CASE POPOLARI: LA DEMAGOGIA E LA DISCRIMINAZIONE DIVENTANO LEGGE
CASE POPOLARI: LA DEMAGOGIA E LA DISCRIMINAZIONE DIVENTANO LEGGE
di lucmu (del 14/03/2006, in Casa, linkato 1027 volte)
Il centrodestra lombardo è sempre più lacerato dalle polemiche interne e dalla candidatura al Senato di Formigoni. Ciononostante, oggi la maggioranza ha forzato l’approvazione di uno dei provvedimenti più contestati e più odiosi, cioè le modifiche al regolamento di accesso alle case popolari.
Con questo voto la discriminazione e la demagogia diventano legge.
Non solo viene confermato il folle criterio della legge regionale n. 7 del febbraio 2005, per cui quanti non dispongono di cinque anni di residenza continuativa in Lombardia non possono nemmeno presentare domanda di alloggio di edilizia residenziale pubblica. Ma da oggi in poi la residenza farà punteggio anche per quanti riescono ad accedere alla graduatoria. E secondo una simulazione, l’applicazione del nuovo criterio porterà a invertire le posizioni in graduatoria nella misura del 22%, penalizzando dunque numerose famiglie in condizioni di grande disagio.
Insomma, siamo di fronte a uno snaturamento della funzione dell’edilizia pubblica, che è quella di rispondere a un bisogno sociale e prevenire il prodursi di emergenze abitative. Tanto che il Tar aveva già bocciato una norma analoga di Regione Lombardia due anni fa. E per quale motivo non dovrebbe respingerla anche questa volta?
Introdurre in maniera così pesante il criterio della residenzialità significa togliere efficacia all’intervento abitativo pubblico, specie in aree metropolitane come Milano, caratterizzate da una grande mobilità in entrata e uscita. Il centrodestra, evidentemente ben consapevole dell’insufficienza della propria politica di fronte al crescente fabbisogno di abitazioni, ha scelto consapevolmente di puntare sulla demagogia e sulla discriminazione. Il risultato, è facile prevederlo, sarà un po’ di guerra tra poveri. Complimenti presidente-senatore Formigoni!