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APPROVATA IN AULA LEGGE REGIONALE SU MERCATO DEL LAVORO. AL VIA IL BUSINESS DELLE BRACCIA
APPROVATA IN AULA LEGGE REGIONALE SU MERCATO DEL LAVORO. AL VIA IL BUSINESS DELLE BRACCIA
di lucmu (del 19/09/2006, in Lavoro, linkato 1003 volte)
Il Consiglio Regionale odierno ha evidenziato una preoccupante distanza tra il palazzo e la società. Disinteresse diffuso, banchi semivuoti durante il dibattito e vistosa assenza di gran parte degli assessori. Eppure, non si discuteva di quisquilie, ma niente di meno che della nuova legge regionale sul mercato del lavoro. Vi era molta più attenzione e passione politica qualche mese fa in occasione della legge per la tutela degli animali d’affetto. Le lavoratrici e i lavoratori lombardi, insomma, hanno ricevuto meno considerazione politica dei pesciolini rossi.
Forse sarebbe il caso che il Consiglio regionale facesse come il parlamento inglese di un secolo e mezzo fa. Cioè, che promuovesse una commissione di indagine per accertarsi delle condizioni reali dei lavoratori in Lombardia. Almeno non ci sarebbero più alibi per non vedere che oggi si affaccia una nuova questione sociale, fatta di salari e stipendi che valgono sempre di meno, di una precarietà e insicurezza sociale sempre più diffuse e di uno sfruttamento del lavoro nero e irregolare, spesso a danno di lavoratori immigrati, in crescita.
E come meravigliarsi dunque che oggi sia stata approvata una legge regionale che non prevede alcuna misura concreta e incisiva di contrasto della precarietà e dello sfruttamento del lavoro irregolare, ma che in cambio avvia il business delle braccia? Una misura che va addirittura oltre a quanto impone la legge 30, poiché non si limita a regolare l’esercizio dell’attività di intermediazione di manodopera da parte di privati, ma prevede cospicui finanziamenti regionali a questi ultimi.
Così, le Province, che fino a oggi esercitavano in esclusiva le funzioni del collocamento, non solo perderanno la maggior parte delle competenze, ma avranno sempre meno finanziamenti, mentre le aziende private potranno da domani in poi integrare liberamente i loro servizi di fornitura di lavoratori in affitto con l’attività di collocamento. E tutto questo con generosi contributi regionali, cioè con le tasse dei cittadini.
Davvero difficile immaginare che una siffatta politica possa rispondere alle esigenze e ai problemi che oggi vivono i lavoratori lombardi. Alla fine, gli unici a trarne profitto saranno alcune aziende di somministrazione e intermediazione di manodopera, mentre le istituzioni perderanno i residui strumenti di indirizzo del mercato del lavoro.
 
comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
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