Tutti quanti eravamo e siamo consapevoli che in tema di immigrazione esistono posizioni e approcci diversi anche all’interno dell’Unione. Eppure, le parole e gli annunci del Ministro degli Interni Amato lasciano francamente sbigottiti, sia per la leggerezza con cui egli butta nel cestino quanto scritto nel programma della coalizione, sia per i toni sprezzanti con i quali intende liquidare la questione del “superamento” dei Cpt.
Non giova proprio a nessuno sostenere il falso palese, cioè che i Cpt servirebbero per individuare i delinquenti e i malati, e banalizzare così una questione che peraltro investe la nostra civiltà giuridica e democratica. Piuttosto, il Ministro ponga finalmente e urgentemente fine all’insopportabile omertà istituzionale che circonda l’universo della detenzione amministrativa e renda pubblici tutti i dati relativi ai Cpt. Cioè, si dica ai cittadini quanto costano i Cpt, comprese le convenzioni con soggetti privati, quante e quali persone transitano in quelle strutture detentive e che fine fanno e quanti sono gli “incidenti” che vi capitano con preoccupante regolarità.
Se tutta va bene, se quei Cpt servono così tanto e se sono persino compatibili con la nostra Costituzione, allora perché vengono nascosti all’opinione pubblica come un segreto di stato? Sia per la stampa che per i rappresentanti istituzionali, è più facile sapere cosa accade in un carcere di massima sicurezza, che non in un Cpt qualsiasi. Figuriamoci poi per un cittadino normalissimo.
A Milano, da ormai tre mesi, numerose associazioni chiedono alla Prefettura - e per suo tramite al Ministero - di rendere pubblici tutti i dati relativi al Cpt di Via Corelli. Risultato? Silenzio assoluto e assordante.
Insomma, se non c’è nulla da nascondere, allora si dia una risposta alle tante richieste di trasparenza, a Milano e dappertutto. E poi ricominciamo da capo la discussione sulla “necessità” delle carceri amministrative su base etnica, ma almeno senza quelle parole a dir poco inopportune”.