Nello scorso aprile il Collettivo Lambretta aveva occupato le “villette” di piazza Ferravilla (Milano), in stato di abbandono e degrado da ormai lunghi anni. L’Aler, proprietaria degli immobili, aveva preferito lasciarli marcire, piuttosto che ristrutturarli e rimetterli a disposizione dei tanti cittadini in attesa di una casa popolare. Le villette si erano pure trasformate in un luogo di spaccio, ma anche questo fatto non aveva impressionato l’Aler di Milano, sebbene la sua sede centrale si trovasse a soli 200 metri.
Non c’è dunque da meravigliarsi che questa occupazione non abbia provocato scandalo nel quartiere, suscitando anzi curiosità e momenti di partecipazione. Già, perché i giovani del Lambretta, perlopiù studenti e lavoratori precari, hanno ripulito le villette e hanno iniziato a riempirle di attività, aprendole da subito al quartiere. Insomma, tutto sembrava andare per il meglio.
Ma poi, settimana scorsa, è arrivata all’improvviso la notizia che sarebbe imminente lo sgombero delle villette. “Strano”, hanno pensato in molti, visti i tanti anni di menefreghismo da parte dell’Aler. Vuoi che un gruppo di giovani che restituisce le villette al quartiere susciti più preoccupazione di una banda di spacciatori?
Tante domande, non solo da parte degli occupanti, ma anche dei residenti. Infatti, all’Aler non era mai passato per la testa di confrontarsi con il quartiere o di esplicitare cosa intendeva fare con quegli immobili, che fanno pur sempre parte dell’edilizia pubblica. Nemmeno il Consiglio di Zona 3 era stato ritenuto degno di un’interlocuzione.
E così, per scoprire cosa avesse in mente l’Aler, c’è stato bisogno di una piccola ricerca. La sostanza è questa: nel quadro dei programmi di vendita ai privati di una quota di edilizia residenziale pubblica, fortemente voluta da Regione Lombardia, è stata disposta anche un’asta pubblica per la vendita in blocco delle 9 villette della zona del Sarto, comprese quelle di piazza Ferravilla. La gestione dell’asta è stata affidata Infrastrutture Lombarde S.p.A., una società controllata da Regione Lombardia, che risponde direttamente al Presidente della Regione e che ha tra le sue funzioni anche quella della gestione e della valorizzazione delle proprietà regionali. Ebbene, per farla breve, l’asta pubblica, dopo due rinvii, si è tenuta il 22 maggio scorso. E qui si fermano le nostre informazioni, perché qui si fermano gli atti pubblici che si possono rintracciare.
Quindi, vediamo quello che sappiamo. Anzitutto, il testo dell’Avviso di asta pubblica per la vendita di beni immobili di proprietà di ALER del 2 dicembre 2011 ci informa che ci sono dei vincoli di carattere architettonico ed edilizio. Cioè, i lavori di ristrutturazione non potranno portare ad ampliamenti ed elevazioni degli edifici. In secondo luogo, non ci sono invece vincoli di carattere sociale, poiché il complesso è da considerarsi “edilizia residenziale libera”. Cioè, puoi farci anche degli appartamenti di lusso. Infine, interventi edilizi di qualsiasi tipo non sono imminenti, poiché l’eventuale vincitore dell’asta del 22 maggio avrebbe soltanto un “aggiudicazione provvisoria” e quella definitiva non avverrebbe prima di “un periodo di tempo non inferiore a 150 giorni successivi”. Cioè, contando anche altri tempi burocratici necessari per perfezionare la vendita, stiamo parlando, nella migliore delle ipotesi, del prossimo Natale.
Insomma, gli occupanti delle villette non rappresentano un fastidio per il quartiere, anzi, e non costituiscono un problema di ordine pubblico, hanno sempre ribadito che sono aperti al dialogo e, infine, non c’è alcuna impresa edile che sta bussando alle porte. E quindi, rifacciamo la nostra domanda: come mai tutta questa improvvisa pressione sulla Questura da parte degli enti regionali per sgomberare immeditatamente il Lambretta?
Una risposta ce l’avrei. Cioè, quello che dà fastidio è che qualcuno ha fatto vedere che il degrado non è una scelta obbligata e che si può coinvolgere il quartiere in un ragionamento sull’uso degli spazi. Già, esattamente quello che gli enti regionali non hanno mai voluto fare, tant’è vero che nessuno in zona sapeva di questa vendita e che ancora oggi nessuno sa cosa accadrà nel futuro, né se qualcuno si degnerà di confrontarsi con i residenti.
Quindi, penso che oggi bisogna difendere il Lambretta e la sua esperienza e fermare lo sgombero, che peraltro non farebbe altro che riconsegnare le villette a quello che c’era prima. Non c’è alcuna fretta, appunto, non ci sono lavori di ristrutturazioni in arrivo, ma in cambio c’è un grande bisogno di costruire da subito un dialogo nel quartiere sul futuro di quell’area.
Ma per fermare lo sgombero e conquistare il dialogo occorre costruire la necessaria pressione dal basso. E la prima cosa da fare, peraltro semplice, è firmare l’appello per il Lambretta che in poco tempo ha già raccolto tantissime firme.
Luciano Muhlbauer
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APPELLO AL QUARTIERE E ALLA CITTADINANZA
Lo scorso aprile un gruppo di giovani del Collettivo Lambretta ha restituito alla città quattro villette dell’Aler abbandonate in stato di degrado da diversi anni.
Fino a quel momento alla mercé di spacciatori, lo spazio di via Apollodoro si è trasformato grazie all’impegno di tutti in un luogo di aggregazione, di condivisione, di progettazione per il quartiere.
Sono nate una palestra popolare, aule studio per giovani studenti, case per lavoratori precari, una redazione, una falegnameria, orti per l’autoproduzione, laboratori costruiti in collaborazione con associazioni della città. Molto altro è pronto a decollare.
Abbiamo raccolto l’appoggio e l’entusiasmo dei nostri vicini di casa, dell’Associazione Fausto e Iaio, di alcuni consiglieri di Zona, del Comitato Milano per Pisapia, dei negozianti del quartiere, di tanti cittadini disposti a mettere in gioco le proprie energie per far crescere un progetto collettivo, utile e condiviso.
In poco tempo questo luogo è diventato un punto di riferimento dove hanno trovato spazio il Gruppo di Acquisto Solidale della zona, corsi culturali, di autoproduzione e molto altro.
Oggi questo percorso rischia di essere bruscamente interrotto perché il Lambretta è sotto sgombero.
È il momento che ci aiutiate a far capire a tutti il valore del nostro progetto.
Il Lambretta siamo tutti noi!
Per la tutela dei beni comuni, per difendere ciò che è nostro, per portare avanti questo percorso con il quartiere e la città tutta, firma a sostegno del Lambretta!
FIRME
Massimo Carlotto (scrittore)
Pino Cacucci (scrittore)
Maria Iannucci (Associazione familiari e amici di fausto e Iaio)
Rosa Piro – Associazione Dax
Ilaria Cucchi
Emanuele Patti (presidente di Arci Milano)
Luciano Muhlbauer, Prc Milano (già consigliere regionale Prc-Fds)
Roberto Giudici (Fiom Milano)
Davide Steccanella (avvocato)
Vittorio Agnoletto
Zerocalcare (fumettista)
Gionata Gesi Ozmo
Iacopo Ceccarelli (Urban artist)
GGT (artista underground)
Ivan il poeta
Daniele Biacchessi (Giornalista, scrittore, autore e interprete di teatro civile – Associazione familiari e amici di Fausto e Iaio – Associazione Ponti di memoria)
Marco Philopat (editore – scrittore)
Renato Sarti (regista tetrale)
Punkreas
Bonnot – Walter Buonanno (Compositore, produttore, Bergamo)
Junior Sprea
Ginko Villadaposse
UNK Sound Milano
Arci MilanoX
Arci Bitte
Arci Metromondo
Teatro della Cooperativa
Associazione Pernondimenticare Varalli e Zibecchi
Salaam – I Ragazzi dell’Olivo
Agenzia X (Casa editrice)
POQ – Partigiani in Ogni Quartiere
Spazio Baluardo (Q.Oggiaro)
Zam – Zona Autonoma Milano
Ambrosia Milano
Labout
Rete Studenti Milano
MACAO
Polisportiva Popolare Zam
Sos Fornace Rho
CSA Baraonda Segrate
FOA Bocaccio (monza)
CSOA Zapata Genova
Lab. Sancho Panza di Ferrara
Lokomotiv Zapata polisportiva popolare
Point Break – Studentato Autogestito Occupato, Roma
CSA Pacì Paciana Bergamo
Collettivo Off-Topic
C.S.A. La talpa e l’orologio Genova
AutAut 357 Genova – Unicommon Genova
Folletto 25603 Abbiategrasso
Redazione MilanoInMovimento
Telefono Viola Milano
Outofline photo collective
Tijuana Project – Unicommon Pisa
La Terra Trema
Reality Shock Padova
Lab CraCk – Unicommon Padova
Astra 19 Spa Roma
Anomalia Sapienza – Unicommon Roma
Lab! Puzzle
Horus Project Roma
Dimensione Autonoma Studentesca ( Collettivo studentesco autorganizzato Siena)
Officina Multimediale (Videomakers)
Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito Milano
Link-Sindacato Universitario Milanese
Unione Inquilini di Milano
Sel Zona 3 Milano
Andrea Lazzarotti (Capogruppo SeL Consiglio di Zona 3)
Patrizia Cavallotti – ultima inquilina di Ferravilla, 11 – fino al 1980
Titti Benvenuto (Consigliera di zona 3)
Paola Pollaroli Pardi (Comitato per Milano, Zona 3)
Giancarlo Pagani (Comitato per Milano, Zona 3)
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le firme sono tantissime, già oltre 1.000, e sono in continuo aggiornamento. Quindi qui trovi solo le primissime di una lunga lista. Per l’elenco completo ed aggiornato consulta il sito di Milano in Movimento.