Lo sgombero del Lambretta è una vittoria della cattiva politica, quella che dorme quando corruzione e ‘ndrangheta si fanno largo, ma che poi non ci pensa un attimo a farsi paladino della legalità di fronte a un gruppo di giovani che occupano alcune villette vuote, se questo è di qualche utilità ai propri interessi di bottega.
Oggi la Regione ha finalmente ottenuto quello che voleva: un intervento di forza e un altro conflitto aperto in città da esibire nel teatrino della politica.
Oggi in piazza Ferravilla non è stata ristabilita la legalità, ma si è aperta formalmente la campagna elettorale del centrodestra in vista delle regionali.
Infatti, a nulla sono serviti gli inviti del Comune di Milano a soprassedere allo sgombero imminente e a cercare altre soluzioni, né ha cambiato le cose il fatto che le argomentazioni a favore dell’urgenza dello sgombero, avanzate negli ultimi mesi dall’ex Assessore regionale alla Casa, Zambetti, e dal Presidente dell’Aler, Zaffra, come la vendita degli immobili (in realtà arenata) o i lavori in vista di Expo (che invece riguardano altri immobili), si fossero rilevate palesemente false. E non ha modificato la situazione nemmeno il piccolo particolare che gli immobili occupati in aprile e poi ripuliti dai ragazzi erano precedentemente in stato di abbandono e rifugio di spacciatori, nonostante si trovassero a poche centinaia di metri dalla sede centrale dell’Aler.
No, troppo forti erano evidentemente le pressioni politiche sulla Questura da parte di Regione e Aler, alle quali di recente si sono aggiunte anche quelle del leghista Bolognini, Assessore provinciale alla Sicurezza, e del solito De Corato. E così, magari pensando di fare brodo con l’irruzione di ieri in Comune, che nulla c’entra con la vicenda del Lambretta, è scattato lo sgombero.
Da parte nostra esprimiamo la nostra solidarietà con i ragazzi e le ragazze del collettivo Lambretta e ci auguriamo fortemente che la loro esperienza di autogestione e partecipazione, che coinvolge molti studenti delle scuole della zona, possa continuare.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
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