Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 12 ottobre 2006 (pag. Milano)
L’O.R.So. (Officina della Resistenza Sociale), il centro sociale a cui apparteneva Dax, non c’è più. Stamattina tra le 9.00 e le 10..00 le forze dell’ordine hanno sgomberato lo stabile di via Gola 16 a Milano, occupato sin dal 2001. Nessuno si è fatto male durante le operazioni, grazie soprattutto al senso di responsabilità degli occupanti, la cui resistenza è sempre rimasta pacifica.
Tutto si è svolto senza incidenti, certo, ma c’è poco da rallegrarsi poiché da oggi Milano ha uno spazio sociale in meno. E, purtroppo, non si tratta di un caso isolato. In questi anni diversi centri sociali sono stati sgomberati e altre iniziative del genere sono già annunciate per il prossimo futuro, come se ci fosse un disegno preciso di desertificazione sociale.
Ora i soliti noti grideranno alla vittoria, ripetendoci la litania del ripristino della legalità. Per loro i centri sociali, così come qualsiasi spazio di aggregazione indipendente, sono soltanto un fastidio, qualcosa da criminalizzare e da eliminare.
No, oggi decisamente c’è poco da gioire in una città dove i quartieri popolari, le cosiddette periferie, stanno pagando il prezzo di lunghi anni di inazione e abbandono da parte delle istituzioni, in primis il Comune di Milano. E poi, non appena un problema viene a galla, allora si fa un comunicato stampa e si annunciano più telecamere, poliziotti e vigili urbani, magari armati di manganello. A nessun amministratore nostrano sembra passare per la mente che la sicurezza e la vivibilità dei quartieri è fatta anzitutto di presenza dei servizi, di riqualificazione e di luoghi di aggregazione.
In una città così, i centri sociali sono una presenza preziosa e necessaria. Sono isole di vita e di relazioni, un piccolo antidoto alla solitudine urbana e alla disgregazione. Ecco perché il nostro auspicio è che i ragazzi e le ragazze dell’Orso presto ricostruiscano un nuovo spazio, dando seguito alle loro attività. Ed ecco perché riteniamo necessario che la sinistra milanese si svegli dal suo sonno, per fermare questa folle strategia della desertificazione e per rimettere al centro dell’agenda politica la condizione delle nostre tante periferie.
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