SAN RAFFAELE: RIAPRIRE SUBITO TAVOLO TRATTATIVA. ACCORDO BOCCIATO NON DAVA GARANZIE OCCUPAZIONALI
SAN RAFFAELE: RIAPRIRE SUBITO TAVOLO TRATTATIVA. ACCORDO BOCCIATO NON DAVA GARANZIE OCCUPAZIONALI
di lucmu (del 30/01/2013, in Sanità, linkato 1268 volte)
Va immediatamente riaperto il tavolo di trattativa al San Raffaele dopo la bocciatura dell’ipotesi di accordo da parte dei lavoratori nel referendum di ieri.
E questo deve essere un impegno prioritario anche per le istituzioni, a partire dalla Regione, perché la possibilità che nei prossimi giorni ci possano essere 244 licenziamenti è inaccettabile e insostenibile.
Guai a lavarsene le mani, lasciando da soli i lavoratori che hanno bocciato l’accordo con 1.365 no contro 1.110 sì. Per i dipendenti del San Raffaele è stato sicuramente un voto sofferto, ma non certo segnato dall’emotività. Lo dimostrano i lunghi mesi di mobilitazione sindacale, la forte partecipazione alle assemblee e, infine, l’alta partecipazione al referendum, dove ha votato l’84% degli aventi diritto.
La verità è che i lavoratori non si sono fidati di un’ipotesti di accordo che in cambio della certezza del taglio del salario e del peggioramento della situazione contrattuale offriva soltanto incertezza rispetto alla salvaguardia dei livelli occupazionali nei mesi a venire. Già, perché il gruppo Rotelli non aveva accettato di dare alcuna garanzia in merito.
In altre parole, la proprietà ha tentato di applicare il metodo Marchionne, ma i lavoratori hanno detto di “no”, hanno deciso di non fidarsi. Questo voto va rispettato e da lì bisogna ripartire per costruire un accordo condiviso, che dia certezze ai lavoratori del San Raffaele e alla cittadinanza lombarda in generale, per quanto riguarda sia i livelli occupazionali, che la qualità e la quantità dei servizi sanitari erogati.
Per fare questo occorre però che le istituzioni e la politica diano da subito un contributo. E questo vale in particolare per la Regione, anche perché il San Raffaele è nella situazione in cui è non per responsabilità dei medici e dei lavoratori, bensì per colpa degli affari di Don Verzé e delle complicità o dei silenzi di chi ha governato sin qui la Regione, cioè Formigoni e la Lega. Anche solo per questo, per questo debito morale, è inaccettabile l’irreale silenzio di queste ore.