Hanno sgomberato Zam. Stamattina la questura si è presentata davanti all’ex scuola di via Santa Croce con il consueto dispiegamento di forza e con l’ordine di sgombero in mano. Gli attivisti di Zam hanno resistito per un po’, ma poi la ragione della forza e dei manganelli, usati peraltro in maniera assolutamente sproporzionato, ha prevalso.
La motivazione formale dello sgombero risiede in quella perizia sulla staticità dell’edificio, che era stata sollecitata da un “comitato” contiguo alle destre e che il Comune aveva depositato a inizio giugno presso la Prefettura, a disposizione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica. Secondo quella perizia la parte inagibile e pericolante (non occupata e non accessibile) dell’edificio comprometterebbe la staticità anche della parte agibile (e occupata). Infatti, la questura era pronta all’intervento contro Zam sin dall’inizio giugno, facendo passare temporaneamente in secondo piano quello già programmato contro il centro sociale Lambretta.
Tuttavia, la prospettiva del doppio sgombero pre estivo di Zam e Lambretta, oltre ad eccitare la fantasia dei vari De Corato e leghisti in salsa frontenazionale, aveva sollevato giustamente delle polemiche (vedi per esempio il mio articolo per il Manifesto Spazi sociali, a Milano il clima non è cambiato) e prodotto alcune iniziative. Diverse voci, tra cui anche la Camera del Lavoro, avevano chiesto alle istituzioni una moratoria sugli sgomberi e il Comune aveva aperto un tavolo di confronto sugli spazi sociali, che nelle intenzioni doveva coinvolgere anche i centri sociali e le realtà dell’autogestione. Ma di moratorie non se ne sono viste e nel frattempo, appunto, i dossier di Zam e Lambretta erano già stati passati a Prefettura e Questura, cioè a chi si occupa dei problemi dal punto di vista dell’ordine pubblico e con gli strumenti dell’ordine pubblico.
E così, siamo praticamente tornati alla situazione di partenza, cioè allo sgombero di Zam e Lambretta. Già, perché Zam è stato sgomberato oggi e al Lambretta, a quanto pare, toccherà la stessa sorte prima ancora che finisca l’estate.
Oggi ha perso la politica, la città. Ci sarà tempo e modo per discutere di quello che è stato fatto e non fatto, dei dialoghi e dei tavoli, del che fare a Milano in tema di spazi sociali. Ora però dobbiamo fare qualcosa di più urgente, cioè essere solidali con Zam e Lambretta, camminare insieme a loro. Nei momenti di resistenza, certo, ma anche e soprattutto in quelli che seguiranno, quando si tratterà di rinascere in una nuova casa.
Luciano Muhlbauer
Il presidio fuori da Zam continua tutto il giorno. I tre attivisti rimasti sul tetto dopo le cariche all'ingresso sono scesi a mezzogiorno. L'appuntamento è alle ore 18.30 davanti allo Zam sgomberato per un'assemblea e poi per una mobilitazione. Per tenervi aggiornati e leggere la cronaca della giornata, consultate il sito http://milanoinmovimento.com/
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Comunicato stampa:
ZAM: SGOMBERO È MACIGNO LANCIATO CONTRO DIALOGO SU SPAZI SOCIALI.
SOLIDARIETÀ A ZAM
Dichiarazione di Luciano Muhlbauer
Lo sgombero di Zam è una sconfitta per la politica e un macigno lanciato contro il tentativo di dialogo e confronto sugli spazi sociali a Milano. E il fatto che dopo Zam si prospetti la stessa sorte, ancora prima che finisca l’estate, anche per il centro sociale Lambretta, non fa che rendere più grevi queste considerazioni.
Ho ritenuto e ritengo che l’apertura di un tavolo da parte del Comune fosse un passo importante e significativo, perché rappresentava la volontà e la possibilità di iniziare un ragionamento nuovo e pubblico, diverso da quelli del passato, sugli spazi sociali e sull’autogestione nella nostra città. Continuo a pensare che di questo spazio di confronto ci sia un grande bisogno, ma allo stesso tempo non si può fare finta che gli sgomberi non siano oggettivamente un impedimento al dialogo.
Dall’interno dello stesso tavolo diverse voci avevano chiesto una moratoria sullo sgomberi, tra cui anche la Camera del Lavoro. Non è andata così. Quindi, ora è necessario trovare le strade e gli atti nuovi che permettano di ridare una possibilità a quel confronto.
Delegare la soluzione dei problemi a chi si occupa di ordine pubblico e non di amministrazione del territorio non produce mai nulla di buono, anzi, come purtroppo ha confermato questa mattinata, dove si è registrato anche un uso eccessivo e gratuito della violenza da parte dei reparti mobili della Questura contro gli attivisti, presenti a mani nude e con l’unico intento della resistenza passiva.
Esprimo la mia solidarietà agli attivisti di Zam, auspicando che la loro esperienza possa trovare al più presto una nuova casa.
Milano, 23 luglio 2014
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