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DA BOLOGNA UN INSEGNAMENTO: DIRE NO AL FINANZIAMENTO PUBBLICO DELLA SCUOLA PRIVATA E’ POSSIBILE
DA BOLOGNA UN INSEGNAMENTO: DIRE NO AL FINANZIAMENTO PUBBLICO DELLA SCUOLA PRIVATA E’ POSSIBILE
di lucmu (del 27/05/2013, in Scuola e formazione, linkato 844 volte)
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A Bologna ha vinto il all’abrogazione del finanziamento comunale delle scuole materne private. Il 59% dei votanti al referendum comunale ha infatti dato ragione ai referendari, che ritenevano che il milione di euro girato annualmente dal bilancio comunale alle materne private dovesse invece andare alle materne pubbliche.
Certo, l’affluenza alle urne non è stata oceanica e si è fermata al 29% (85.934 elettori) degli aventi diritto. E per giunta, il referendum non aveva carattere vincolante, ma soltanto consultivo. Ma da qui a parlare di “flop”, come fa oggi il quotidiano La Repubblica, oppure a cambiare le carte in tavola e sostenere che gli astenuti equivarrebbero in realtà a dei “no”, come fanno i sostenitori del no, francamente ce ne passa.
Infatti, lo schieramento che si era opposto all’iniziativa referendaria del Comitato art. 33 non aveva invitato all’astensione, anzi, aveva invitato ad andare alle urne e a votare “no”. E, soprattutto, si trattava di uno schieramento addirittura più largo di quello che sostiene il governo delle larghe intese, poiché comprendeva Pd, Pdl, Scelta Civica, Lega e lo stesso Sindaco Merola, e che coinvolgeva anche soggetti di forte peso nazionale, come il Ministro ciellino Maurzio Lupi o il cardinale Bagnasco, presidente della Cei. Infine, si dovrebbe aggiungere l’osservazoine, come fa oggi Wu Ming, che i 50mila “sono esattamente la metà dei voti che Virginio Merola ha preso nel 2010, quando è stato eletto sindaco”.
Non c’è dubbio, dunque, che da Bologna arriva una notizia positiva, che non parla soltanto a Bologna, anzi (e questo i Lupi e i Bagnasco lo avevano senz’altro intuito). Golia non è riuscito a schiacciare Davide e il risultato del referendum bolognese segna indubbiamente un fatto nuovo: cioè, è forse la prima volta da quando la legge n. 62/2000, varata dal Governo D’Alema (…), aveva integrato le scuole private nel sistema nazionale d’istruzione, definendole “paritarie”, e quindi aperto le porte a massicci flussi di denaro pubblico verso gli istituti privati, che una consultazione formale di cittadini mettesse in discussione il finanziamento pubblico alla scuola privata.
Per questo il messaggio che ci arriva da Bologna è così importante. Ci dice che forse è possibile, oltreché giusto e opportuno, mettere in discussione lo scandalo del finanziamento pubblico della scuola privata, mentre si fa a pezzi la scuola pubblica a suon di tagli.
E questo messaggio dovrebbe essere particolarmente importante qui in Lombardia, dove il sistema di drenaggio di soldi pubblici verso interessi privati, introdotto da Formigoni e ora proseguito da Maroni, ha assunto caratteristiche particolarmente odiose e discriminatorie. Certo, l’entità dello scandalo in Regione Lombardia è oggi un po’ mitigata, causa tagli dei trasferimenti dallo Stato alla Regione, e la spesa regionale annuale per finanziare gli amici della scuola privata si attesta oggi a “soli” 30 milioni di euro (nel a.s. 2010/2011 erano ancora 50 mln), ma l’ignobile modalità di assegnazione di questi fondi è rimasta assolutamente invariata (per conoscere in dettaglio il sistema rinviamo al nostro Rapporto Buono Scuola 2009).
E, dulcis in fundo, va sempre ricordato che uno degli impegni presi da Roberto Maroni in campagna elettorale era quello di proseguire con il sistema formigoniano di finanziamento delle private e di ri-aumentare le quantità erogate. Peraltro, l’unico assessore della precedente giunta Formigoni rimasto al suo posto (Assessorato all'Istruzione, Formazione e Lavoro) è proprio la pasdaran della privatizzazione della scuola pubblica, Valentina Aprea.
Lo so e lo sappiamo, non è facile aprire questa battaglia dalle nostre parti, ma Bologna ci insegna che è possibile. Magari ragioniamoci, senza illusioni e velleità, ma sul serio. Intanto, vi segnalo che da qualche mese in Lombardia esiste una petizione per l’abrogazione del buono scuola, promossa dall’Associazione NonUnodiMeno. Usiamola.
 
Luciano Muhlbauer
 
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# 1
Che peccato che Luciano non sia risultato eletto in consiglio regionale !!!
di  Iose Giovanni Dioli  (inviato il 27/05/2013 @ 11:42:38)
# 2
La questione di Bologna però è un po' diversa dai buoni scuola, infatti non si tratta di scuola dell'obbligo ma di scuola materna e come tu saprai meglio di me per nidi e materne ci sono delle graduatorie e a volte i genitori sono costretti a scegliere il privato in quanto il pubblico li rifiuta...
di  achille  (inviato il 27/05/2013 @ 17:10:09)
# 3
Achille, è vero che a volte si è costretti perché mancano i posti, ma se usassimo il denaro pubblico per i nidi pubblici, per garantire posti per tutti i bimbi? Questo è quello che proponevano i referendari bolognesi. Detto questo, c'è però anche una questione generale in questo referendum e non penso che Bagnasco o Lupi siano scesi in campo soltanto per le materne di Bologna...
di  Luciano Muhlbauer  (inviato il 27/05/2013 @ 18:25:19)
# 4
Luciano guarda non lo devi dire a me che a parole siamo tutti d'accordo,
ma purtroppo come cantava Ricky Gianco "Compagno si, compagno no, compagno un cazz" ovvero se la giunta di Milano (una delle più a sinistra di Italia) non riesce a garantire la possibilità di iscrivere i bambini all'asilo nido ed in alcuni casi anche alla scuola materna, non credo si possa troppo perdere tempo parlando di massimi sistemi. Perché ai mie vicini di casa, lei in cerca di occupazione e lui con stipendio da 1000 euro al mese che hanno dovuto mandare la figlia alla materna in una privata a 200 euro al mese, non so quanto gliene freghi di Lupi e Bagnasco...
di  achille  (inviato il 29/05/2013 @ 00:23:28)
# 5
Inoltre visti i bilanci del Comune di Milano e la crisi economica, la situazione dei servizi all'infanzia e dei servizi sociali in generale andrà verosimilmente peggiorando quindi o la sinistra si rimbocca le maniche realizzando pratiche reali di autorganizzazione e di mutuo soccorso o se no la vedo dura perché purtroppo nella vita quotidiana i discorsi generali con i loro "se si facesse allora..." vengono surclassati dalla più diretta e becera guerra tra poveri del "tutta colpa degli immigrati che ci rubano i posti in graduatoria"...
Quello che succede in Grecia l'abbiamo tutti presente...
di  achille  (inviato il 29/05/2013 @ 00:41:50)
# 6
Vabbè Achille, ognuno ha giustamente la sua opinione e in questo caso ognuno rimane con la sua, mi sa. Io continuo ad essere convinto che bisogna usare il denaro pubblico per la scuola pubblica.
di  Luciano Muhlbauer  (inviato il 29/05/2013 @ 17:14:56)
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