Il 6 settembre c’è lo sciopero generale contro la manovra economica bis del Governo. L’ha proclamato la Cgil due giorni fa e questa è una prima buona notizia. Ieri anche le organizzazioni sindacali di base Usb, Slaicobas, ORSA, Cib-Unicobas, Snater, SICobas e USI hanno proclamata lo sciopero generale, convergendo sulla data del 6 settembre. E questa è la seconda buona notizia, perché interrompe il sempre più incomprensibile rituale della moltiplicazione delle date, offrendo finalmente un unico momento, sebbene con piazze e piattaforme separate, dove far confluire l’indignazione e l’opposizione sociale contro una manovra palesemente iniqua e oscenamente classista.
Ma, ahinoi, le buone notizie finiscono qui. E non ci riferiamo tanto e soltanto alle cose universalmente note, dal condizionamento internazionale fino alla complicità filogovernativa di Cisl e Uil, passando per la febbre da unità nazionale di buona parte dell’opposizione parlamentare, ma piuttosto all’altalenante politica della stessa Cgil.
Già, perché c’è da farsi venire il mal di mare di fronte ai repentini cambiamenti di linea da parte del gruppo dirigente della confederazione. Infatti, nel giro di poche settimane siamo passati da una Cgil versione union sacrée, che presenta al Governo un documento insieme a Cisl, Uil, Confindustria e banchieri, a una versione barricadera, che indice da sola lo sciopero generale, manda a quel paese Bonanni e fa arrabbiare Bersani. E come se non bastasse, uno dei punti qualificanti dello sciopero è la sacrosanta richiesta di eliminare l’articolo 8 del decreto-legge del 13 agosto scorso (vedi allegato), il quale generalizza e legittima i contratti aziendali in stile Marchionne, prevedendo persino la possibilità di derogare alle leggi, compreso lo Statuto dei Lavoratori, ma al contempo la segreteria della Cgil ribadisce la piena fedeltà all’accordo interconfederale del 28 giugno scorso, che di quell’articolo 8 è il padre legittimo.
Insomma, anche tenendo conto che il Ministro Sacconi e tutto il Governo giocano sporco e cercano in tutti i modi di creare zizzania nel campo avverso, non si può non concludere che la Cgil stia navigando a vista, senza una strategia chiara. E così, la Cgil continua a stare in mezzo al guado, continuamente tirata per la giacca di qua e di là, esattamente come ai tempi di Epifani. Eppure, ora è molto peggio e non soltanto perché quello stare in mezzo al guado logora e non può durare all’infinito, ma soprattutto perché la Segreteria Camusso era nata proprio per superare l’indefinitezza, per traghettare l’organizzazione verso il riavvicinamento con la Cisl e per regolare i conti con la Fiom. Cioè, detto altrimenti, per riposizionare la Cgil su una linea meno conflittuale e più accomodante, anche in vista di un eventuale cambio di governo.
Ebbene, quel riposizionamento finora non ha funzionato e, peggio, non è stato compreso da molta parte dell’organizzazione, ma in cambio ha prodotto parecchi danni. E allora, è lecita e persino doverosa la domanda se il 6 settembre si fa sul serio oppure se si cerca semplicemente di dare un colpo alla botte dopo averne dato uno al cerchio.
Da parte nostra, riteniamo che sia imprescindibile impegnarsi perché lo sciopero generale riesca il più possibile, che mobiliti i lavoratori e le lavoratrici e che coinvolga anche altri settori sociali. Lo pensiamo, anzitutto, perché quella manovra non cambierà con le chiacchiere, come vorrebbe far credere Bonanni, e l’autunno sarà ancora lungo. E, soprattutto, lo pensiamo perché non siamo di fronte a una questione congiunturale, bensì strutturale.
Loro non cercano soltanto di “mettere in ordine i conti”, bensì di riscrivere il modello sociale e politico in senso peggiorativo (per chi vive del proprio lavoro o neanche ce l’ha, si intende). Ecco perché, tanto per fare un esempio, troviamo nella manovra anche cose come la soppressione delle festività del 25 Aprile e del 1° Maggio, che non cambierà di una virgola lo stato del debito pubblico o dello sviluppo economico, ma che in cambio ha un’alta e deleteria valenza politica.
Insomma, questa sciopero generale va fatto, ma sul serio!
Luciano Muhlbauer
cliccando sull’icona qui sotto puoi scaricare il testo integrale della manovra economica bis, cioè il decreto-legge n. 138 del 13 agosto 2011