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DIVIETO PREVENTIVO DI FARE SINDACATO. SOLIDARIETÀ CON ALDO MILANI
DIVIETO PREVENTIVO DI FARE SINDACATO. SOLIDARIETÀ CON ALDO MILANI
di lucmu (del 18/03/2013, in Lavoro, linkato 1603 volte)
blog Luciano Muhlbauer
Sono tempi duri per i diritti e le libertà sindacali in Italia e in Europa, questo lo sapevamo, ma quanto successo a Aldo Milani, sindacalista e coordinatore nazionale del SiCobas, ha dell’incredibile e, soprattutto, dovrebbe suscitare vivo allarme. Già, perché alcuni giorni fa Milani è stato fatto oggetto di un foglio di via obbligatorio da parte del Questore di Piacenza e questo significa che non potrà più mettere piede nel territorio comunale per i prossimi tre anni, pena l’arresto immediato.
Tanto per capirci, il foglio di via è una misura di natura amministrativa e può essere applicato in via preventiva a soggetti considerati “dediti alla commissione di reati”. Ebbene, nella fattispecie tali “reati” altro non sono che i fatti tipici di una qualsiasi vertenza sindacale che comprenda anche blocchi o picchetti e si riferiscono in particolare alle recenti lotte dei facchini del polo logistico dell’Ikea di Piacenza. E dappertutto, che io sappia, fatti del genere possono portare sì a denunce o manganellate, ma non certo a un divieto preventivo di fare attività sindacale.
Ma appunto, non siamo dappertutto, bensì in un settore economico di rilevanza strategica, cioè quello della logistica al servizio della grande distribuzione e  della circolazione delle merci in generale, dove vige un regime di inteso sfruttamento e di assenza di diritti e tutele, poiché la quasi totalità dei lavoratori, in maggioranza migranti, non viene assunta dalle aziende, bensì inquadrata nelle cooperative che lavorano in appalto e subappalto. Ovviamente, in queste condizioni il sindacato è praticamente inesistente oppure poco più di una finzione, spesso più utile alle aziende che ai lavoratori.
Tuttavia, da qualche anno qualcosa sta cambiando, grazie anche all’impegno di alcuni sindacalisti di base, tra cui Aldo Milani, che hanno iniziato a promuovere e sostenere processi di autorganizzazione nel settore. All’inizio sembrava quasi un mission impossible, ma da un po’ di tempo gli sforzi stanno dando i loro frutti e si sedimentano coscienza e organizzazione. In poche parole, dal basso sta nascendo un processo di sindacalizzazione.
Una buona notizia e un fatto di democrazia, direi. Ma evidentemente non tutti la vedono così, anzi, in tempi di liberismo e austerity, di Sacconi, Fornero e Marchionne, un processo di sindacalizzazione laddove il sindacato non esisteva è praticamente un atto sovversivo, ovviamente da trattare come tale.
Ai lavoratori delle cooperative della logistica non viene riconosciuta nemmeno la dignità sindacale delle loro lotte. No, quando si mobilitano perché licenziati in tronco vengono brutalmente repressi, come era accaduto a Basiano l’anno scorso. Quando costruiscono una vertenza al polo logistico dell’Ikea, allora dopo le botte arriva il foglio di via al sindacalista. Insomma, il diritto costituzionale dei lavoratori e delle lavoratrici di potersi organizzare liberamente per loro non vale. Anzi, loro non fanno nemmeno sindacato, ma per definizione commettono soltanto reati.
Tra quello che succede nell’industria “tradizionale” e quello che avviene nella logistica, in fondo, l’unica differenza è che nel primo caso si tenta di eliminare i diritti e le libertà che ancora ci sono, mentre nel secondo caso si vuole impedire che diritti e libertà ci possano essere. Ma l’obiettivo finale è evidentemente il medesimo e generale.
In questi giorni l’attenzione pubblica è rivolta altrove, a Roma, alle cronache parlamentari e vaticane. Eppure, sull’Italia che c’è e sull’Italia che verrà ci dicono molte più cose vicende come quel foglio di via. Ecco perché bisogna prendere posizione e parola, ora, subito. E sarebbe bene, forse persino lungimirante, se lo facesse anche la Cgil, perché alcuni silenzi sono davvero ingiustificabili.
È giusto e necessario esprimere la solidarietà con Aldo Milani e non lasciare perdere la vicenda del foglio di via, anche perché potrebbe diventare un pericoloso precedente. Ma soprattutto bisogna sostenere la battaglia degli operai della logistica e un’occasione per farlo è già alle porte, perché il 22 marzo si svolgerà il primo sciopero nazionale dei lavoratori della logistica, indetto dal SiCobas e da ADL Cobas.
 
Luciano Muhlbauer
 
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