Nella Lombardia di Formigoni gli scandali non si contano nemmeno più e c’è persino il rischio dell’assuefazione, dimenticando così che buona parte di essi non sono altro che scandali annunciati. E di questa categoria fa parte senz’altro uno scandalo che in questi giorni rimbalza sulla stampa cremasca: quello della scuola di Cl di Crema.
Secondo quanto riportato dai media locali il cantiere per la costruzione di un nuovo polo scolastico privato, ad opera della Fondazione Charis, aderente alla Compagnia delle Opere, è fermo da oltre un anno. Il quotidiano La Provincia, che inizia a parlare di “cattedrale nel deserto”, individua come causa del blocco dei lavori l’improvviso, massiccio e inspiegabile aumento dei costi dell’opera. Già, perché all’inizio doveva costare 14 milioni di euro, ma adesso siamo arrivati a una previsione di 39 milioni…
Saranno gli organi competenti –auspichiamo- ad accertare cosa sta succedendo con i costi di questa opera, anche perché quel cantiere si è già mangiato un milione di euro del bilancio regionale. Anzi, senza la Regione, attraverso i buoni uffici dell’allora assessore all’Istruzione, il ciellino cremasco Rossoni, quel progetto non sarebbe mai partito.
E fu una partenza alquanto particolare, poiché il finanziamento regionale era stato approvato in tempi da record mondiale, dirottando, attraverso il meccanismo della “programmazione negoziata”, fondi altrimenti destinati alla messa in sicurezza delle scuole pubbliche. Infatti, non si trattava di una ristrutturazione, bensì di una nuova costruzione di un polo scolastico privato, di area ciellina, dove la Regione garantiva un finanziamento pubblico di 4,5 milioni di euro su un costo totale previsto di 14 milioni.
A suo tempo, in Consiglio regionale ce ne occupammo ripetutamente. Presentammo una prima interrogazione il 12 settembre 2008, alla quale l’allora Assessore Rossoni rispose in maniera talmente approssimativa e generica, che dovemmo formulare una seconda interrogazione, che però significativamente non avrebbe mai avuto riposta.
Ora i nodi vengono al pettine e persino la Regione ha dovuto bloccare l’erogazione degli altri 3,5 mln di euro. Ma per favore, ora nessuno faccia il finto tonto, perché in quella opera tutto era sbagliato e sospetto sin dall’inizio. E lo si sapeva pure, perché a suo tempo fu denunciato pubblicamente, sia da noi in Consiglio regionale, che da diversi consiglieri comunali dell’opposizione di Crema.
In altre parole, le responsabilità vanno cercate non soltanto in quello che è avvenuto negli ultimi due anni, ma anche –e forse soprattutto- in quello che avvenne nel 2008.