittaÌ devastata per mano di professionisti di appalti pubblici, di spregiudicate concessioni edilizie, in una logica neo liberista che da sempre ha umiliato noi abitanti perseguendo un unico obiettivo: fare il profitto di pochi per escludere i molti. Oggi vogliamo restituire alla cittadinanza questo grattacielo, simbolo di quel sogno economico capitanato da grossi gruppi finanziari e tutt’ora nelle mani di uno dei più arricchiti e collusi burattinai della speculazione edilizia milanese.
Dalla primavera scorsa molti cittadini, artisti e operatori culturali hanno dato vita a esperienze inedite, attraverso pratiche di occupazione di spazi dismessi dal pubblico e dal privato, esperienze che stanno dimostrando di poter durare nel tempo occupandosi di cultura, territori, lavoro, nuove forme di economia e nuove forme di espressione dell’intelligenza collettiva.
Crediamo che la produzione artistica vada del tutto ripensata: dobbiamo prenderci questo tempo e questo diritto in modo serio e radicale, occupandoci direttamente di cioÌ che eÌ nostro. Macao eÌ questo, uno spazio di tutti, che deve diventare un laboratorio attivo in cui sono invitati i lavoratori dell’arte, dello spettacolo, della cultura, della formazione e dell’informazione. Qui artisti, intellettuali, esperiti del diritto, della legge e della costituzione, attivisti, scrittori, film maker, filosofi, economisti, architetti e urbanisti, abitanti del quartiere e della cittaÌ, devono prendersi il tempo necessario per costruire una dimensione sociale, comune e cooperante. Abbiamo un sacco di lavoro da fare, dobbiamo trasformare queste parole in pratiche reali sempre più efficaci e costituenti di modelli alternativi a quelli in cui viviamo, e tutto dipende da noi. Occorre non dare per scontato nulla producendo inchieste competenti, dibattiti, analisi e momenti di confronto riguardo tutti i territori che producono disuguaglianze ed espropriazione di valore, non tralasciando le nuove forme con cui l’ideologia capitalista si sta travestendo. Occorre avere gioia e umorismo per trasformare questo impegno in un momento umano, collettivo e liberato. Occorre aver cura di questo spazio perché possa essere adatto a ospitare tutti. Occorre che in questo spazio l’arte e la comunicazione smettano di essere attività fini a se stesse, ma esplodano e trovino le loro motivazioni all’interno di questa lotta, costruendo nuovi immaginari ed esplicitando quale mondo vediamo. Viva Macao e buon lavoro a tutti.
Siamo una rete di soggetti che stanno operando fianco a fianco all’interno di questa lotta: Lavoratori dell’arte, Cinema Palazzo di Roma, Teatro Valle Occupato di Roma, Sale Docks di Venezia, Teatro Coppola di Catania, Asilo della CreativitaÌ e della Conoscenza di Napoli, Teatro Garibaldi Aperto di Palermo.