Oggi la V Commissione consiliare ha dato il via libera, a maggioranza, al Programma regionale per l’edilizia residenziale pubblica (Prerp) 2007-2009, che dunque verrà discusso in Aula il 5 dicembre prossimo.
Pur riconoscendo al nuovo assessore alla partita una disponibilità al dialogo ben diversa rispetto a quella del suo predecessore non possiamo che riconfermare il nostro giudizio decisamente negativo e preoccupato sul provvedimento della Giunta regionale. Infatti, mentre tutte le stime relative al fabbisogno abitativo nella nostra regione, in particolare nelle aree metropolitane, segnalano una crescente insufficienza dell’offerta rispetto alla domanda, la Giunta Formigoni non trova niente di meglio che tagliare drasticamente le risorse destinate alle politiche per la casa, specie per quanto riguarda la realizzazione e la riqualificazione degli alloggi.
Per dirla con i numeri, il programma triennale precedente disponeva di quasi 1.200 milioni di euro, mentre ora si intendono stanziare appena 512 milioni, comprensivi peraltro dei fondi statali. Un taglio che colpisce quasi esclusivamente gli investimenti sull’edilizia residenziale pubblica, che scendono così dagli 810 milioni di prima ai miseri 233 di oggi.
Ci pare davvero incredibile che tutto questo avvenga esattamente nel momento in cui si sta marciando diritto verso una nuova emergenza abitativa, fatta di crescenti difficoltà di accesso alla casa per i ceti popolari, che si tratti di cittadini italiani o stranieri, di contratti di quartiere che nel capoluogo non funzionano proprio e di riqualificazioni che non arrivano mai. E così rimangono inascoltate anche le voci sia dell’Anci Lombardia che dei sindacati inquilini, i quali hanno fatto rilevare come ciò che maggiormente manca è proprio quella parte di edilizia destinata ai settori sociali più disagiati.
E, francamente riteniamo fuori luogo l’argomento secondo cui non ci sarebbero i soldi, poiché basta spulciare il bilancio regionale per scoprire, ad esempio, che sono stati stanziati tranquillamente 470 milioni di euro per la nuova e superlativa sede amministrativa della Regione. Quindi, se i soldi davvero non ci sono, cosa di cui ci permettiamo di dubitare, allora Formigoni rinunci alla sua, per nulla urgente, torre di cemento e vetro.
A noi pare che le difficoltà di finanziamento fungano piuttosto da utile alibi per aprire l’edilizia residenziale pubblica a criteri di gestione privatistici e direttamente al privato. Certo, così i conti dell’Aler saranno forse più equilibrati e qualche immobiliare potrà fare un po’ di affari in più, ma in cambio si consegnerebbero le fasce sociali più deboli all’abbandono.
Per questi motivi chiediamo ancora una volta che la maggioranza di centrodestra cambi radicalmente strada, reperendo nuove risorse e soprattutto destinandole all’aumento dell’offerta abitativa per i ceti popolari.
comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
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